lunedì 15 marzo 2010

J. H. Füssli: "L'incubo", 1791, seconda versione. Tellusmostre di Tellusfoglio








J. H. Füssli (1741-1825: "L'incubo", seconda versione, 1791, Francoforte, Goethe Museum. Il dipinto si richiama a quello ora a Detroit ed esposto nel 1781 alla Royal Academy di londra, garantendo al pittore un grande successo. Il sogno per la prima volta nella pittura occidentale è proposto come incubo prodotto dai recessi della psiche. In questo caso femminile. Ancora l'amata Anna Landoldt? L'amata, e amata infelicemente, compare, anche in un altro dipinto, poco riprodotto, sempre a Detroit, dove l'essere mostruoso non è accompagnato dalla cavalla con le froge demoniache. Un'altra versione è andata persa nel II conflitto mondiale in Inghilterra a causa dei bombardamenti. 
 
Anna, mia donna, corpo dipinto dal pensiero. Avverti quanto il tempo orlo del mistero ti sfiori dormendo? quanto le tue braccia nude castighi affidandole a mostri? Fuggi la vanità della mia presenza perché con velature organizzo il tuo incarnato?
Füssli seppe che ogni ora nella pittura era compendio a un raggiro, dato anche all’amore. Anna aveva rifiutato  questo suo modo di affidarsi all’arte. Dimora e divora la mia vita in pittura. Anche quando amo questo fiore tempestoso che offro all’inconoscibile. Domani mi pento. Ora devo finire l’opera. Questa è una copia, nettare del mio niente, Anna da anni è sposata. Con un attore di teatro. Ma l'unica posa che lui ha per ammirarla è questa. Insuperabile. A me dà la nausea. Claudio Di Scalzo da "I calzari del Minotauro" (Tutti i diritti riservati)



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