venerdì 9 giugno 2017

Claudio Di Scalzo: BUCK EDEN - POESIA E ANARCHISMO - RIVOLUZIONE - LEGGE GIOVANNI BOINE - (Il problema dell'accesso al mestiere di poeta)


BUCK EDEN




Claudio Di Scalzo

BUCK EDEN - POESIA E ANARCHIA - RIVOLUZIONE - LEGGE GIOVANNI BOINE 

 (Il problema dell'accesso al mestiere di poeta)


Buck Eden è personaggio, umorista, del Romanzo Popolare Transmoderno che fin dal 2000 ho pubblicato in Rete. Figlio dell’anarchico Stirner, nipote dell’Ecclesiaste contro ogni vanità del pensiero terrestre; adottato dal Reggimento antifascista di Bonaventura Durruti. Ma evocazione anche di Fantomas, dei Trapper nei romanzi di Jack London, nonché di eroi crudeli ed esagerati del fumetto: come ad esempio il Rasputin di Hugo Pratt

Buck Eden usa un linguaggio corrosivo, irriverente, sarcastico, anti-umanistico che da Villon-Teofilo Folengo arriva al novecento dei Campanile e dei Gadda.

Buck Eden propone l'assoluta sovranità su se stessi. Estrema e senza compromessi. Se applicata alla poesia e a chiunque si affida alla modellazione su se stesso di un critico, di una teoria per accedere al mestiere di poeta e alla carriera letteraria, rinuncia al possesso della sua libertà creativa e politica. QUESTA È SEMPRE STATA LA ROTTA E LA BANDIERA DELL'OLANDESE VOLANTE! Io la penso come Buck Eden. 


Buck Eden che è stato pubblicato sul giornale telematico TELLUSfolio (2005) sul weblog TELLUSFOGLIO (2010) e ora Sull’OLANDESE VOLANTE (maggio 2017) (quando il veliero corsaro cessa la navigazione, ma sventola la sua bandiera libertaria unica!) è uno dei miei personaggi più letti e seguiti. Migliaia di visite si sono sommate in questo lungo periodo. Divulgare le avventure di Buck Eden mi ha isolato negli ultimi quindici anni da ogni poeta  e poetessa e addetto ai lavori culturali in poesia e nei paraggi che si affidano alla carriera letteraria da antico regime. 

Perché con la satira, l’umorismo, il personaggio, pone il problema dell' “accesso” al mestiere di poeta, da Antico Regime, ereditato dal novecento, come si è andato, pateticamente, configurando nei tempi-marketing del web. Proponendone uno libertario e assolutamente comunista.

Il problema dell'accesso alla cultura, alla letteratura, alle arti è fondamentale! però stranamente tutte le varie consorterie cultural-poetiche on line, dai neo-orfisti ai neo-indiani evitano questo problema. Il fior fiore della "sapienza poetico-teorica" in rete evita questa questione. Il motivo è semplice! fanno parte dello stesso apparato-strumento di produzione capitalistico e intendono "gestire" GERARCHICAMENTE le vite e le anime culturali di poeti e poetesse e di varie declinazioni estetiche.   










Una parte dei lettori navigatori, di BUCK EDEN, sono gli stessi poeti e autori che descrivo, e silenziosamente incassano, e svicolano.


Però la maggior parte degli altri navigatori-lettori,
di BUCK EDEN, sono poeti o apprendisti tali e che in tal maniera si salvano, lo spero fortemente per loro:

dalla sudditanza verso teorie letterarie improbabili, ce ne sono per tutti i gusti, come le perversioni sessuali del resto;

dalla schiavitù del commento servile enfatico un giorno sì e uno no! baciando i piedi al poeta incorniciato;

dai ruoli con ghirlande ancillari per incorononare "poeti maggiori" (sic) e di maggiordomo col vassoio in bella mostra dove risplende poesia da imparare;
dalle comunità poetiche somiglianti a sette osannanti la reliquia del Corpo Santo della Poesia da far Risorgere;

dai corsi di scrittura poetica paragonabili a messe cantate;
dal prendersi troppo sul serio con linguaggi iperbolici serissimi al cubo!, perché poesia è anche riso anche scherzo; 

dagli editori acchiappacitrulli;

dai conferenzieri sgonfi con targhetta nobilitante rigida;

dalla "Commentite" in uso sui siti letterari-poetici. "Ah, anche lei vive di commentite?! Come?...che dite!?"

dalla poesia con necessità, per capirla!, di cento note per cento citazioni coltissime di cento paesi visitati e studiati e relativi cento poeti  e religiosi indigeni frequentati;

dalle giaculatorie tromboniste pseudo-filosofiche apripiste (per poveri ingenui e smarriti poeti) applicate alla letteratura dove dilattanti s'improvvisano filosofi nel citazionista bric-a-brac avendo teste bisognose di Tac; (A questo proposito in LOTTA POETICA la presa in giro del pelo di culo o di calvizie di HEIDEGGER usato dai poeti-filosofi-bric a brac (Clikka: "Pelo Heidegger I-II - sul citazionismo dal pelo di Heidegger" ; Pelo Heidegger III - IV - sul citazionismo dal pelo di Heidegger )

dai viaggi per raggiungere sbilenchi stand in padiglioni del libro affittati ai morti di fama un po' come i garage in periferia a Milano a due ore dal centro ma potendo dirsi lo stesso milanesi; 

dalla partecipazione a premi inutili e cretini con promessa di pubblicazione se arrivano anche cinquantesimi;

dalla presenza in giuria a premi cretini per citarne la presenza in spropositate note biografiche;

dal finire in qualche scuola a presentare la propria poesia altissima e mirabolante agli studenti ai professori usandoli come cassa di risonanza - con relativo premio agli studenti compositori - per mesta divulgazione del proprio poetico eccelso mestiere (come insegnante in un istituto per geometri trovo questi poeti e poetesse nauseanti! tanto è interessato e manipolatorio il loro vero scopo!);

dalla partecipazione a Festival di Poesia in città dove mille anni prima è nato un poeta per far contenti pizzaioli e affittacamere;

dalle giaculatorie sulle vittime di stermini violenze bombardamenti tanto per mettere la propria fotina accanto ai massacrati operando una sorta di necrofilia poetica;

dalle conferenze sotto abili lenze;

dalle antologie che si trasformano in fosse comuni con lapide in similoro del critico becchin-condottiero che sulle salme si costruisce statua a cavallo;

dalle esibizioni di poeti arrivati e timbrati come valenti quasi portenti o perché han cattedra in università dove la dispensa a tutti si dà! o perché trascinano rubriche di poesia (recensioni un tanto al chilo) su qualche rivista che sopravvive con fondi statali o regionali  e riciclaggio di poeti morti dove non si pagan più diritti d'autore.


dai laboratori poetici dove poeti e poetesse si scambiano poesie commentandole interpretandole dandone varianti usando una formidabile teoria letteraria e che finiscono a somigliare - CON MENO GODIMENTO - alla prassi sessuale del GANG BANG dove vengono scambiate sessualità e dove il poeta o la poetessa è protagonista rispetto ai presenti che godono del suo corpo. In questo caso poetico.

dagli esami poetici, sempre in laboratori poetici amici si spera senza cimici tra i peli dello stile, sarebbe troppo vile, dove il poeta o la poetessa gareggia con altri similmente a quanto accade in sale da ballo con eros praticato con la musica con spogliarelli in gare di pompini scopate inculate  a chi viene al piacere prima e meglio!FREE PORN = FREE POEM

... insomma BUCK EDEN opera, col RISO coll'UMORISMO NERO; una sana prevenzione contro la malattia dell'infinocchiamento in poesia. Chiamando fatti e atti (ideologia insomma alienata) e antropologia poetica col loro nome... una "immane stronzata".

E Flaubert che la Bêtise (STRONZATA) la teorizzò, accanto allo Sciocchezzaio (se qualche volenteroso, con semplice collage, raccogliesse gli scambi commentanti-belanti tra i poeti in rete, o nei blog-siti-social-comunità di editori, ne ricaverebbe un'opera comica, da SALON CARICATURAL come scriveva Baudelaire, immane e portentosa), applaude a BUCK EDEN, a questo selvaggio personaggio. Lui che amava le serve col pappagallo impagliato e non i pompati pseudo-accademici che non mettevano insieme una frase sensata neppure se campavano, appunto, più di un pappagallo.

Buck Eden certifica - da diciassette anni - che la prassi di "vendita di se stessi" in rete-in poesia è costantemente in espansione:

nei libri stampati o annunciati, sui social sui siti sui blog;

da soli o in compagnia col ricamo di reciproche foto gioiose;

alla ricerca disperata di essere inseriti in qualche gruppo poetico,
per essere antologizzati;

intruppati in correnti estetiche;

venir commentati con l'esclamativo;

interpretati (ognidì stormi di pseudo-critici producono interpretazioni, una al giorno tiene l'oblio di torno!, mentre i Contini, i Baldacci, i De Benedetti, i Mengaldo, i Cases, i Calasso di recensioni-interpretazioni ne scrivevano-scrivono dieci all'anno. Altri tempi altra stoffa! allora sì una recensione-interpretazione valeva qualcosa, e non era simile a chi sul tram ti palpa il culo o il cazzo, insomma recensioni che smutandano il poeta o la poetessa con la protesi della citazione);

consigliati su come innestare la marcia indietro o la quinta poetica in accellerazioni per tenere giusta autostradale-poetica-che-vale direzione...,
e poi, oh che bello!,  incoronazione con corona di latta! al poeta si bagna la patta! 

si riceve accesso al "mestiere di poeta letterato intellettuale" - la poesia non va in mòria se c'è tanta teoria (canta la ballata umoristica!)










SU TELLUSFOGLIO