PICCOLO REQUIEM CELESTE PER PAOLO FATTICCIONI DETTO "IL PAZZO"
L’uccellino blu non avrà più bisogno dell’esistenza leggera
perfetto passerà il tempo senza linfa senza rugiada senza le ombre della sera.
Non incanterà più l’aria né giocherà col vento
posato sulla roccaforte di un bastone da passeggio.
Si è fatto di legno per non morire.
Gentile Claudio Di Scalzo, ...la raggiungo con questa e-mail in un luogo che presumo nel nord Italia, non avendola vista al funerale di Paolo detto “Il Pazzo”. So della vostra amicizia - che mi hanno detto rinsaldata dagli anni passati nella formazione politica di Lotta Continua e in tante scorribande di gioventù nelle sale da ballo di Viareggio - e per questo ho vinto la mia ritrosia a disturbarla. Ho anche letto sulla sua rivista - e qui ho trovato il suo indirizzo elettronico, in “Vite con ribellioni”, (Riferimento all'annuario Tellus 26, 2005. Volume esaurito. NdC) come Paolo Fatticcioni racconta la sua vita di barbiere a Nodica e di Don Giovanni un po’ ovunque, e questo mi ha convinto a chiederle una cortesia. Ho scritto per Paolo una specie di poesia, unendola a un’immagine catturata dal mio telefonino. (Le immagini che ricevetti nel 2006 erano tre, stesso soggetto. Ndc). Le chiedo, caro Di Scalzo, di pubblicarla sulla rivista come se fosse un requiem per quest’uomo che ritengo una persona veramente speciale e indimenticabile. Non cerco di essere diversa da altri amici e amiche che si sono affidate a una corona di fiori, oppure a una preghiera, perciò non le dirò niente di me. Il mio requiem sarà anonimo, l’uccellino azzurro è un simbolo e tale voglio che resti: inafferrabile ma presente come un saluto inscalfibile. Addio professore, ignori il mio indirizzo e-mail che subito cancellerò, non mi risponda dunque, conto che mi esaudisca.
Ho ricevuto una e-mail con immagine e didascalia dedicata a Paolo Fatticcioni, il barbiere di Nodica morto giorni prima, il 14 novembre 2005. La composizione, nel suo insieme, unisce poesia e dolore trasfusi nel fiabesco. Scelgo di pubblicarla sull'annuario Tellus, che già nel numero 26 ospitò il mio amico con la sua ironica confessione. Il volume è dedicato al "viaggio",... e c'è per tutti quello nel regno delle Ombre. L’uccellino azzurro dell'Anonima è una lettura del dolore e dell’assenza che consola e turba: come la poesia può fare, come l’amicizia sincera suggerisce, come l’amore che non si consuma impone. Che cos’è la Morte se non l’indurirsi di una mancanza dove l’assente diventa come un bastone per avere ancora, con lui, il contatto verso la terra? E la scelta del tono irreale ha ancor più valenza di simbolo. Lo trovo così elegiaco questo spartito con immagine, così delicato, che mi sono permesso, nel pubblicarlo, di metterci un titolo e di trascriverlo a stampa come: Piccolo requiem celeste per Paolo Fatticcioni, e non avendo potuto rispondere alla mittente senza nome lo faccio qui, in calce a questa nota: “Gentile inventrice dell’Uccellino azzurro, le confido che se non ero al funerale è stato perché tenedomi la mano stretta mi disse: "Accio, non venire dietro la bara, non tu, vai a ricordarmi sul molo di Viareggio". E così ho fatto. Sappia che anch'io aspiro, come dono che sigilli la mia avventura, a un uccellino simile. Magari un cardellino con le zampette posate su dei versi testimonianti che l'amore non fu vissuto per nulla. E tali perciò da accompagnare protettivi nell'arduo viaggio" Claudio Di Scalzo, 2006
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Il Comune di Vecchiano ha dedicato il campo sportivo La Coronella di Nodica, lungo gli argini del Serchio, a Paolo Fatticcioni detto Il Pazzo. La stele dell’architetto Fabio Daole, che esprime l’energia e la circolarità della vita, ricorda la sua dedizione al gioco del calcio come evento di vitalismo giocoso lontano dagli stereotipi in auge. L’epigrafe che mi sono sentito di dedicare al mio amico dice: "Paolo Fatticcioni raccontò e ascoltò storie nella sua barberia, tu che passi e qui sosti, aggiungi una storia al vento, al silenzio di questa stele". Io lo faccio tutte le volte che lì sosto tornando a Vecchiano.
Paolo Fatticcioni è nato il 10 ottobre 1948 a Laura, sulle colline pisane, ed è morto a Nodica, Pisa, il 14 novembre 2005. Barbiere di grandissimo talento. Portiere dilettante. Fondatore di Lotta Continua a Vecchiano. Cacciatore di padule con richiami nel lago di Puccini. Anche di frodo spesso. Tiratore al piattello. Giocatore di carte. Scopritore di talenti nel calcio e organizzatore di tornei. Ma soprattutto dongiovanni. Alla morte non l’ha data vinta fino all’ultimo giorno, fumando lo stesso con un tumore in gola e bazzicando locali e tavoli da poker a Viareggio.
Mi piace immaginare che l’Anonima, scrivendo per lui i versi con L’uccellino azzurro, abbia scritto un’elegia indimenticabile.
A questo personaggio che ha fatto della sua vita un romanzo orale da lui interpretato e da tante voci raccontato, e che sicuramente tante altre arricchiranno di nuovi capitoli, va la mia protezione nel viaggio che ora lo vede coinvolto.
Ha raccontato qualcosa di sé in “Vite con ribellioni”: Annuario Tellus 26, 2005. Volume esaurito.
(dall'annuario Tellus 27: Dalla Torre Pendente alle Alpi, Viaggi e altri viaggi", 2006. Volume esaurito)
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(Scelta di narrazioni dedicate al Pazzo)
(Scelta di narrazioni dedicate al Pazzo)
L'ULTIMA VOLTA...
http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/04/claudio-di-scalzo-lultima-volta-con.html
LA RIBELLIONE LIBERTINA
http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/02/la-ribellione-libertina-del-barbiere-di.html
UNA SERA SUL LAGO...
http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/05/accio-e-il-pazzo-un-sera-sul-lago-di.html
LA RIBELLIONE LIBERTINA
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LA RADIO LIBERA CON IL PAZZO E WILLY DEWILLE
TORNANDO DA VIAREGGIO
http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/04/tornando-da-viareggio-con-immigrant-son.html
IL PAZZO E ACCIO E SILVIA COMOGLIO A CACCIA DELCINGHIALE
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