domenica 14 maggio 2017

Claudio Di Scalzo: Giovanni Boine Muore racconto polifonico per il centenario della morte 16 maggio 2017 - La Morte come necessità per l'Assoluto.


Giovanni Boine Tut in Art Brut
cds





Claudio Di Scalzo

GIOVANNI BOINE  MUORE RACCONTO POLIFONICO

 LA MORTE COME NECESSITÀ PER L’ASSOLUTO

(Nei tempi della Rivoluzione Digitale)

"Giovanni Boine muore" nel racconto polifonico vive perché il tempo, come scriveva Agostino (Confessioni, Libro XI) non esiste. Quindi date del personaggio Boine, del Boine autore dentro nascita e morte, possono aprire capitoli poematici-narrativi con assoluta libertà garantita dalla Rivoluzione Digitale. Però in questo caso sfruttata in modo rivoluzionario. Lo strumento di produzione basato su tecnologie informatiche pone centrale il fattore corpo e il fattore spazio rendendo il narratore (a volte lui stesso personaggio) il primo spett-attore della vicenda.

L’agonia in questo teatro poematico viene proposta sul piano cristiano per accostare chi legge-vede a una vicenda che pure lui riguarda. La Morte.

Soggetto fondante è il corpo umano in questo caso di Giovanni Boine che si spoglia d’ogni orpello letterario aiutato in questo dalla malattia mortale detta Tisi e da vicende sentimentali che lo hanno “martirizzato” mentre lui stesso martirizzava.  

MALATTIA MORTALE e AMORE CHE PORTA MORTE i poli dialettici di “GIOVANNI BOINE MUORE NEL MAGGIO 1917"

Conoscere, entrare detto meglio, nel corpo attraverso i sensi telematici e poi della tradizione novecentesca (con le sue estetiche molteplici: dal Fumetto all’Espressionismo alla Body art alla Narrative Photo, questo l’andamento delle immagini nel libro transmoderno “Giovanni Boine Muore-16 MAGGIO 1917”) e della tradizione duemila: Post-Umano Post-Ideologico, consente la rappresentazione di un mondo poetico-biografico (quello di Boine ma anche quello di chi organizza il libro) come simulacro dove sia possibile, per il lettore e ancora per gli evocati personaggi, sperimentare una vita parallela. Romanzesca. Dove l’agito, il sentito, il conosciuto-negato, la narrazione sia figurativa-scritta vive un’altra pienezza sensoriale. Proprio quando sul palco del racconto “Giovanni Boine” c’è la Morte.

Giovanni Boine appare e scompare, si moltiplica, si riassume, in una ALLUCINAZIONE grafica PRESA IN PAROLA e PER IL COLLO BIOGRAFICO che rivela la molteplicità dell’esistente in amore e arti per proporre reale approdo, immodificabile, assoluto che è la Morte dell’autore  e del poeta che beffati nel non aver raggiunto l’assoluto sono travolti dagli eventi. Eraclito del tutto scorre anche nella telematica-vita vince su Parmenide. Su quanto è immutabile. Sacro. Perché l’assoluto in Amore e in Poesia, che Giovanni Boine cercò - e chi ne racconta l'agonia di questo riceve lezione, e ciò si impegna a perseguire - necessita semplicemente della MORTE. Solo allora, varcando la Morte, chi cerca l'Assoluto può trovarlo. Viverlo. Non perderlo. Nella gioia finalmente che non verrà più insediata da quanto scade - scadenza anche nei linguaggi che l'assoluto custodirono - si perde, si rivela illusione. 




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