Giovanni Boine Tut in Art Brut
cds
Claudio Di Scalzo
GIOVANNI BOINE MUORE RACCONTO POLIFONICO
LA MORTE COME NECESSITÀ
PER L’ASSOLUTO
(Nei tempi della Rivoluzione
Digitale)
"Giovanni Boine muore"
nel racconto polifonico vive perché il tempo, come scriveva Agostino
(Confessioni, Libro XI) non esiste. Quindi date del personaggio Boine, del
Boine autore dentro nascita e morte, possono aprire capitoli poematici-narrativi
con assoluta libertà garantita dalla Rivoluzione Digitale. Però in questo caso
sfruttata in modo rivoluzionario. Lo strumento di produzione basato su
tecnologie informatiche pone centrale il fattore corpo e il fattore spazio
rendendo il narratore (a volte lui stesso personaggio) il primo spett-attore
della vicenda.
L’agonia in questo teatro
poematico viene proposta sul piano cristiano per accostare chi legge-vede a una
vicenda che pure lui riguarda. La Morte.
Soggetto fondante è il corpo
umano in questo caso di Giovanni Boine che si spoglia d’ogni orpello letterario
aiutato in questo dalla malattia mortale detta Tisi e da vicende
sentimentali che lo hanno “martirizzato” mentre lui stesso
martirizzava.
MALATTIA MORTALE e AMORE CHE
PORTA MORTE i poli dialettici di “GIOVANNI BOINE MUORE NEL MAGGIO 1917"
Conoscere, entrare detto
meglio, nel corpo attraverso i sensi telematici e poi della tradizione
novecentesca (con le sue estetiche molteplici: dal Fumetto all’Espressionismo
alla Body art alla Narrative Photo, questo l’andamento delle immagini nel libro
transmoderno “Giovanni Boine Muore-16 MAGGIO 1917”) e della tradizione duemila:
Post-Umano Post-Ideologico, consente la rappresentazione di un mondo poetico-biografico
(quello di Boine ma anche quello di chi organizza il libro) come simulacro dove
sia possibile, per il lettore e ancora per gli evocati personaggi, sperimentare
una vita parallela. Romanzesca. Dove l’agito, il sentito, il conosciuto-negato,
la narrazione sia figurativa-scritta vive un’altra pienezza sensoriale. Proprio
quando sul palco del racconto “Giovanni Boine” c’è la Morte.
Giovanni Boine appare e scompare,
si moltiplica, si riassume, in una ALLUCINAZIONE grafica PRESA IN PAROLA e PER
IL COLLO BIOGRAFICO che rivela la molteplicità dell’esistente in amore e arti
per proporre reale approdo, immodificabile, assoluto che è la Morte
dell’autore e del poeta che beffati nel non aver raggiunto l’assoluto
sono travolti dagli eventi. Eraclito del tutto scorre anche nella
telematica-vita vince su Parmenide. Su quanto è immutabile. Sacro. Perché
l’assoluto in Amore e in Poesia, che Giovanni Boine cercò - e chi ne racconta
l'agonia di questo riceve lezione, e ciò si impegna a perseguire - necessita
semplicemente della MORTE. Solo allora, varcando la Morte, chi cerca l'Assoluto
può trovarlo. Viverlo. Non perderlo. Nella gioia finalmente che non verrà più
insediata da quanto scade - scadenza anche nei linguaggi che l'assoluto
custodirono - si perde, si rivela illusione.
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