Sara... son qui che ti scrivo e son commosso parecchio a rileggere
quanto ho scritto. Perché è bello scoprire cos’è l’amore
che vale Tutto e dà significato alla vita Tutta. A ogni vita. Anche a quelle di un’umile sarta e del su’ figliolo parecchio scemo e che chiamarono Accio per
disprezzarlo!
Sara Cardellino
Claudio Di Scalzo
L’AMORE ASSOLUTO SPIEGATO DALLA NADA AL SU’ FIGLIOLO ACCIO
(Questo bozzetto campagnolo e
sentimentale
lo dedico a Sara cardellino
lo dedico a Sara cardellino
che tutto capirà di me)
Mi-mà ha ottantanove anni. È vedova
dal 1995. Quando morì il su’ Libertario detto Lalo. Vive da sola in un
cascinale a Vecchiano, vicino alla chiesa di Sant’Alessandro e alla torre
campanaria ghibellina del XII secolo. La ‘asa è malmessa, come il mi’ ‘ore,
dice a me, Accio, che son su’ figliolo. Lontano tra le Alpi per lavoro. Resisti
mamma che presto arrivo e sto lì con te senza partì più. E se c’è umidità nella
‘amera dove dormi sul di dietro, vai a dormì nel salotto davanti, a sud, che c’è
più caldo. Però non mi dà retta. Allora
stasera le ho chiesto perché non intende ir mi’ ‘onsiglio.
Sto qui, starò sempre qui, tra
queste mura della mi’ ‘amera, perché qui dormiva con me Lalo. Ir tu’ babbo. Ed
è come se fosse sempre accanto a me. A
vorte ci parlo anco. Nun me lo chiede più di spostammi. Le mi ossa son vecchie
ma qui mi scardo meglio. Non so spiegatti perché ma succede. E te che ‘ai letto
tanti libri di poesia dovresti ‘apì perché.
I libri mi son serviti a pòo, se devo
esse sincero. La poesia non si studia casomai la si vive. E questa sta anco
nella ‘adente casa di ‘ampagna dove crebbi. E l’amore adatto a me, nella sua
fedeltà, pure. La Nada, una sarta con la quinta elementare, in questo
settembre, m’à insegnato come dev’esse per dirsi senza tempo e oltre la morte.