3 novembre 2012 - Buti - Ristorante L'Alloro
SOPRA LA FOTO CON I MIEI STUDENTI DI PONSACCO
SCATTATA A BUTI NEL RISTORANTE L'ALLORO
(Pontedera senza foto: Corso
davanti al Comune e aperitivo): Qui saluto (e non potranno venire alla cena in
quel di Buti, paese tra Bientina e Lucca, di collinare e antica tradizione)
Chiara Macchi, la prima studentessa che incontrai nel 1992 arrivando all’ITC di
Ponsacco, guidava una piccola bicicletta, mi sembrò una ragazzina delle medie;
e poi Enrica Maggiorana dallo sguardo mite e dolce e poi Stefania Masi che
andava ad una festa “gotica” e Ilenia che allora era la più “alternativa” e che
nel suo rifiuto oggi di ogni legame via web scopro coerente e controcorrente
ancora.
(Foto: Da sinistra per chi guarda) – Massimo Moretti che la
palestra ha reso una specie di Hulk etrusco e che i suoi terranova – da premio –
sicuramente temono anche nei morsi che potrebbe dar loro. A fine serata ha
raccontato episodi uomo-donna che Cecco Angiolieri non avrebbe fatto meglio! E
quando l’ironia è anche verso se stessi ciò merita un 10. Veronica Cacelli,
occhiali e timidezza, era una molla anni fa lo è rimasta e intuisco coraggio e
determinazione sul lavoro, nella vita di ogni giorno. Enrico Citi, dal fine
umorismo che applica al culto degli Zeppelin ed al suo lavoro di grafico anche
sul Web. DJ e bassista andrò ad ascoltarlo a Lucca a dicembre. Francesca
Gradassi dai lunghi capelli neri e dagli occhi che scintillano allegria e
bellezza; accanto Annalisa Cellamaro, elegante e solare e che essendo d’altezza
lillipuziana permette ad Alessandro Macelloni, simpaticamente mio segretario in
classe, di sfoggiare il suo miglior sorriso, quello che incanta i clienti e le
clienti, nell’albergo dove lavora con responsabilità e competenza; Poi Lorenzo
Rossi, misurato, dal portamento english collinare, formidabile commercialista,
che avrei giurato avrebbe svolto il lavoro per cui studiava perché la partita
doppia o ti prende da studente o mai più, a lui auguri per il matrimonio;
accanto, alto, sguardo mistico, che sembra intagliato nel noce, uomo
responsabile e dedito al nido pascoliano degli affetti come altri pochi,
Rizzato Matteo; accosto Paolo Gasperini, che sa tutto, vendendole, di auto,
cofani, cromature e anche, sembra, di ribaltabili. La sua casa andando verso
Casciana Terme, sotto un sole furibondo, era l’unica con i gerani scintillanti.
Un giorno mi fermai a chiedere a sua madre come riuscisse a tenerli in vita
senza che seccassero: “semplice prof… son di plastica!”; dietro il Gasp appare
Leonardo Rossi, fratello minore, ma tra loro ci corre un anno e qualcosa, di
Lorenzo: due fratelli, due caratteri completamente diversi: scomodo la letteratura
con Maupassant e Stevenson, anche se loro si vogliono un gran bene, ma Leonardo
è estroverso, espressivo, e a volte scarta di lato: nei sentimenti d’amore come
nel lavoro: niente scrivania, bensì trattore ed ettari di terreno da coltivare
a vino e olio. Scelta di successo. “A volte in tutta la giornata non vedo che qualche
allodola in volo, e rospi sui fossi, e guaiti d'animali lontani ascolto”.
Ecco, questa descrizione, è tutta tosca e altamente evocativa, e per questo gli
metto un voto alto: 10, come al Moretti. Voti che non hanno mai preso da studenti. La tradizione vive in loro. Il Moretti
vende apparecchi per i duri d’orecchio. Da Leonardo già a dicembre vado a
prender fiasco di vino e d’olio, dal Moretti, tra dieci anni, l’apparecchio per
sentire cosa mi diranno attorno. In basso, piegati come calciatori e
modelle, da sinistra: Francesca Ferretti, madre stupenda e fantasiosa, che
ho ritrovato dietro lenti binocolo dai grandi occhi intelligenti come quando mi
guardava dal banco senza perdere una parola;
Andrea Bianco, che allora straziava cuor di giovinette, col suo profilo da
predatore, e che ora “legato corto” impazza su Facebook con qualche rimando
malandrino. Restaura ogni edificio, e se avete una casupola, lui la trasforma
in reggia. Al centro, Michela Bottai, dai capelli corti, cortissimi (che come a
Francesca donano moltissimo) che esaltano l’ovale squisito del viso e lo sguardo
da monella. L’unica che abbia letto l’Ulisse di Joyce dei miei studenti; una
delle poche, pur nella timidezza dei diciotto anni, in cui intuivo
determinazione, coraggio delle scelte, indipendenza. (So che si scambia con Chiara Catapano, e mi fa molto piacere, anche alla poetessa e scrittrice, stessa età di Michela, i capelli corti donano fascino, e di coraggio al femminile se ne intende). Accanto c’è Francesca
Fornai. Certe madonne nei quadri del trecento fiorentino hanno il suo collo e
la sua finezza. Ogni sfumatura del lessico che fu del Boccaccio e Petrarca
le appartengono come se ne respirasse gli echi. Andrò ad ascoltare il suo corno suonato nella Filarmonica di Peccioli, se
sopravvivo al concerto del Citi a Lucca. Chiude la fila Matteo Arcenni. Ieri giovine
misurato ed educato. Signorile sempre. Si è mantenuto in questa dimensione
accrescendo doti ed eleganza.
Con tutti questi miei ex studenti ci ritroveremo. Ancora. Lo
so. Perché anche questo è un racconto. Ed è corale.
Claudio Di Scalzo
Ps. Cari studenti girate foto e racconto descrittivo al
proprietario dell’Alloro… varrà ampio sconto alla prossima cena… e, confido,
almeno una foglia per la mia fronte: di scrittore tosco che da Buti in foto con voi manda saluti. Anche aglia ssenti ed al tempo che verrà. Per tutti noi. CDS