Fiorenzo ti ha fatto vivere L'Esclusione! Sapendo come da piccola fosse stata la cifra terribile e dolente del tuo vissuto nella campagna torinese. Su di te applicata dalle compagne di giochi e dai loro familiari per vicende private della tua famiglia, politiche, anarchiche, che qui è inutile tornarci. Però, te lo ricordo, è proprio sull'esclusione che ti narrò aver vissuta anche Fiorenzo da piccolo, che tu provasti da subito amore per lui, rivelandogli le tue pene nell'infanzia nell'adolescenza, certa di cementare un'unione salda anche sul passato dolore comune.
La volgarità di Fiorenzo, proprio su questo tradimento, non è, secondo me, perdonabile, anche se s'affidasse a religioni le più diverse, non dico alla cristiana col suo Giuda!, o ad ogni scusa laica di manica larga in materia di etica qualora si sbandieri che uno si sente "strozzato" dai vari patti d'amore firmati in precedenza e magari, come nel caso di Fiorenzo, da lui stesso ideati.
La volgarità di Fiorenzo, proprio su questo tradimento, non è, secondo me, perdonabile, anche se s'affidasse a religioni le più diverse, non dico alla cristiana col suo Giuda!, o ad ogni scusa laica di manica larga in materia di etica qualora si sbandieri che uno si sente "strozzato" dai vari patti d'amore firmati in precedenza e magari, come nel caso di Fiorenzo, da lui stesso ideati.
CDS: "Aquila sulla preda", I
Ornitologia da
Banco Action Painting - 1975
LA MUSATA
Ovvero l’amore in pubblicità marca Stirner
(dagli “Amori a bassa quota”)
Prefazione
Questo racconto, come altri della
raccolta “Amori a bassa quota” narra un amore umoristico. Il genere l’ha
iniziato nel Novecento Milan Kundera con il suo libro “Amori ridicoli”. Ne “La
Musata” trapela il tragicomico con critica materialista alle carriere estetiche
e all’amore, idealistico, firmato episodicamente da contraenti senza il fisico
adatto… come eterno. È il caso di Ernestina e Fiorenzo.
Alcuni racconti di “Amori a bassa
quota” sono stati pubblicati nel 2008 sull’annuario Transmoderno Tellus:
“Febbre d’amore. Stendhal + Web”.
Le illustrazioni al racconto “La
Musata. Ovvero l’amore in pubblicità marca Stirner” provengono dalla cartella, a mia firma,
del 1975: “Il Cacciatore Stracco. Ornitologia da banco action painting”. Qui il
trittico: “aquila sulla preda”. I disegni son stati realizzati con uno
spazzolone intinto in scodelle di china nera e azzurra. L'arte segnica, che già
allora in tanti velavano di misticismo e cineserie e giapponeserie varie,
riceveva da me il colpo ironico dall'attrezzo più povero in cucina per
pulire con straccio, o cencio, alla pisana, i pavimenti.
Claudio Di Scalzo
LA MUSATA. OVVERO L’AMORE IN
PUBBLICITÀ MARCA STIRNER
Vite estetizzate in poesia
son tutte malnate compresa la fu mia
Anonimo Vecchianese
son tutte malnate compresa la fu mia
Anonimo Vecchianese
Sentimi Ernestina, dopo il tuo
sfogo letterario nell’I.Phone tourbillon vario sulla separazione in pubblicitario
addio in orario da Fiorenzo, e non so come l’espressione la dite voi a Torino,
però secondo me, al di là delle tue metafore dolenti sul palco delle figure
retoriche, tu stando pure in sala - paradosso intendimi - e sul palco appunto
con lui allestito… vuoi che te la dica?... tu Ernestina sei stata “presa per il
culo”, più liscia: “presa in giro alla grande!”. Più gassata: "Scaricata di brutto!".
Fiorenzo ti ha fatto vivere L'esclusione! Sapendo come da piccola fosse stata la cifra terribile e dolente del tuo vissuto nella campagna torinese. Su di te applicata dalle compagne di giochi e dai loro familiari per vicende private della tua famiglia, politiche, anarchiche, che qui è inutile tornarci. Però, te lo ricordo, è proprio sull'esclusione che ti narrò aver vissuta anche Fiorenzo da piccolo, che tu provasti da subito amore per lui, rivelandogli le tue pene nell'infanzia nell'adolescenza, certa di cementare un'unione salda anche sul passato dolore comune.
La volgarità di Fiorenzo, proprio su questo tradimento, non è, secondo me, perdonabile, anche se s'affidasse a religioni le più diverse, non dico alla cristiana col suo Giuda!, o ad ogni scusa laica di manica larga in materia di etica qualora si sbandieri che uno si sente "strozzato" dai vari patti d'amore firmati in precedenza e magari, come nel caso di Fiorenzo, da lui stesso ideati.
Ha inventato il tuo Fiorenzo un
“capolavoro” di squallore creativo nel quale soltanto una “credinciana”, detto
alla pisana, una scemotta candida, seppure direttrice creativa di una delle
maggiori agenzie pubblicitarie italiane come Oro Volante (consulenze marketing,
media relations, processi di planning e buying, media plan digitali, media
relations ecc), poteva cascarci! Una “covata poco” per stare all’efficace
ornitologia vernacola, da banco per fiera paesana. Come faccio ad affermarlo?
Basta consideri il tuo racconto, dei fatti, che mi hai trasmesso, a puntate,
nel telefono. Analizzo? Suvvìa!, analizziamo la “presa per il culo epocale” che
ti fa al còre tanto male. E proprio partendo dal linguaggio del tuo ex bel tomo
di astuzie mai domo. Con te Art Director in campagne pubblicitarie negli ultimi
anni. Sì sì Ernestina, acchiappo la spremitura del ridicolo nel tuo Fiorenzo,
perché la separazione da te è stata la manifestazione materialista di un
creativo pubblicitario fellone molto adone che tu credevi al fulmicotone. Hai
sempre vissuto la tensione generosa di scambiare il bronzo per oro. E così ora
ti ciucci il disdoro. Oh sì, Ernestina, mi garbano le rime come quelle nelle
filastrocche popolari, scoperte nel Corriere dei Piccoli che mi faceva
sfogliare mi-mà, valgono per il tuo Fiorenzo enfatico e superficiale che t’ha
venduto il similoro del tragico, e se permetti qui lo rivelo perquelchel’è,
dite così voi al Nord?, bigiotteria che t’ha reso la vita ria!
Te sai, Ernestina, che son sempre
stata anticomunista, non come te che sei un esempio di comunista scema, e come Fiorenzo esempio taroccato di comunismo furbo… però dal barbuto
di Treviri prendo la formuletta che la vita te la fa vedé non in vetta ma in
basso; e nel basso dei bisogni alienati e materiali ci stanno anche le corna da
mettere al partner: la necessità di Fiorenzo di “dialogare” con un’altra donna
e con la sua agenzia internazionale di creativi molto cosmopoliti: Pinka Paka
Marketing; l’apertura dialogica all’altro qui all’altra direttrice creativa e
brand manager capace di riunire azioni strategiche combinate di marketing
filosofico col web; le sue musate fiorite picchiando il grugno,
desiderante, nelle realizzazioni pubblicitarie della longilinea Astra
sincreristicamente tradotte in lingua inglese, "passeggiavo per Londra e pof!... come una musata!... ho visto un cartellone pubblicitario ideato da Astra!", da varie culture segniche
extraeuropee, atte a vendere il prodotto non solo nell’Italietta bensì da
Londra a Hong Kong passando per Nuova Delhi,… sono state le stesse esigenze di
“dialogo” che Fiorenzo usò per lasciare la sua precedente amante e mettersi in
amore creativo con te Ernestina. Se tu potessi chiedere ciò alla povera
abbandonata Luisella te lo conformerebbe. Magari fondate un duetto di
Ex-Baggiane! Scusami se sono brutale per cacciare con questo rito dal tuo
cervello il similoro furbastro. E mentre Fiorenzo “dialogava” per e-mail
auspicava un incontro ravvicinato con la stagionata destinataria viaggiatrice
linguista d’antiquaria cultrice varia, mirando all’alcova dove sembra a Fiorenzo riesca
l’inventiva cova.
Tutto ciò, Ernestina, tendi a
scordarlo. Te lo rammento! Anche perché quando da te c’era la fila per
“dialogare” tu fedele al Fiorenzo malato nell’osseo tormento come suora stavi
in convento. Riflettici. E capirai la presa per il culo epocale dove il tuo
amore è stato buttato, come da copione, sul fondale.
Fondale, come mi hai rivelato,
composto da sterminato epistolario tra te e Fiorenzo, colmo di perle inedite
d’immagini che tu con annesse parole nella luce della dedizione, inesausta,
spargevi ogni dì per guarire l’amato dai suoi vari malanni muscolari e angosce
familiari, mi ricordo l’opera in progress “Tutti i fiori del mondo per
Fiorenzo” da te disegnati l’estate scorsa che lui elettronicamente ricevendola
manco annacquava con qualche aggettivo; mentre, come da copione, lui
“dialogava”, e si dilungava, in copy e art, tutto preso in parola
incandescente, corpo e mente, con la sessantenne multilingue, che lei sì l’ha
guarito!, creando verbo evangelico pubblicitario e immagine per conquistare i
mercati asiatici. E tu, ignara della presa per il culo, pro bono, ricamavi,
oltre alle tavole infiorescenze, infilate parole perle nelle poesie romantiche
con il classico “ti amerò per sempre”. Controfirmate dallo scaltro
doppiogiochista Fiorenzo che rilanciava con diamante nella calura agostana per
te amante che non sapeva d’esser vana. Incapace di decifrar verità non ammessa
“dura” se non “oscura”, perché il male ontologicamente lo è: idiota e superbo
nel linguaggio sia in marca cristiana che atea: vive usando e ripudiando!
Ordunque tutta questa indefessa oreficeria creativa con lui ch’a volte ti
mostrava la piva, Ernestina, per ottenere cosa?, non scordartelo amica mia!,
che Fiorenzo le tue perle e fioriture se l’è prese e l’ha portate in dote, o
come si dice curriculum, nella londinese agenzia pubblicitaria. Con esse ha
ottenuto valutazioni entusiastiche dall’Amministratore Delegato della
multinazionale (che gli ha scritto una “lettera molto calorosa” per vincere la
sua debole resistenza al “tradimento” verso te e riguardo ad Oro Volante); con
iniziale carriera brillantissima, brillerà anche di notte nella fottitura con
l’Astra?, due astri della pubblicità internazionale lucenti più di Venere; intanto
che tu, Ernestina, col diamante in mano scoperto vetro per la delusione, e non
ancora ammessa “presa per il culo spaziale”, stavi ammalata più di là che
di qua! Nella terrestre ansietà.
Come vedi, intendi?, “presa per i
fondelli” molto materiale, non solo per carriera pubblicitaria internazionale
ma anche per gustare “fica nova”; eh si! La solita minestra prima o poi si
butta dalla finestra; il che è legittimo nella logica materiale
e istintuale, direbbe il buon Shopenhauer, però che la si compia senza
prendere in giro, cioè con le corna, chi s’intende abbandonare, stando con i
piedi il più a lungo possibile con i piedi in due staffe-fica e facendo passare
la “fica nova” per dantesca “vita nova” da crescere nel dialogo in valente
prova senza conseguenze per te. Che invece eri cerva estiva e poi autunnale e
poi invernale. L’entusiastico "dialogo" del Fiorenzo era la punta
dell’iceberg d’una presa per il culo immensamente gelida. Che ha sfondato il
tuo cuore affondandolo con ogni sogno pubblicitario dell’agenzia Oro Volante.
Dunque, Ernestina, singhiozzina,
mettitelo in testa, non colpevolizzarti come lui ha tentato d’importi, che tu
“strozzavi” la sua vita con i tuoi vagiti di richiesta d’esclusiva nella vostra
creatività di coppia che per anni era stata in cartellone, eh eh; “vuoi
l’esclusiva” ti ha scritto!, obliando quando ancora amandoti allestiva scalmane
di gelosia se tu rispondevi con un “ti bacio i polsi”, in una e-mail, a un
avvenente filosofo trentino conosciuto prima di lui senza peraltro averlo
frequentato in “dialogo” da vicino. Meglio, gonza d’Ernestina, se lo facevi dal
vero, baciando quella fantasia filosofica sopraffina. La fedeltà di Fiorenzo
s’è incrinata con qualche parola scopiazzata ben verbalizzata!
Con quante fregnacce enfatiche ti
ha giostrato! E a te che reagisci all’intuita presa per il culo ha avuto
l’ardire osceno di scriverti indignato: “Non tutto ciò ti quanto compi,
Ernestina, può essere perdonato da me! Fattene una ragione!”
Ecco il capolavoro del fellone senza uno straccio di spiegazione che ti getta in una spinosa mai iniziata tenzone. Il tutto perché Fiorenzo, pur essendo tu una bella donna, fra l’altro quarantenne, aveva fame e voglia d’altro miele, quello sulle labbra e sul clitoride di Astra da ciucciare. Tutto è così banale, infinitamente banale, tutto si rivela stupido, direbbe Laforgue, fumando lunghe sigarette e tu, scemotta, ti fumi inutili rimpianti?! Ma va là! Tra qualche manciata d’anni saranno, esattamente come me, come te, degli scheletretti immobili e stretti in qualche bara. Pensi li salvi, come non ci salveremo noi, dall’oblio, la targhetta lasciata - con laboriosa esaltazione di moda - da qualche parte che nessuno più netta dalla polvere?! Quanto conta, adesso, che ti convinca che il fattaccio cornificatore non contiene alcuna astrazione sublime, Ernestina, bensì istinto e calcolo di carriera ha nutrito il tuo “uso e ripudio”. Il che non mi sorprende, sia detto e ridetto, “così va il mondo” affermava Padron ‘Ntoni, perché non credo a nessuna eternità in amore, né a nessuna trascendenza oltre questo terrestre scalpicc’io di corpo ed es e super-io.
CDS: "Aquila sulla
preda", II
Ornitologia da Banco Action Painting - 1975
Il fantasioso, se ricordo giusto
Ernestina, ti ha anche infinocchiato convincendoti che ti aveva già incontrato
e con te vissuto in altre vite precedenti e che ancora dopo morti vi sareste di
nuovo ritrovati. Proprio una bella favoletta rivelatisi nera. Nerissima. Ci
mancherebbe che tu lo rincontrassi un tipetto così per darti ancora la stecca e
poi lasciarti per altro duetto. Certamente a questa religione di marca indiana
con reincarnazione tanto comoda, adattissima alla pubblicità eterna, il
fedifrago e l’altera snob custodente brand di successo si son convertiti al
volo; pertanto, se anche pure così fosse, vorrà dire che tu riapparirai
allodola e loro avvoltoi. Non saprai mai più in che cielo svolazzano tu
canterina Ernestina. E canterai, ci son tanti uomini canarini cardellini
passerotti fringuelli in giro per il creato, troverai il tuo per ramo adatto.
Ahi ahi Ernestina mia fessa
bambina quarantenne. Quella di Fiorenzo e dell’Astra è la semplice legge del
mercato applicata alla “merce amore”. Che camuffano con paroloni come le cicche
ficcate nella sabbia sotto gli ombrelloni. Legge che, dunque, io conosco. E
applico, sia chiaro. Però lo faccio a viso aperto con gli uomini a cui mi lego
per erosamore. Fiorenzo che è un codardo lo fa di nascosto. E uccide dietro le
spalle spargendo poi sul corpo enfatiche volanti calle. Per pulirsi la
coscienza. È il suo stile. Infatti il suo stile pubblicitario ha qualcosa di
funebre, di mortifero, non andrà lontano nella carriera lui e l’Astra, passata
la moda Dark, umbratile, dove si spettacolarizzano corpi e parole di contorno
per elevare il consumo sulla bellezza, cartapesta, dei miti odierni impastati
con quelli dell’antichità bric-a-brac.
“Ne ho visti di cavalli correre”,
si dice a Pisa, per poi azzopparsi nella troppa ambizione al galoppo. E se ti
può consolare, tenera Ernestina, c’è anche il proverbio che dice: “Il male gira
e rigira torna addosso a chi lo tira!”. Dai non piangere! Casomai ridi che
ascoltandomi risparmi tanti soldini che avresti dato allo psicoanalista.
Riprendo il filo. Degli accadimenti per te tanti tormenti.
Mentre tu, nell'agostana calura, tutta locca col
sorriso tutta bocca verso il Fiorenzo lontano che subiva stocca da malattia,
detta invalidante, creavi per lui per te le tavole per la pubblicità dell’acqua
minerale: “Sorgente di Superga”, il tuo Fiorenzo in miracolosa guarigione
smanettava sull’iPhone verso l’agenzia pubblicitaria Pinka Paka Marketing dopo averci
preso contatto, sospinto dalla attempata snob sessantenne superbe penne Astra - Fiorenzo ha sempre cercato una mamma e questa con i suoi sessantanove anni e capelli tinti sarà per lui il massimo - che studiava come applicare la lingua
orfica dei cretesi al lancio di un’auto ibrida giapponese finanziata da
multinazionale indiana interessata a carrozzerie richiamanti antiche culture
hindi mai tradotte su quattro ruote. Un’estetica pubblicitaria più che da
antologia direi da ontologia. Urca!, si sarà detto Fiorenzo, come un qualsiasi
piccolo-borghese frustrato, questa sì che è vita immaginifica cosmopolita -
riaggallava il suo decadentismo provinciale per distinguersi dalla plebe
culturale - porosamente d’annunziana. La pubblicità esce dall’ombra e diventa
chiara rivelazione per catturare le vendite, altro che richiami alla solita
cultura europea a trazione diesel-benzina!
A questo punto, Ernestina, eri
già bella e che fregata! Fiorenzo, se fosse stato onesto con te, avendo
rispetto per i tanti anni in comune nella vostra agenzia pubblicitaria torinese
e per la tua vocazione pro bono verso lui, avrebbe dovuto parlartene. E invece
avrà addirittura la faccia tosta, nel ghigno volgare e beffardo consenti lo
dica, di scriverti che lui agiva Pro Bono (ti superava neh! in bontà
disinteressata! roba da chiodi!) nel dialogo con Astra e gli altri londinesi!
Caspita che Pro Bono il suo! Pro Bono Malus!, se solo un mese dopo veniva
annunciata la sua campagna pubblicitaria nuova con Astra al fianco per l’auto
dell’avvenire! Di Pro Bono c’era, Ernestina, a iosa, la tua presa per il culo!
Oh Yes!
In quel periodo, immagino, tiro a
indovinare, ma è facile, avrà Fiorenzo allestito la solita pantomima che era
uso utilizzare anche con le donne amanti prima di te, con te allora vincitrice,
che quasi povera scema, avevi pena per il destino di Luisella; scrivendoti,
telegrafico, poi dimmi se ci indovino, il dialogo con altre donne creative
rafforza il nostro legame sentimentale e di lavoro, chi sa amare lo concede lo
incoraggia, la nostra chiesa pubblicitaria posa su roccia inscalfibile,
difenderò il nostro vessillo Oro Volante nell’immaginario con questi interlocutori e
interlocutrici, e così via, vero Ernestina?, aggiungendo: “ora però ho bisogno
di virtuoso silenzio tra noi due per sanare queste incomprensioni tra me e te”.
Recita collaudata. Ah, Ernestina, mi confermi che ci indovino pari pari! Non ci
vuol molto, credimi, a rivelare i luoghi comuni con cui i codardi come Fiorenzo
mascherano le corna e gli addii.
Fiorenzo si ritiene sommamente
creativo, glielo hanno certificato pure i londinesi nel comunicato a gennaio
per la sua assunzione nell’agenzia, e nel lasciare la compagna Ernestina, non
dimentichiamo che tu lo credevi un compagno anarchico, alla quale aveva
promesso cura del suo vissuto segnato da tragedie altissime, invece ha poi usato, agendo
nell’ombra squallida, il frasario più trito e scontato che fan
meglio gli impiegati del catasto!
Sapeva di te il molto che tu fiduciosa gli avevi confidato credo al primo uomo, e spero che almeno il “dolore senza fine” dei tuoi venti anni glielo abbia taciuto, assieme alle poesie che in esso scrivesti, un tipo così sarebbe capace di farne un uso sacrilego nell’agenzia in cui è approdato, te lo garantisco; ciò almeno glielo hai celato? Ah mi rincuora saperlo, l’essenziale non lo conosce. Non lo vedrai mercificato nei suoi scambi in Pinka Paka Marketing come altro a tua firma inventiva. Mi annichilisce, però, sapere quanto ti sei umiliata, scrivendogli che avevi solo lui! Cosa vuoi gliene fregasse ormai! A un anaffettivo simile!
Sapeva di te il molto che tu fiduciosa gli avevi confidato credo al primo uomo, e spero che almeno il “dolore senza fine” dei tuoi venti anni glielo abbia taciuto, assieme alle poesie che in esso scrivesti, un tipo così sarebbe capace di farne un uso sacrilego nell’agenzia in cui è approdato, te lo garantisco; ciò almeno glielo hai celato? Ah mi rincuora saperlo, l’essenziale non lo conosce. Non lo vedrai mercificato nei suoi scambi in Pinka Paka Marketing come altro a tua firma inventiva. Mi annichilisce, però, sapere quanto ti sei umiliata, scrivendogli che avevi solo lui! Cosa vuoi gliene fregasse ormai! A un anaffettivo simile!
Ernestina se vuoi smetto questa
mia impietosa indagine sul suo campionario! Ah vuoi bere l’amaro calice fino in
fondo! Ti fa onore. Segno che sei forte a capire, oggi, la Croce che t’è
toccata. Del resto considero Fiorenzo né più né meno che un Giuda! Pertanto
proseguo.
Vediamo se indovino altro su quei
giorni freddi e malati. Compreso che il mese precedente alla vostra ufficiale
separazione, nel febbraietto corto e maledetto appunto, con te che chiedevi di
incontrarlo, lui nella lontanissima, eh Ernestina, Chioggia, ti liquidava
informandoti che la sua malattia lo faceva parlare a fatica, persino al
cellulare, figurati a muoversi col treno, escluso possiamo incontrarci e farmi
vedere da te così combinato e dolorante, aggiungeva martirizzato, sto sdraiato
dormo negli antidolorifici! Ah Ernestina mia, non sono chiromante, ti delineo
la tua presa per il culo; oh certo che veramente ha sempre sofferto di
reumatismi, ma c’era in corso la cura segnica e linguistica di Astra sulle sue
giunture; e difatti, una settimana dopo che tu hai ricevuto il trafiletto
d’addio, l’invalido Fiorenzo, te l’ha pure scritto mi sembra, “la malattia è
regredita”, si è fittonato a Londra per le presentazioni di rito, tutto
sorridente in squadra accanto ad Astra; “giornata memorabile” ha sentenziato
rilanciando sul web e vari social l’album fotografico dell’auto genialmente
ibrida nata dalla sua ibridazione di pavone con le piume celesti della dea
tentacolare Astralì! Non escludo, sai, non ti traumatizzare, che mentre ti
scriveva i rari trafiletti nel freddo mese, magari già l’Astra indiana, si
gingillasse il suo cazzo in bocca; vuoi intendere o no?!, Ernestina, o hai
dimenticato, me lo confidasti turbata, come Fiorenzo a letto con te, nel
migliore albergo di Torino, rassicurasse la povera Luisella, nudo e saziato di
trombate? Ah, ci ridi! buon segno; la presa per il culo parte dagli organi
sessuali e poi su di essi ci puoi anche costruire la poesia pagoda estetico
pubblicitaria dell’immagine allegorica o metaforica che goda del successo, ma
rimangono, Ernestina, corna e presa per il culo!
CDS: "Aquila sulla
preda", III
Ornitologia da Banco Action Painting - 1975
Fiorenzo, mia stremata Ernestina,
compie i tradimenti senza manco accorgersi della gravità etica dei suoi atti,
con l’esaltata estetica pubblicitaria giustifica atti squallidi, e per colmo
accusa gli altri, in questo caso te, lo ripeto, di voglia di “esclusiva”; “tu
vuoi l’esclusiva” ti ha scritto, scomodando, ovviamente, la sua libertà
estetica e personale; e tu, Ernestina, avresti dovuto rispondergli: io voglio
parlarti da vicino, senza telefoni spenti! Ricordagli quando anni prima ti aveva fatto giurare che tu mai avresti messo segreteria telefonica che l'angosciava terribilmente; giuramento da te sempre rispettato nei litigi amorosi. Poi prendere l’auto e andare a
vedere le sue pupille a Chioggia. E invece sei stata travolta dai
sanguinamenti. Rinchiusa in casa sul divano. Patetica eroina da romanticismo
vittoriano che singulta: “Non mi lasciare... non così ferita!”. Posso anche
immaginare le tue sterminate lettere accorate, tutte senza risposta, manco
lette da Fiorenzo, che magari, per le tue proteste per quanto intuivi di
tradimento in corso con presa in giro del vostro legame sentimentale e la
vostra comune avventura nella pubblicità, ti avrà pure redarguita, sgridata,
con linguina serpentella dal sonaglio della sua etica distorta: sei diventata
rancorosa, mi rinfacci quello che hai fatto per me!; hai distrutto tutto, non
agisce così chi ama chi vuol bene, e dopo l’elenco dei luoghi comuni in materia
ha preso la palla al balzo del dolore altrui per ricavarne legittimazione al
proprio odioso estetico sfarzo, ecco il super luogo comune, il colpo da KO
usato da centinaia di anni dagli uomini stronzi: mi prendo dinanzi al tuo
comportamento sconsiderato che nessuna amante degna usa la responsabilità di
dirti Addio: non voglio più avere rapporti con te! Addio.
Bravo Fiorenzo! Perfetto! Non
necessiti di bis! Un classico di doppiezza disumana direi, il carnefice si
nomina vittima! Oh Ernestina che inferno t’ha rovesciato addosso
quest’individuo!; non lo so se è un problema anche psichiatrico, di certo è una
presa per il culo psicotica geniale! Ti ha venduto la pubblicità di sé stesso
più falsa e tu, Ernestina, in certi momenti l’hai ritenuta vera! Fino, nelle
lettere tue sterminate, posso intuirlo, a scusarti: che scema lodoletta! Poi ti
sei lentamente snebbiata e sdubbiata: ma ti c’è voluto troppo tempo e troppe
nausee che ti hanno rovesciato lo stomaco!
Hai scoperto, addirittura,
soffrendone “a bestia” che in certe sue dediche on line, nel sito dell’agenzia
londinese Pinka Paka Marketing, alle creazioni di Astra, Fiorenzo usava la stessa immagine
metaforica usata per te anni prima, nelle e-mail amorose al cubo: “la tua
parola creativa è come il Verbo, come un sasso che cade nell’acqua essa allarga
i cerchi verso me”.
Ah ah ah, Ernestina, ridici
finalmente. Fiorenzo più che un sasso è un sughero che sa come stare a galla
nel suo “particulare” interesse. Direbbe Guicciardini che dei furbi nel
Rinascimento, qui si tratta di Rinascimento pubblicitario!, ne fece elenco,
senza farsi illusioni sul male utile che porta a stati virtuosi come credeva il
suo dirimpettaio fiorentino Machiavelli.
Oh sì, Ernestina, pensavi fosse
soltanto il tuo ex-Fiorenzo fiorito altrove ex ganzo! e l’algida Astra
dall’estetica fausta!?, con il loro mestiere spurio di citazioni dal gotha del
pensiero per pubblicitario successo fulgido siero!, a saper di filosofia
politica sull’arido vero!?... però occhio alla basilare differenza!, la tua
sottoscritta amica divulga il materialismo storico e dialettico per guarirti
dal faccino mogio. Ah, benissimo, stai meglio ad ascoltarmi!, urca, allora
posso concludere riassumendo il superlativo raggiro elettronico di Fiorenzo, la
presa per il culo al cubo telematico!
Tu Ernestina l’hai saputo dal
web, che la celebre e internazionale agenzia pubblicitaria Pinka Paka Marketing aveva
assunto Fiorenzo!
Posso immaginare che una
pallottola colt tra le scapole al buio ti avrebbe dato meno dolore e sconcerto!
Gli hai scritto disperata e
trasecolata un’ultima e-mail chiedendo chiarimenti urgenti. Ti ha risposto con
scrittarello winchester, al telefono non se la sentiva, ancora una volta, di
parlarti il povero muto! dopo anni a cercarti giornalmente per ogni problema
suo da mettere in comune, dai genitori ostili, al nipote dislessico a scuola,
alle incomprensioni con altri colleghi in quel di Torino, al mare mosso a
Chioggia, ai guai della salute malferma in ossa e muscolatura con febbri varie,
più altri accidenti spirituali sulla marcia nella pubblicità duemila… da
intrecciare con i tuoi malanni anche tu lamentosa; e tu che da questa intesa
ricavavi l’idea di famiglia di bene, visti i passati inferni domestici… invece
cosa t’è toccato leggere?, lo smemorato Fiorenzo faccia di legno così ti
rispondeva: “Ho avuto colloqui, certo, dialogo, fin dall’estate scorsa, ma sono
stato inserito nell’agenzia a mia insaputa!”
L'incredibile della faccenda che
virava sul comico, Ernestina, è che tu ci hai creduto! Hai creduto che lui
Fiorenzo come un virtuoso Re Enzio pascoliano prigioniero di chissà quale
vicenda tormentosa!, si togliesse dall’agenzia dei creativi londinesi per cui
tanto avea tramato.
Ricordo, questa è proprio da
ridere, che anni fa ci fu un politico di Imperia, appunto Ernestina dove nacque
Giovanni Boine che un suo solo frammento rivelava come la punta di un iceberg,
uso ancora quest’immagine, un’immensità di etica dolente, tale Scajola ministro
di un governo Berlusconi che aveva ricevuto, “a sua insaputa”, un attico con
vista sul Colosseo da un costruttore edile. È capitato, ahinoi!, anche al bel
Fiorenzo! Che menzogna assurda ancora tentava di farti “bere”! Oltretutto,
Ernestina, se l’è presa con te che l’avevi “devastato” con i tuoi dubbi e
richieste di chiarimenti per il destino del vostro lavoro pubblicitario comune
oltre che per il legame amoroso! Ma, scusa tanto, non avrebbe dovuto
prendersela con i dirigenti della Pinka Paka che usavano il suo nome a
sproposito on line?!
Hai quasi abboccato, un'ultima volta, alle lamentele del neo-filosofo astrale Fiorenzo che rimproverava la tua vocazione "devastante" ad imporgli scelta, Aut-Aut, tra dialogare con Pinka Paka e in "esclusiva" con te. Come se non avesse già scelto nell'ombra! Il meschino. Non ti meravigliare se tra qualche tempo, questo bugiardo, arriverà a scrivere favolette autogiustificatorie sulla sua etica inesistente in amore, "usando" il filosofo danese Kierkegaard! - con impudente superficialità! - in qualche pubblicità per il libro sul suo successo nel marketing che certamente scriverà prefato da Astralì. In questo caso la presa per il culo sarà perfettamente colta. E a seconda dell'accento grave o acuto sulla "o" il risultato non cambia, ma è doppio, come tutto in questa penosa e ridicola vicenda.
Hai quasi abboccato, un'ultima volta, alle lamentele del neo-filosofo astrale Fiorenzo che rimproverava la tua vocazione "devastante" ad imporgli scelta, Aut-Aut, tra dialogare con Pinka Paka e in "esclusiva" con te. Come se non avesse già scelto nell'ombra! Il meschino. Non ti meravigliare se tra qualche tempo, questo bugiardo, arriverà a scrivere favolette autogiustificatorie sulla sua etica inesistente in amore, "usando" il filosofo danese Kierkegaard! - con impudente superficialità! - in qualche pubblicità per il libro sul suo successo nel marketing che certamente scriverà prefato da Astralì. In questo caso la presa per il culo sarà perfettamente colta. E a seconda dell'accento grave o acuto sulla "o" il risultato non cambia, ma è doppio, come tutto in questa penosa e ridicola vicenda.
”Non capisco perché vuoi tarparmi
le ali quando spicco il volo” ha sottolineato con enfasi ornitologica
l’avvoltoio di Chioggia. Mentiva come pioggia sul ferro e si mostrava in uggia.
Si può essere più stronzi? Messo alle strette dalla tua epistolarietà
debortante a cui mai ha risposto nel merito, lo sottolineo ancora, se n’è
uscito sintetico, molto scocciato ed esuberante con tono di sfida sfrontata a
rimarcare il suo riconosciuto valore creativo di pubblicitario, rivelando
altresì il suo atavico complesso d’inferiorità bisognoso di plausi maturato
sulle ripe adriatiche,… che aveva già rifiutato “due volte” l’anno prima
l’ingresso nell’agenzia londinese.
Il suo atto di protervia
aggressivo, teso a ferirti inutilmente, Ernestina, come se non lo fossi già
abbastanza, rivelava ogni sua manovra dietro le tue spalle da tempo in corso.
Com’è possibile comportarsi in questa maniera e pretendere di dar lezioni di
etica a una donna buona, ancorché covata poco, come te? Ernestina provo uno
schifo come mai l’ho provato. Che tu non abbia più una tale serpe in seno… è un
vantaggio per la tua persona! Fiorenzo t’invidiava e voleva ucciderti. Lo
rivela la sua ingenuità linguistica cattiva, propria dei mediocri nello
spirito, e di quelli, consentimelo, che son bronzo e si credono oro. Il bronzo
di Mammona!
Tu, mite Ernestina, all’oscuro
d’ogni maneggio astrale e musale. Tu sì! sei stata devastata da un dolore senza
fine! Se questo figurino ed ometto ti avesse parlato chiaro, seppur grulla, ti
saresti evitata il “non c’è due senza tre”, beffa ulteriore dopo il Fiorenzo
assunto a sua insaputa! E cioè scoprire che per due volte era stato cercato per
assurgere all’olimpo Tika Taka e la vista di foto dello staff sparata sui
social e sui giornali inglesi ed italiani on line, con il Fiorito alla gloria
pubblicitaria, in coppia astrale e sostanziale, la fica nova insomma da gustare
ben invecchiata come il vino, gioiosa in Trafalgar Square!
Ernestina, per superare il
nichilismo da presa per il culo di Fiorenzo, dovresti leggere Stirner: L’Unico
e la sua proprietà. Non lo conosci? Malissimo. Recupera il ritardo! A cosa può
servirti? Ti serve a capire il passato ed a “pararti” per il futuro! Ti faccio
un esempio calzante per te per il tuo ex amante in amor pubblicitario pulsante.
Se gli hai scritto, come credo tu abbia fatto conoscendoti, più volte della sua
importanza nella tua biografia accidentata in amore, hai commesso la più
plateale delle ingenuità! Stirner afferma a ragione, ed io uso il suo
anarchismo accosto al comunismo di Marx seppur loro fossero teoricamente
nemici, che amare porta al risultato, tanto più se uno o una cerca l’amore
assoluto scemenza romantica, di consegnarsi legato mani e piedi all’altra
persona. Seguendo questa scoperta, io, Ernestina, mi sono evitata di farmi
prendere per il culo dalla génia diffusa dei Fiorenzo, guarda un po’ che
utilità la filosofia che si basa sugli istinti, anche bassi. Ma veri! Se
infatti tutto si basa sull’egoismo del singolo, come rivela Stirner, hai
voglia, benedetta Ernestina, di scrivere “Ho solo te Fiorenzo”, quando l’altro,
egoisticamente, trova ambisce desidera altro miele di fica sulle cui labbra
s’eleva la creatività mercantile pubblicitaria ritenuta unica di Astra!,
l’altro, in questo caso Fiorenzo, ti scarica perché non gli servi né gli
interessi più! E se, come te hai tinto l’amore nel blu invece che in
basso, ci soffri ancor di più, con ogni angoscia che ti porta a spasso. Ti
garba la stornellata stirneriana Ernestina? Ricordatela svegliandoti domattina.
Fiorenza e la smagata Astra,
seppur camuffati dietro altisonanti teorie di marketing metafisico, applicano
ai sentimenti Stirner, e nella pubblicità creativa realizzano i loro egoismi.
L’amore è una “cosa” in pubblicità, cosa, da usare e consumare. Godendo
l’attimo e il tempo per poi passare ad altra cosa amorosa godimentosa. Punto!
Legge Stirner, Ernestina, che, non stupirti, applico prima che la applichino, i
Fiorenzo stronzi, a me!
Ecco-e-qua!… diceva Pappagone di
De Filippo nella TV in bianco e nero. Il tuo Fiorenzo tanti colori è questo che
t’ho mostrato: nudo e crudo. Ernestina mia. Un pochino di mio umorismo un
pochetto di materialismo ti hanno rivelato Ernestina pallidina la pasta vera
dell’uomo che hai amato e che spero da oggi in poi tu possa rubricare, dandogli oblio, alla voce: Fregature oscure e dure. Tu Ernestina, pubblicitaria secondo
me di gran lunga superiore a Fiorenzo ed a questa pompata di Astra segaligna
che castra seriosa tigna, ora puoi intendere il “mercato” dell’ex amato che era
ed è pessimo usato. E dedicarti alla ricerca di un amore, tu ci credi devi
ancora tentare, che non usa né necessita di trucchi di carriera luminosa
pubblicitaria. Ernestina, mia stremata passerottina, sappi che apprezzo la tua
scelta di andare a insegnare arti in una scuola delle medie inferiori. Lì
vivrai più serena e troverai il bene che meriti guarendo da ogni abbaglio che
la pubblicità, la tua antica professione, ha moltiplicato fin quasi ad
ucciderti. Da me, dalla tua Matilde, ricordati troverai sempre il cacciucco. Mi
bolle l’orecchio come credo bolli a te, su questa triste e ridicola vicenda non
torneremo più. A presto da vicino.