venerdì 30 settembre 2022

Claudio Di Scalzo: L'Attore Stellato e Ragazza Primavera, 1



CDS: "L'Attore Stellato" - 19.IV.2010

                 
                        


Claudio Di Scalzo
L'ATTORE STELLATO

Sono L’Attore Stellato… mi chiamo così perché fin da piccolo ho recitato sull’impiantito della camera e col bel tempo nel giardino tra un noce e una magnolia e un pino… parti di me che dialogavano con le stelle, i pianeti, gli animali notturni, le fotografie, i libri che si leggono a notte, e quelli che scritti e perduti a volte riappaiono alla mente col plenilunio,… ho recitato per anni facendo ridere e commuovere, ridendo di me stesso e di me stesso piangere… ho una voce la cui modulazione non ha avuto bisogno di studio e insegnanti per raggiungere quanto m’appariva o mi ruotava attorno perché ci sono nato… essa è cresciuta anche nell’inferno domestico e tra storie di padri e stirpi crudeli trascinati nelle pieghe della storia… e per questo L’Attore Stellato che sono recita anche per le ideologie che altri in me vissero e ne furono travolti… recito anche l’Amore che non ho mai avuto come volevo… e allora la mia apparizione su questo tavolaccio elettronico lo dedico a una donna… che non so se esiste… che forse è nascosta là fuori… e prima o poi la troverò… stasera le dedico questa incipit favolistico... che assieme a un Attore Stellato se fosse amato, se ella  esistesse stellata presenza terrestre da qualche parte, potrebbe continuare… con me!


                
RAGAZZA PRIMAVERA
ovvero giovane donna sul Pontile

Ieri sera  guardavo il cielo e c'era il tuo profumo sul mio cuscino... La tua parola ha un buon odore e sentirmelo vicino m'ha fatto addormentare come in una tana. 
...tu sei la mia tana- hai braccia come lunghi rami e il petto morbida bambagia per le mie guance rosa. Io qui sverno, e a primavera scelgo di restare, perché dai tuoi bracciarami vedo il mondo come sempre ho desiderato, e il tuo cuore pulsa come un universo in espansione.
Attore Stellato pare ti chiamino... Quand'ero bimba non sapevo che nome avessi, allora mi sono inventata il tuo sguardo nel manto di stelle sopra la mia città. 
Se ti trovo, se ti trovo, con queste parole io ti sposo.

aprile 2010






           
           

Sara Esserino: La Bambina sul pontile. Fiaba per l' Attore Stellato, 6




                                                    
                                      
                                         CDS: Luna al limone, notte senza dimensione - 24.IV.201o
                                                                                                   





                    
LA BAMBINA SUL PONTILE


Caro Attore Stellato... anch'io stasera, in questo giardino vecchianese, tra un pino un noce e una magnolia e con una buccia di limone proprio buffa che fa la parte della luna... recito una fiaba per commuovere... tua Sara Cardellino
                

C'era un tempo ch'era un luogo: la banchina di un porto.

E un uomo ch'era insieme, ancora, chierichetto monello e capitano d'antica nave cresciuta sopra una camera o forse mansarda. Egli viaggiava con questo vascello composto anche del suo sogno d'alberature e flutti sulle montagne,... viaggiava viaggiava viaggiava sperando - un giorno - di poter attraccare in un porto, e scendendo dal ponte sul molo trovare la mano dell'amore che stringeva la sua.
            
Con lei andrò a comprare un carciofo, si diceva, perché tra questi aspri monti non crescono carciofi da gustare nell'intingolo foglia a foglia, evitando il prune. (E se questo era un desiderio simbolico o solamente naif, un po' scemo,  lui non lo sapeva: però se senso della sua vita aveva la mano nella sua andandolo a comprare assieme glielo avrebbe rivelato).

Ma gli anni passavano, il chierichetto era diventato più che altro un capitano solitario, un vecchio lupo di mare che sognava di giorno e la notte parlava con l'amico barbiere morto da anni. Era una persona molto pratica, ma nessuno se ne accorgeva... Neppure lui in effetti ne era un gran che certo. E doveva star lì a navigare in una stanza a vele dispiegate nel sogno senza sbocco!

Altrove c'era una bimba poetessa, piccola piccola che guardava spesso le stelle - soprattutto nei cieli estivi sul mare - . La sua vita passava con lei ritta sul molo della città. Così vide molti luoghi fantastici, raggiunse paesi dove i cammelli pascolavano il deserto e dove gli dei ridevano allegri increspando di bianco le onde.
              
Lei scriveva parole con la bocca e gli occhi e le sopracciglia... e aveva con sé una tazzina con dell'olio, una goccia di limone, ma non aveva il carciofo. Nessuno leggeva quelle poesie così belle, e quindi attendeva sul molo viaggiando ancor più lontano. E l'intingolo mancato faceva apparire la sua personcina solitaria ancor più insensata agli occhi degli altri.
              
Un giorno d'inverno, quando il mondo pareva una strada chiusa per il Chierichetto Capitano, la nave attraccò dalla montagna su di un'onda più ampia di altre: lì in cima giocava graziosa, sul pontile, la Bimba poetessa con immagini struggenti evocate che sembravano un'estate da film cinemascope. Il Chierichetto guardò in viso la Bimba, il Capitano guardò il volto della Poetessa: lì - su quel viso tanto delicato - lesse poemi immensi, lesse la sua stessa vita e le avventure vissute in una nave che da anni solcava gli alti flutti  dei monti... La poetessa - per la prima volta - sentì pronunciare le parole che da anni aveva raccolto nella sua camicetta, tanto che il petto le scoppiava d'amore.
                
Non si dissero nulla. Lei allungò la mano, lui gliela strinse.
                  
Era una vita sola. Una vita che si ricongiungeva. E anche il carciofo avrebbe trovato il suo olio, la goccia di limone, denti sorridenti.


Sara Cardellino



°°°






NOTA 
     
L'Attore Stellato e Ragazza Primavera sono i protagonisti di un Teatrale Poema Grafico. Claudio e Sara lo stanno scrivendo in progress. E ne pubblicano alcune parti su questo weblog. Il fiabesco Teatrale poema grafico verrà poi  recitato dai due autori. 
 Claudio Di Scalzo
il 24 aprile 2017





giovedì 29 settembre 2022

Claudio Di Scalzo: Dittico del 7 ottobre 2013 per Sara Capei Corti


CDS: "Alla Signora della Poesia Sara Capei Corti"
21 x 30, acrilico su carta - ottobre 2013







Claudio Di Scalzo

DITTICO DEL 7 OTTOBRE 2013

a Sara Capei Corti

(Colore e b/n autunnali ore)


1
Segno rosso dell’espressione

Costellazione dei sensi in pegno






 





2

Sonoro oscillare del geranio
parole ricordate accoste al glicine bianco







Claudio Di Scalzo: "Sara Capei Corti in Garfagnana. Tavola Tellus


CDS: "Sara Capei Corti boschiva in Garfagnana" - Ottobre 2013







                      Claudio Di Scalzo

                      PITTURA DA CAMERA DA RADURA

                                

                      Se il bosco in Garfagnana guarda
                      Sara Capei Corti 
               venti portano sulla mensa
                      foglie danzanti  nell’ultimo sole.
                      L’azzurro prodigo dell’autunno
                      S’affida a nuvole che sembrano farina
                      Adatta a ogni lievitazione di felicità.

                              (...)










mercoledì 28 settembre 2022

Claudio Di Scalzo: "20 dicembre 2010. Terra di Ross". A Luigia Zamorano, II

 
Cds, "20 dicembre 2010 - Terra di Ross, I". A Luigia Z. - Matita, tempera, collage
 



Claudio Di Scalzo

20 DICEMBRE  2010. TERRA DI ROSS, II

Ruota il gelo ruota il ghiaccio
Vasaio del dolore ruota
Anche dicembre e il Natale
Su questo mare di vetro
Che separa dalla parola
che cade goccia
Di pianto
L’Angelo…
da tutto

A Luigia Zamorano
che conosce il silenzio di Dio
e temperature che rendono viola la pelle


Esploratore un tempo Bambino sulla sedia
dona questo disegno
da un'altra gelida solitudine
con tutta la tenerezza che possiede
per il Natale che viene.
E ritto su di una sedia ti vede...


°°°

HAENDEL
  
ANDANTE WATER MUSIC

http://www.youtube.com/watch?v=4z5HAsUjFEQ&feature=related



°°°



 

Claudio Di Scalzo: Un'unica freccia per unico collo. Da "Il Polo Sud di Luigia Zamorano"


                             
Freccia per il collo di Luigia Z. - Foto CDS, 2011


Claudio Di Scalzo
FRECCIA PER IL COLLO 
DI LUIGIA ZAMORANO

Un'unica freccia per unico collo che bersaglio non manca nella sua mira fende l’aria di ghiaccio e calore porta alle midolla dell’amata  -  valica quanto avvampa nella resa alla cuspide  trascinando con sé del tempo polare il compimento: avendoti creato arciere - sussurri - ti ricreo in me nei sensi tutti da toccar con dito.


 

martedì 27 settembre 2022

Claudio Di Scalzo detto Accio: Bacio Guapo per Sara Capei Corti Cinemascope.14.2.2015


CDS: "Bacio guapo" - A Sara Capei Corti




Claudio Di Scalzo

BACIO GUAPO

14.II.2015


E fui assorbito dal bacio
guapo per la guapa
nello spirto tutto di cocco bianco
rosso gola della lingua – alimento
origine pungolo voce narrazione
dell’amore ricomposto in poema
nel febbraio – Baciandoti
aggiungo la presenza ancora
dove vissi come personaggio. La forza
tepida dei visi accosti neve di parole
s’avverano  profumo di viole.
Porto nel disegno il germoglio
che annuisce di te in me la dimora
sul davanzale della sera unica.



 CDS
"Bacio cinemascope di Acio guapo con la guapa grandi pope"
 14.II.2015 - Tavola per evocazione matissian-picassa.










mercoledì 14 settembre 2022

Claudio Di Scalzo: Cromatismo serale di Stormy Catherine



Stormy Catherine nella sera sulla brughiera - Foto CDS


Claudio Di Scalzo
CROMATISMO SERALE DI STORMY CATHERINE
Il verde della brughiera nella lucidità della sua esperienza entra nel blu serale e promuove tutto l’erotismo di cui Stormy Catherine è capace – Racchiusa in rettangoli la sorte degli alberi s'affidò alla remissione della sera e in compagnia si sciolsero nello sguardo della donna che amavo – Sulle origini del nostro romanzo fummo pragmatici e parlammo di noi come soggetti alla legge profittevole dei sensi e come oggetti della parola che scolpiva il vento. Vento che improvvisamente si mise a soffiare sul verde sul blu come se la sovversione fosse alle porte dei nostri antichi manieri. E volesse cibarsi delle nostra cervella nominanti furore e amore per supplemento d’intreccio. 
Mi hai fotografata come volevo, Accio Heathcliff, nell’individualità durevole e affermata che morde il collo: sono la prigioniera che ti racchiude nella sbarre d’un cromatismo sacrificale e multimediale.
L’attività sensibile saliva ogni gioco. 
Mi piace la filosofia che s’abbocca all’astrazione geometrica dell’estasi. Stormy Catherine dice. Se fossi l’incarnato d’un solo aforisma di Bataille ti prendo in me come ogni infanzia del piacere. Sei contento zingaraccio?



sabato 10 settembre 2022

Alice Pagès: Manuale di Volo. A cura di Claudio Di Scalzo

 



MANUALE DI VOLO

Ogni volatile porta nel becco una lettera, e tutti riescono a chiedermi: “Voli? Da questa terrazza voli?” Io volo sbattendo le ali sopra un campo di male candito di mele; Io volo in picchiata precipitando in me per farti giocare a ricomporre il mio essere; Io volo planando sulle rive della tua incoscienza raschiando piume fino al sangue; Io volo tenendo il becco aperto perché... se mi vuoi nutrire... sai come fare; Io volo a occhi chiusi e per arrivare a te mi basta la spinta del tuo respiro; Io volo sulle onde del mare e con tanto blu attorno non lo distinguo dal cielo (come non distinguo te da Eros); Io volo fiacca, sulle ali degli alisei, che fiacchi volano, sulle ali del padre di Abramo; Io volo stanca nel varcare l'infinito quando l'infinito me lo trascino dentro non riuscendo a confinarlo al di fuori del niente; Io volo angelica nella speranza che esista un purgatorio dove possa vomitare le lumache che becco per terra, colpevoli di essere il mio dessert preferito; Io volo da sola e il mio pigolio non è compreso né dagli uomini né dagli uccelli e sola resto ascoltando i canti degli uomini e degli uccelli; Io volo di continuo per non essere uccisa, perché nel delirio della mia esistenza prevale la ricerca dello spiedo; Io volo, volo, volo e la mia apertura alare, va da Pisa al Pacifico, mi basta una notte per girare il mondo, eppure volteggiando centinaia di volte al minuto non riesco a giurare fede a me stessa.

Alice Pagès



Manuale di volo è stato pubblicato sull'annuario Tellus 29: "Febbre d'amore", 2008. E sempre nell'annuario Tellus 30: "Nomi per 4 stagioni", nella sezione "Tastiera rosa pallido", ho curato un'antologia di scritti di Alice Pagès.
 
 
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(dalle Notizie biografiche sull'Annuario, cit)
 
Sono nata il 14 luglio 1989 a Pisa, mio padre era francese, sceso in Toscana poco più che ventenne per studiare alla Scuola Normale di Pisa, di fatto in pochi mesi ha rivoluzionato la sua vita. Trovò lavoro di sera, come cameriere in un ristorante del centro, di giorno guida turistica per i francesi in Piazza dei Miracoli. Non poteva studiare, con la sua donna incinta e una figlia in arrivo!
Nata nel giorno della presa delal Bastiglia, impossibile non avere un destino combattuto.
Sono cresciuta in un paese alla periferia di Pisa, dalla finestra della mia vecchia casa vedevo la punta della Torre pendente, dalla terrazza in cui mi sono rifugiata adesso invece, soltanto altri palazzi e tetti anonimi.
Suono il pianoforte da quando avevo cinque anni. Otto Bach è il piano nero che ho nel mio appartamento e uno Steinway a mezzacoda bianco, quello che si trova nella casa dei nonni in Francia. Per me la musica classica è quella di Mozart, di Beethoven e di Bach, poi ascolto anche quella commerciale, Michael Bublé per divertirmi, Shakira per caricarmi e Laura Pausini per piangere un po'. Il verde smeraldo è il mio colore, come i miei occhi. Goethe il mio scrittore preferito, "Somersby" il film che non mi stancherò mai di rivedere, Contessa è la mia cavalla, Vienna la città in cui vorrei mettere radici... Vittorio... l'amore  e il dolore della mia vita! Nel fumetto così mi disegna mio cugino. AP






AlicePagès: Albero nell’immobile vento vile in tempo


  
                                                 A.P., "Kirra. Fotogramma alla maniera di Fabio Nardi"






ALBERO NEL TEMPO IMMOBILE DEL VILE VENTO

Inquieta osservo i rami violentati, senza scampo in balìa di un vento australiano a me sconosciuto. Aspetto che arrivi il soffio, quello che toglierà il sigillo al tempo. Nella foto. Quello che in cambio pretenderà le mie braccia! E… son certa, le avrà! Il vento non stroncherà solo i rami secchi, il legno si sciancherà nel vivo, ancora toccherà i nodi dell'anima. Inquieta osservo che è sempre il dolore che onora la morte. Anche in un altro continente. Anche nel fotogramma che porterò via con me.


(Alice Pagès, Kirra, Australia, 2009)





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Alice Pagès: Sognando Socrate in pigiama a fiori

 

                                                               Socrate disegnato da Magnus.
                                                                                      Fiera del fumetto di Lucca


SOGNANDO SOCRATE IN PIGIAMA A FIORI

Stanotte ho sognato la camera in cui morì Socrate!!! Ho annusato il calice della Morte e poi ho visto chi ha messo la cicuta nel bicchiere. Poi, scalza e con il mio pigiama a fiorellini ho chiuso la porta e ho aspettato che arrivasse Asclepio a prenderselo. Ridacchiando... me ne sono tornata a letto coi piedi ghiacci.

Notte che secca al sole immaginato e grigie foglie che vìolano il silenzio; ogni atomo di me si libera nel fruscìo del tempo di Socrate. Mi sveglio, osservo il posto vuoto accanto a me e non c'è impronta d’uomo a liberarmi.

Sulla “Camera di Socrate” ambulante per definizione nel mio inconscio, mercanzia di parole troncate dalla cicuta, scatola di gelidi sudori sparpagliati - che annuso, tocco e sbircio - pensando a quante volte sognerò questo ambiente chiedendomi perché sosta tra me e il guanciale, conto di ruotare come sopra un carillon. Mi basta un sogno greco per raggiungerti... e per avvelenarmi nel disincanto dell’assenza.



Alice Pagès






Alice Pagès: "Preghiera alla Luna". Per Vittorio Della Croce l’Otto dicembre. Final Fantasy

                                                   
                                                        


PREGHIERA ALLA LUNA
per Accio l’Otto dicembre


In pizzo smeriglio nero il raffinato astro, indossa il flusso siderale, ricamo sconveniente dell’assenza di fiati. Ridicolo sogno, morto, come l’organza in pieno sole, oh Dio, come di vento ricamato a giorno tra l’orlo e il buio! Mentre io, pigra ciondolo da un universo all’altro della mia mente senza spazi lisci da accarezzare. Nel silenzio complice, impicco la grande palla, la grande palla morta! Luce, il cappio, se luce lei invoca, luce… ma solo luce nel nodo riflessa! Nel mio ridere scopro la morte: ora sono il suono dei suoi passi, ora la sua assillante ombra, il suo freddo mantello, ora il suo sussurro eterno, ora il suo refolo… Quale legge governa oltre l’intreccio? L’intrigo sbiancato, sbiadito, stinto, sfumato… per scrivere il destino di me, mio… del mio stupido fato!! Quale legge costringe a rotolarmi nell’universo, sola, impura, in un silenzio così sciagurato. Tanto da doversi cucire addosso cenci neri per nascondersi! Quale legge ostenta allora il fascino notturno di quel suo bianco pallore?? Non so, non chi mi tiene la mano, mentre tremo dinanzi al male, mentre mi stritolo ad ogni anima che davanti agli occhi macina dolore!! No, non mi salverà neanche il candore di lei, che tanto può in una notte di mezz’estate, niente è tra le braccia dell’oscuro. Non ho null’altro da giocare, scopro adesso, vegliando nel suo barlume, che il mio asso nella manica non ha seme, né colore… E dondolo, come un tempo amavo far delle mie gambe giù dalla sedia, ora la mia anima nella forra bruciante.

Non credo di dover centellinare il mio tempo ammirandoti… aspettandoti… immagino, credo, solo la veste ricamata che avrò, quando anch’io vivrò non più di me – come te – quando altri troveranno liberazione nelle frange del mio vissuto. Solo guardandomi avvolta nella rocca. Puntando gli occhi in basso, mirando stecchiti quell’oblò che risplenderà sultana non in un cielo stellato, ma in una cornice di marmo – in quel viottolo sterrato di campagna, dove l’estate profuma di terra secca polverosa – in quella salita che dall’apice dell’oblio, non discende mai, ne per pietà, rancore o cortesia!

                                                   Alice Pagès


      Final Fantasy-Cry for the moon-Epica




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Sono nata il 14 luglio 1989 a Pisa, mio padre era francese, sceso in Toscana poco più che ventenne per studiare alla Scuola Nornale di Pisa, di fatto in pochi mesi ha rivoluzionato la sua vita. Trovò lavoro di sera, come cameriere in un ristorante del centro, di giorno guida turistica per i francesi in Piazza dei Miracoli. Non poteva studiare, con la sua donna incinta e una figlia in arrivo. Nata nel giorno della presa della Bastiglia, impossibile non avere un destino combattuto! Sono cresciuta in un paese alla periferia di Pisa, dalla finestra della mia vecchia casa vedendo la punta della Torre Pendente, dalla terrazza in cui mi sono rifugiata adesso invece, soltanto altri palazzi e tetti anonimi. (...) Il verde smeraldo è il mio colore, come i miei occhi, Goethe il mio scrittore preferito, Somersby il film che non mi stancherò mai di rivedere, Contessa è la mia cavalla, Vienna la città in cui vorrei metetre radici... Vittorio... l'amore e il dolore della mia vita!
(Dalla Nota biografica in TELLUS 30, 2009)


 
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DIREZIONE
CDS

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Alice Pagès: Ti aspetto a Parigi Vittorio Della Croce.


     

     Duilio Pagès - Alice Pagès
(Non c'è cosa più divina che disegnare la cugina)
   


TI ASPETTO A PARIGI






Si, Vittorio! dal cognome mistico-medievale... Della Croce... mi sto curando... questa è la cura di cui ho bisogno. "Nothing more" mi ha suggerito Joyce nell'orecchio..."rien de plus" canticchiava convinto Apollinaire mentre ti aspettavo seduta a Le Cafè de Flore... Joseph Conrad dice "nic więcej" e... sai chi è per noi Conrad!! No... dico: come posso non credergli! Goethe stesso mi scrive sulla salvietta di carta sotto la tazzina di caffè "nichts mehr"... lo scrive male perchè non è abituato alle penne bic... allora come fai tu a non capire, non sentire non vedere tutto questo??!! Ma se non ne fossi ancora convinta, mi alzo in piedi dalla sedia di vimini, alzo lo sguardo al cielo, in questa mattina parigina, mentre ti aspetto e sorrido guardando le foglie degli alberi a Montparnasse - cadono senza logica nel vento all'improvviso fresco come fosse il tuo nome... e le nuvole mi scrivono "δεν είναι" se... amore mio... lo dicono gli Dei... l'autunno qualcosa ha da confidare a due virgulti primaverili come noi due! non mi sconforta la tua cecità né la tua sordità né la tua apatica insensibilità che solo Viareggio rende dinamica! Segno che stavolta dovrò prenderti io per mano e indicarti la via! Ti porterò, ti trascinerò nelle città, le più belle. Parlo io in giro, tu puoi dire soltanto "Dellafia!" come lo diceva Viani - Sarò paziente, te lo prometto! Saprò aspettare... ma sappi che l'attesa regge solo se posso vederti ... anche dall'altra sponda della Senna (o del mondo)... solo se posso sentire che il tuo cuore batte - accidentato che importa! - nel mio stesso tempo!
Tua Alice




°°°°

NOTA SUI MIEI ETERONIMI

Aglaia, Alice Pagès, Il Santo,  sono tre personaggi di un romanzo transmoderno. Nella sezione IMMAGINARIO dell'OLANDESE VOLANTE quanto è cornice visuale sui personaggi. Prose con musica e racconti illustrati, con protagoniste Aglaia e Alice Pagès, compaiono nell'Annuario TELLUS 30, 2009, "Nomi per 4 stagioni". 








Alice Pagès

Sono nata il 14 luglio 1989 a pisa, mio padre era francese sceso in Toscana poco più che ventenne per studiare alla Scuola Normale di Pisa; di fatto in pochi mesi ha rivoluzionato la sua vita. Trovò lavoro dis era, come cameriere in un ristorante del centro, di giorno guida turistica per i francesi in Piazza dei Miracoli. Non poteva studiare con la sua donna incinta e una figlia in arrivo. Nata nel giorno della presa della Bastiglia impossibile non avere un destino combattuto.
Sono cresciuta in un paese della periferia di Pisa, dalla finestra della mia casa vedevo la punta delal Torre Pendente, dalla terrazza in cui mi sono rifugiata adesso, invece, soltanto altri palazzi e tetti anonimi.
Suono il pianoforte da quandoa vevo cinque anni, Otto Bach è il piano nero che ho nel mio appartamento e Steinway a mezzacoda bianco, quello che si trova nella casa dei nonni in Francia.
Per me la musica è classica: quella di Mozart, di Beethoven e di Bach; poi ascolto anche quella popolare, Michael Bublé per divertirmi, Shakira per caricarmi e Laura Pausini per piangere un po'. Il verde smeraldo è il mio colore, come i miei occhi, Goethe il mio scrittore preferito, Somersby il film che non mi stancherò mai di rivedere, Vienna la città in cui vorrei mettere radici... Vittorio...l'amore e il doilore della mia vita! Mio cuginoa spirante fumettista mi ha disegnato in alcune tavole. (da TELLUS 29, "Febbre d'Amore. Stendhal + Web", 2008) - Alice Pagès è pubblicata anche su L'OLANDESE VOLANTE -







               

Claudio Di Scalzo: Il bacio da dare e da ricevere di Alice Pagès. Ad agosto… eteronimi e personaggi vi riconosco. Da Tellus Tellusfolio L’Olandese Volante. 4


  


Alice Pagès come "Angelo da terrazza con ali bianche" 

  



SETTIMANA AGOSTANA DELLA LONTANANZA IRRIMEDIABILE

(...) Ho provato la sensazione d'essere braccata, pedinata, inghiottita a volte superata ma senza riuscire a vedere da chi o da cosa... Alzata, come per voltar pagina, giro seminuda nella stanza, mi sono seduta sulla terrazza, indossando alette da angelo, proprio quelle per il carnevale a Viareggio, ricordi? (...) (Alice Pagès, da "La settimana agostana della lontananza irrimediabile", 2008 - Anche TELLUS 30, 2009. Editrice Labos)


Claudio Di Scalzo





IL BACIO DA DARE E DA RICEVERE 
di Alice Pagès


Penso un bacio soffice come un batuffolo di cotone, è luglio e tutto diventa leggero: l'aria, i vestiti e anche i baci.

Il bacio che vorrei darti in questo preciso istante che la dalia fa la sciocca con l’elica del maggiolino ... s’inventa il nido dentro un bigné, lo mordo e la crema mi ricopre gli angoli delle labbra e il mento, se non ti spicci mi cola sul collo, tu...poi… sarai costretto a impedire che addolcisca i seni – svelto, senza fazzoletto né dita devi pulirmi (capito cosa ti chiedo?) perché sia presentabile al cospetto del confessore.
                       
... Il bacio che vorrei ricevere ... sta nel tappo della biro, è piccolo, molto, e per guardarlo devo stringere un occhio! colpa della disparità binoculare o che sono ingorda delle tue labbra? Non so, di fatto vorrei che tu la biro la utilizzassi per scrivermi sulla schiena una storia che comincia per "E da quel giorno, il il bacio fu nominato principe ...", il tappo lo tengo solo per conservare i tuoi baci.


Claudio Di Scalzo
agosto 2012




Alice Pagès nasce nel 1989 a Pisa. Nelle sue scritture, diaristiche e in prosa breve, racconta la sua età, le sue passioni per la musica, la sua psicologia, e, molto, il legame con Vittorio della Croce. Fidanzato poco fedele.  

Alice Pagès è un personaggio su L'Olandese volante Transmoderno. Viene pubblicata in cornici di Narrative Art e Narrative Photo. E dipinta in modo espressionista. Le tavole "Quaderno di Alice Pagès" in serie progressiva illustrano le vicende del personaggio. 





Claudio Di Scalzo: "Sfinimento del chewing gum in discoteca" - Diario di Alice Pagès - (2012)

   


CDS: "Alice Pagès nei giorni di pioggia"
Ottobre 2012





SFINIMENTO DEL CHEWING GUM IN DISCOTECA
             
Dovrei tenere un diario più ordinato:

elenco di giorni in cui mi sono ferita (tagliole)

elenco di giorni d'amore lieti (arie)

elenco dei giorni gonfi di turbamento (pantomina)


Così c'è più confusione che in me. Tutto mescolato, e pretenderei d'uscire stasera con un solo vestito?

Poi Vittorio non ama la complicazione d'interpretarmi come soffio di vento. Mi in-vento un paio di qualità da fargli scoprire per tenerlo impegnato fino a fine serata.


   

CDS: "Alice Pagès nei giorni di pioggia"
Ottobre 2012



             

Sfinimento.

Troppa attenzione pigiata sui miei fianchi. Discoteca senza sbocco.

Divertimento solo nel centro della serata, inizio e fine malinconici, come ogni mio inizio e fine.

Sguardo di chewing gum per Vittorio dal gruppo di ragazze, stesso sguardo per me dal gruppo opposto di ragazzi.

Spero d'addormentarmi con un sonno innocuo.

 (Diario di Alice Pagès)
            
ottobre 2012



  
 °°°



NOTA SU ALICE PAGÈS


Alice Pagès è nata nel 1989 a Pisa. Nelle sue scritture, diaristiche e in prosa breve, racconta la sua età, le sue passioni per la musica, la sua psicologia, e, molto, il legame con Vittorio della Croce. Fidanzato poco fedele.  
Alice Pagès è un personaggio su L'Olandese volante Transmoderno. Viene pubblicata in cornici di Narrative Art e Narrative Photo. E dipinta in modo espressionista. Le tavole "Quaderno di Alice Pagès" in serie progressiva illustrano le vicende del personaggio. 




giovedì 8 settembre 2022

Claudio Di Scalzo: "Filosofia nel marzo chi ha gamba ermeneutica vada scalzo" Dedicato a Sara Capei Corti -


CDS: "bacio filosofico" - a Sara Capei Corti 





Claudio Di Scalzo detto Accio

FILOSOFIA NEL MARZO
CHI HA GAMBA ERMENEUTICA VADA SCALZO

Dedicato a Sara Capei Corti




1

STANZATO

L’infinito me lo porge Spinoza
-Che vuoi da me? cosa?!
Esclamai nella Sostanza
d’una buia secentesca stanza.

2

HEGELIANDO

Cancello le ali di Hegel
Di Spirito in Spirito.
Mi rende trito
Velenoso senza miel

3

INSETTERIA

Sul flessuoso filo d’erba
Sale la primaveril cavalletta
Alza la smilza gambetta
Come un’adolescente acerba.
-Feuerbach che antropologia è questa?
-Insettoria! nel marzo che s’appresta.

4

CESELLANDO

Partecipai alla gara
tra uomini e Dei.
Scoprii di loro ogni tara
E i mitici crudeli nei.
Allora ero un artista
Ogni vicenda m’incupiva la vista
Poi divenni filosofo
le passioni ridussi come fa l'orafo.