sabato 10 settembre 2022

Alice Pagès: "Preghiera alla Luna". Per Vittorio Della Croce l’Otto dicembre. Final Fantasy

                                                   
                                                        


PREGHIERA ALLA LUNA
per Accio l’Otto dicembre


In pizzo smeriglio nero il raffinato astro, indossa il flusso siderale, ricamo sconveniente dell’assenza di fiati. Ridicolo sogno, morto, come l’organza in pieno sole, oh Dio, come di vento ricamato a giorno tra l’orlo e il buio! Mentre io, pigra ciondolo da un universo all’altro della mia mente senza spazi lisci da accarezzare. Nel silenzio complice, impicco la grande palla, la grande palla morta! Luce, il cappio, se luce lei invoca, luce… ma solo luce nel nodo riflessa! Nel mio ridere scopro la morte: ora sono il suono dei suoi passi, ora la sua assillante ombra, il suo freddo mantello, ora il suo sussurro eterno, ora il suo refolo… Quale legge governa oltre l’intreccio? L’intrigo sbiancato, sbiadito, stinto, sfumato… per scrivere il destino di me, mio… del mio stupido fato!! Quale legge costringe a rotolarmi nell’universo, sola, impura, in un silenzio così sciagurato. Tanto da doversi cucire addosso cenci neri per nascondersi! Quale legge ostenta allora il fascino notturno di quel suo bianco pallore?? Non so, non chi mi tiene la mano, mentre tremo dinanzi al male, mentre mi stritolo ad ogni anima che davanti agli occhi macina dolore!! No, non mi salverà neanche il candore di lei, che tanto può in una notte di mezz’estate, niente è tra le braccia dell’oscuro. Non ho null’altro da giocare, scopro adesso, vegliando nel suo barlume, che il mio asso nella manica non ha seme, né colore… E dondolo, come un tempo amavo far delle mie gambe giù dalla sedia, ora la mia anima nella forra bruciante.

Non credo di dover centellinare il mio tempo ammirandoti… aspettandoti… immagino, credo, solo la veste ricamata che avrò, quando anch’io vivrò non più di me – come te – quando altri troveranno liberazione nelle frange del mio vissuto. Solo guardandomi avvolta nella rocca. Puntando gli occhi in basso, mirando stecchiti quell’oblò che risplenderà sultana non in un cielo stellato, ma in una cornice di marmo – in quel viottolo sterrato di campagna, dove l’estate profuma di terra secca polverosa – in quella salita che dall’apice dell’oblio, non discende mai, ne per pietà, rancore o cortesia!

                                                   Alice Pagès


      Final Fantasy-Cry for the moon-Epica




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Sono nata il 14 luglio 1989 a Pisa, mio padre era francese, sceso in Toscana poco più che ventenne per studiare alla Scuola Nornale di Pisa, di fatto in pochi mesi ha rivoluzionato la sua vita. Trovò lavoro di sera, come cameriere in un ristorante del centro, di giorno guida turistica per i francesi in Piazza dei Miracoli. Non poteva studiare, con la sua donna incinta e una figlia in arrivo. Nata nel giorno della presa della Bastiglia, impossibile non avere un destino combattuto! Sono cresciuta in un paese alla periferia di Pisa, dalla finestra della mia vecchia casa vedendo la punta della Torre Pendente, dalla terrazza in cui mi sono rifugiata adesso invece, soltanto altri palazzi e tetti anonimi. (...) Il verde smeraldo è il mio colore, come i miei occhi, Goethe il mio scrittore preferito, Somersby il film che non mi stancherò mai di rivedere, Contessa è la mia cavalla, Vienna la città in cui vorrei metetre radici... Vittorio... l'amore e il dolore della mia vita!
(Dalla Nota biografica in TELLUS 30, 2009)


 
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DIREZIONE
CDS

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