Fiera del fumetto di Lucca
SOGNANDO SOCRATE IN PIGIAMA A FIORI
Stanotte ho sognato la camera in cui morì Socrate!!! Ho annusato il calice della Morte e poi ho visto chi ha messo la cicuta nel bicchiere. Poi, scalza e con il mio pigiama a fiorellini ho chiuso la porta e ho aspettato che arrivasse Asclepio a prenderselo. Ridacchiando... me ne sono tornata a letto coi piedi ghiacci.
Notte che secca al sole immaginato e grigie foglie che vìolano il silenzio; ogni atomo di me si libera nel fruscìo del tempo di Socrate. Mi sveglio, osservo il posto vuoto accanto a me e non c'è impronta d’uomo a liberarmi.
Sulla “Camera di Socrate” ambulante per definizione nel mio inconscio, mercanzia di parole troncate dalla cicuta, scatola di gelidi sudori sparpagliati - che annuso, tocco e sbircio - pensando a quante volte sognerò questo ambiente chiedendomi perché sosta tra me e il guanciale, conto di ruotare come sopra un carillon. Mi basta un sogno greco per raggiungerti... e per avvelenarmi nel disincanto dell’assenza.
Alice Pagès
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