lunedì 18 aprile 2011

Claudio Di Scalzo - Buck Eden: Pasqua ribelle. Risposta a Margherita Stein sul trattato di Michel Onfray


   
      

                                  Cds: Kierkegaard + Stirner = Ribellione Assoluta - Aprile 2011





Claudio Di Scalzo

RISPOSTA A MARGHERITA STEIN SULLA RIBELLIONE

Ho letto Margherita mia,… nel libro che mi hai spedito, le pagine di Onfray. A specchio. Hanno quel tono enfatico che ogni scrittura annunciante il rivoluzionamento, possibile, impone. Io quel tono ce l'ho sempre avuto. Però come sviluppare il rivoluzionamento, restando “ribelle”, nella situazione culturale italiana?. (Ne trovi traccia in Compagna Tellus: "Situazionismo e sinistra": http://compagnatellus.blogspot.com/2011/04/claudio-di-scalzo-situazionismo-e.html - E nel personaggio di Buck Eden, trasfigurazione letteraria della ribellione in solitudine:   http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2011/01/buck-eden-io-e-la-scrittura-on-line.html ).

Però devo considerare che ogni mio progetto politico “in ribellione estetica” è fallito! in Rete, iniziato nel 2000, da Tellusfolio, a Tellusfoglio. Però non mi sono arreso del tutto! c'è in cantiere, presso l'azienda Retesì di Sondrio,  L'Olandese Volante che confido salpi nel maggio prossimo, salvando la storia dell'annuario TELLUS, la mia UTOPIA LIBERTARIA-WEB, indicando nuove rotte acquoree non più terrestri, imbarcando, più che poeti e letterati,...  musicisti e personaggi dalel vite non letterarie e non illustri, e corredandolo con immagini visuali inedite nei segni! Una sarabanda della post-avanguardia fino al post-umano  all'arte relazionale al designer resistenziale. Ottimo sarebbe creare intrecci con le nuove bio-tecnologie ma questi gruppi sono attivi all'estero scrivono e parlano inglese e io senza il tuo aiuto sono perso.


Al momento vivo un isolamento totale! E temo che i social alla Facebook cancelleranno tutti i siti  ei giornali indipendenti sorti in questi anni. Insomma un Giacobino sotto la Restaurazione aveva più scambi e meno nemici! Di me!


Il Rivoluzionamento Cyber-Soviet che propongo dal 2000, assieme a Carlo Formenti, cara Margherita, è fallito perché confidavo che la ribellione non fosse singola bensì comunitaria, di gruppo, molecola di consiglio operaio della scrittura, di autori e autrici! Mi hanno invece frainteso. Occultato. Cancellato. Rimosso. Poi i miei riferimenti alla Comunità suggerita dal filosofo McIntyre basata sull'etica e sull'identità data dalla terra, da Tellus, è stata presa al solito come di "destra" e i dogmatici si squagliano. (POI SULL'OLANDESE VOLANTE: VECCHIANO DI MCINTYRE)


Ovviamente della mia carriera personale, me ne sono sempre infischiato altamente (ed è documentato dalla biografia!), però credimi almeno trovare qualche compagno o compagna per lottare-navigare assieme sarebbe necessario per organizzare una rotta possibile con il progettatto OLANDESE VOLANTE! 


La scommessa sarebbe quella di proporre-inventare un nuovo accesso alla produzione letterario-artistica oltre ogni gerarchia, in forma comunistica ma "piegando" direbbe il buon Deleuze la tecnica-web a qualcosa che dia scacco anche se momentaneo al capitalismo schizoide con un nuovo alfabeto da letteratura intanto minore  e poi si vedrà.  

Forse con L'OLANDESE VOLANTE potrò proseguire la “Lotta Continua” iniziata nei primi anni Settanta con gli Igloo visuali situazionisti  econ la poesia diffusa su cartoline e in manifesti da Street Art!  

Di certo imbarco filosofi scomodi! come Stirner, “Chi sopra di me? Nessuno sopra di me”! aggiungendo Kierkegaard. Sopra di me il Cristo dell’Umiliazione e dell’Abbassamento. Probabile che un possibile rivoluzionamento nei segni abbia bisogno di una sorta di pauperismo totale. Di ladroni e santi!  


Siamo a Pasqua del resto.


Ho fatto tutto quanto potevo, amata compagna, per rimanere fedele alla nostra giovinezza ai nostri ideali! Mi sono anche rovinato economicamente. Perché i poeti e le poetesse conoscono l'arma della querela! se la critica arriva fino al corrosivo umorismo nero sui testi zuccherosi on line.  


In questa lotta comunista libertaria... il tragico ti può sgambettare in qualsiasi momento poi i tempi web muovono al riso e la tragicommedia mette la pietra tombale sulle rivolte.  


Conservo però ogni spensieratezza che vissi. Anche la nostra. Scoprire che un filosofo francese ha scritto un libro sulla ribellione in cui posso riconoscermi dalla prima all’ultima pagina, mi consola. Ti bacio parecchio tuo Claudio detto l'Olandese. A questo punto. 



Tuo Claudio







                                                                    Accio nell'aprile 2011





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Michel Onfray - La politica del Ribelle

L’invito marxista a cessare di accontentarsi d’interpretare il mondo, per tendere infine a un’azione su di esso, resta d’attualità. Cambiarsi o cambiare l’ordine del mondo ha smesso, in compenso, di essere la sola alternativa formulata da Cartesio. Le scuole di sapienza ellenistiche e romane hanno illustrato il primo termine, quella dell’utopia rivoluzionaria il secondo. Oggi si può immaginare, più che un’opposizione, una contraddizione tra queste due opzioni, una complementarità, ovvero un legame pressoché di conseguenza: cambiarsi significa cambiare l’ordine del mondo. Il divenire rivoluzionario degli individui sembra allora la sola via per infondere resistenza e antifascismo, ribellione e insubordinazione dove trionfano i modi autoritari. Così la rivoluzione diviene meno molare e monolitica, meno centralizzata e giacobina, e più molecolare e diffusa, plurale e frammentata.

L’estetica ha ragione a farsi generalizzata non appena non ha più un luogo proprio e fisso da occupare. Così le occorre agire in un’infinità di occasioni, tutte precarie, momentanee, talvolta impercettibili, infinitesimali. (…) La vita quotidiana delimita il campo di battaglia sul quale si oppongono delle forze, si formulano delle violenze e si fomentano gli assoggettamenti. Le avanguardie artistiche hanno aperto, per un’esistenza propria, la possibilità di resistere, diventando un possibile supporto d’investimento estetico. Il corpo definisce l’individuo nella sua radicalità, nel suo assoluto: ciò di cui non lo si può privare. La fine di ciascuno è soltanto consustanziale al suo ultimo respiro. Nell’attesa, la carne esprime l’essere e l’anima, e ogni movimento individuale che incontri una forza che ne impedisce l’espansione si trova implicato e contenuto in un registro politico.

Mettere al centro della propria vita quotidiana un dispositivo sovversivo ispirato da un volontarismo edonistico, da un’estetica di sé lussuosa e dispendiosa, traccia i contorni di questa estetica generalizzata. Tale arte di sé mostra il suo improbabile recupero nel e per il Mercato liberale. L’impossibilità di un oggetto a essere circoscritto, commercializzato, venduto, integrato nel circuito delle merci comuni fa del procedimento libertario e artistico una tecnica fissata saldamente al corpo di ciascuno, senza la minima possibilità di farne uno spettacolo economico. L’impossibilità della merce spiazza il Capitale. L’arte sfuggirà al mondo liberale quando entrerà nel desiderio libertario come si entra nella resistenza, rifiutando il riciclaggio dell’energia del divenire rivoluzionario degli individui in tracce spettacolari, in feticci degni di essere esposti, commentati, proposti allo sguardo vuoto dei divoratori d’immagini privati del senso del gusto.

(…) Un nuovo romanticismo rivoluzionario concentrato nell’arte di produrre situazioni, nella volontà di promuovere una teoria dei momenti, associato a una pragmatica che celebra gli atti e le azioni che mirano a rendere più flagrante il divario tra l’individuo pazzo di libertà e il mondo liberale divoratore di sostanze vitali singolari. (…) Sublime, ciò che presuppone il salto e il pericolo, che richiede forza e agilità. Sublime, ciò che mette in pericolo ed esige il superamento di sé. Sublimi, la vitalità dell’artista e la dinamica della sua ispirazione, il torrente della passione e la potenza di ciò che squilibra, di ciò che sprofonda nell’entusiasmo e s’impossessa di un corpo per trasfigurarlo, trasformarlo. Sublime, l’estasi. E voglio anche immaginare sublime questa estetica generalizzata e il dominio delle forze che essa comporta, sublimi anche queste stesse forze. Dove si preferiscono le alture alle valli, le cime asciutte e roventi agli anfratti umidi, c’è sublime. L’azione, dunque, e le forze che la rendono possibile conferiscono a questa mistica di sinistra la potenza e la possibilità d’incarnarsi in una forma libertaria.


(da “Verso un’estetica generalizzata”, in Michel Onfray: La politica del Ribelle.
Trattato di resistenza e insubordinazione”. Fazi Editore, 2008 )