CDS: "Il bacio di Giuda nell'Orto degli ulivi"
9 gennaio 2017
Claudio Di Scalzo
"È l'Ontologia bellezza” esclama Giuda!
Con frammento di lettera di Antonio Tabucchi
Frammento di lettera
di Antonio Tabucchi
ad Accio (1998)
“… la letteratura impone una sua
particolare crudeltà. Va usata con parsimonia. Prima verso se stessi e poi
incorniciare, volendo, eventi fatti equivoci, giochi perduti rovesciatisi nel
loro contrario. Vogliamo chiamarli amore amicizia fede ideologia? facciamolo.
Tu Accio, dopo quanto ho saputo del tradimento che subì Lalo e anche tu da
ragazzino (“L'agguato a gennaio. Di padre in figlio con tradimento ontologico.”) cerchi chi ti tradisce. Non ti stupire: sei l’artefice del
tradimento. Assieme a chi te lo porta. Ti tradiranno ancora. E sempre per
amore. Dovevi leggere meno il Vangelo nei passi del Getsemani, non sapere a
memoria le parole del Cristo, non conoscere i dipinti, come quello di Goya, “Cristo
nell’orto degli ulivi”, che vai a vedere alla Escuela Pias a Madrid.
Avrai anche letto Borges e Conrad. Quando scriverai sul tradimento che subirai
sarai una variante delle scritture che non scrissero questi autori. Non di
quanto scrissero. E questo è il mistero della letteratura, forse della poesia
che segna come labbra che portano la morte. Spesso le labbra hanno l’inchiostro
che cola sul mento. Ti abbraccio. Tuo Antonio”
Francisco Goya - "Cristo nell'Orto degli ulivi" - 1819
Escuela Pias, Madrid
Claudio Di Scalzo
” È l’ontologia bellezza” esclama Giuda!"
Stanotte ho sognato che con un
mio amico pittore, più giovane di me di circa venti anni, affrescavamo, stavamo
terminando l’affresco, di una scena del Vangelo, quella in cui Cristo suda
sangue, perché sa del tradimento di Giuda. Nell'Orto degli Ulivi.
A sera siamo andati tutti e due a
dormire nella baracca accanto alla piccola chiesa dei frati francescani che in
cambio del nostro affresco ci davano vitto e alloggio. Al mattino svegliandomi
non ho visto il mio compagno accanto. Mi son detto, sarà già al lavoro è così
volenteroso ed entusiasta di come procede il lavoro, e stima tantissimo la mia
teologia maturata in anni di isolamento su queste colline selvatiche. Che poi
trova vigore e sublime nella pittura. Quando lo conobbi stava muovendo i primi
passi, ma parlo come un uomo del novecento in questo sogno?, in pittura. Claudio, mi disse, amico pittore mistico, accoglimi nella tua avventura,
avventura? ma cosa sogno un romanzo con finale a sorpresa?, che voglio
affrescare, con te!, il Vangelo i suoi episodi in queste chiesette
dimenticate, lontane dalle tronfie teologie cittadine, e da ogni potere
politico ove la chiesa se la fa con i Conti, che schifo!, seguiamo San
Bonaventura L’Imitazione di Cristo, e Cristo che scaccia i mercanti dal tempio,
e soprattutto la sua semplicità, il VERBO del bene della fedeltà dell’amore
senza volere niente in cambio. Lo abbracciai commosso e iniziamo per anni a
lavorare come ci eravamo ripromessi.
Entrato nella chiesetta ho visto la metà dell’affresco tolto. Portato via e così le sinopie e i cartoni
preparatori. Non capivo. Mi girava la testa. Ha preso a sanguinarmi il naso. Ho
chiamato i frati. Disperato per aver lumi.
Il fraticello anche lui sconvolto
mi ha passato un piccione viaggiatore. Che nella zampina teneva messaggio: un
comunicato breve.
In esso leggo che il mio compagno
è stato chiamato ad affrescare la cattedrale della capitale. Curata da vescovi
di gran lignaggio. Si nominano così ma sono dei simulacri vuoti di sofismi
di fariseismo vanesio e perverso. E che la sua pittura sarà inserita in
una teologia apposita elaborata dal sommo cardinale. E da importanti e dorati
vescovi.
Ho preso il ciuco che trottava
come un destriero nel sogno e son giunto dopo tre giorni in città. Son corso
verso la cattedrale. Il mio amico s'è affacciato all’impalcatura. Mi ha
guardato, poi ha chiamato, voltandomi le spalle, un assistente che mi
gira un foglio. Il maestro non intende parlarti né scambiarsi con te. Qui
c’è scritto tutto! Leggi e vattene.
In realtà c’era scritto ben poco.
Il suo desiderio di dialogare con la gerarchia cardinalizia. E che l’affresco
nella sua parte lui lo usava come voleva. E le parti mancanti mie le avrebbe
ridisegnate lui. Tanto la teologia del cardinale era onnicomprensiva e glielo
aveva spiegato in una "Lettera Calorosa". Motivo per cui aveva
lasciato la chiesetta senza starci tanto a pensare.
Che pena immensa ho provato che
sconforto! Allora ho gridato: "Ma perché mi fai questo?"
E dall’alto del palco mi ha
risposto irridente: “È l’ontologia bellezza. Fattene una ragione”.
Così con l’eco d’una frase di
Bogart in un film famoso son tornato alla chiesetta.
I frati mi hanno consolato. E si
son detti disposto anche se scarsi di mestiere di rifare le figure del mio
amico. Un fraticello giovane, dal bel ciuffo riccio, che prima era un vagabondo
mendicante ladro che chiamavano Accio, ed ora per la sua fede
candida: Accio Angelico, si era già messo al lavoro.
Maestro!, guardi ho disegnato
Giuda che bacia il Cristo. E il volto può riconoscerlo lo ha salutato l’ultima
volta in città.
Poi mi sono svegliato e avevo lacrimato sul guanciale. Il sangue non era sudore ma il labbro che mi era morso dal dolore provato.
Poi mi sono svegliato e avevo lacrimato sul guanciale. Il sangue non era sudore ma il labbro che mi era morso dal dolore provato.
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