venerdì 14 febbraio 2020

Karoline Knabberchen: Il Bambino e la Bambina che saltavano i fossi (Libro Perduto di Karoline Knabberchen - a cura di Claudio Di Scalzo)




Karoline Knabberchen l'immortale amata nell'ultimo sole - cds






Karoline Knabberchen


IL BAMBINO E LA BAMBINA CHE SALTAVANO I FOSSI


(per il libro perduto di KK - a cura di Claudio Di Scalzo)

Conobbi il bambino Fabio che saltava i fossi. Da bambina mi ci innamorai. Seppi subito che costeggiando con me i fossi nella campagna che va al lago di Massaciuccoli, verso il padule, prima o poi sarebbe saltato di la. Ero pronta a seguirlo. Forse precederlo. Mi disse con competenza ironica… se salti attenta alle canne che tagliate aprono i polpacci come coltelli. Evita anche l’ortia che poi ti gratti per ore fino a scortiatti e il prurito ùn passa. Altre bambine s’erano innamorate di lui. E lui le portava lungo i fossati. Poi lo avevano visto ancora solo. Per certo era saltato dall’altra parte. Secondo me non l’avevano seguito. Quando saltò io lo seguii. Dall’altra parte accovacciati per lo slancio, ruzzoloni, sbucciati nei ginocchi,… ci guardammo. Seppi che se fossi caduta in acqua lui m’avrebbe dato la mano per risalire. Lo stesso avrei fatto con lui. Cominciammo a correre e a ridere. Ranocchietta… che non sei altro, mi diceva, gre gre gre - Rospo rospaccio che non sei altro, rispondevo. E mi tirava il ciuffo ribelle sulla fronte… e lo spedatavo negli stinchi… e poi riprendevamo a correre a saltare altri fossi. Senza il salto che ci mise alla prova non avremmo corso assieme nel pomeriggio estivo. Lui è il mio eroe io la sua eroina. Ci ameremo anche da grandi. E sarà per sempre.



°°°


Ho conosciuto la bambina Karoline mentre io, monello, tiravo con la fionda da un ramo del melo nel campo subito fuori il paese. La trovai lì, due gambine secche secche con la ginocchia sbucciate, il musetto da topina affilato con la luce di una stella. Lei mi guardò, scese dal ramo veloce come una lucertola e mi invitò:'Bimbo, vieni con me a saltare i fossi?'
Che strano, pensai... Una bambina che mi sfida proprio lì dove non ho rivali. 'Attenta' risposi 'se cadi e poi ti bagni io non torno indietro a prenderti!'. La guardavo con aria di sfida, ma in realtà non capivo neppure io perché il cuore mi battesse così forte in petto che mi pareva dovesse schizzar fuori più veloce dei sassi che tiravo con le mie fionde.
'Non cadrò, non ti preoccupare. Tu sei bravo a saltare. Non mi diverto con gli altri bimbi che non san saltare bene.'
Corremmo ridendo fino al fosso. 'Attenta alle canne tagliate... E alle ortiche... È pieno di ortiche di là'
Lei mi guardò e sorrise. Mi guardò e capii che sapeva cosa stava facendo, e che forse sapeva saltare meglio di me. Capii, senza che me lo dicesse, che se fossi caduto lei sarebbe tornata indietro a tirarmi fuori dalla corrente.
Fu l'attimo in cui m'innamorai, e giurai con uno sguardo, con un sorriso, che mai l'avrei abbandonata... Solo lei, in salto, avrei amata.


°°°


Ho ritrovato questo scritto della mia Karoline a Vecchiano. E’ un dittico. Nacque così. “Io scrivo come fossi te che parli di me, e tu fai all’incontrario”. M’è sembrato che le idrovore mi prosciugassero il sangue come facevano con l’acqua dei fossi nella bonifica verso il lago di Massaciuccoli. Uscì nella notte e s’affidò all’oceano, all’acqua delle Lofoten. Non potei darle la mano a risalire. Alla mia Ranocchietta Knabberchen nel salto che fece. Ero un eroe da nulla.





VOCE DELLA FIGURA MISTERIOSA:


Caro Fabio, io ero una bimba che saltava i fossi. So quale patto vi ha legati per l'eternità: il patto che lega due esseri che - unici - capiscono di poter saltare assieme. Ti sarà capitato, in tutti gli anni che seguirono l'ultimo salto di Karoline (quello che lei decise di spiccare da sola) di incontrare altri amori... Eppure, lo sai, lo hai visto tu stesso: non sono molti coloro i quali sanno tener calibrare la spinta, meno ancora quelli disposti a tenderti la mano quando cadi.

Annota Karoline sul suo diario:"Fabio spicca voli predatori, quando mi raggiunge, in picchiata, ha lo sguardo trasversale del Pellegrino. Non fuggo, anche quando nell'iride rispecchio l'intenzione della lepre. So che non mi prederà, lui sa che il mio volo è identico al suo."












Claudio Di Scalzo
IL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN


Il Canzoniere di Karoline Knabberchen, è un immaginario, per estensioni tematiche, che tiene in sé presupposti speculativi che sono anche carne e sangue, reale, di un’avventura poetologica e narrativa. Romanzo. Il personaggio di Karoline ha il cuore angelico oceanico, e può contenere anche altre firme, che ne dilatano il battito. Come per il fumetto e cinema e serie televisive auspico che altre firme ne scrivano un altro lemma, di questa partizione. Transmoderno.


Nel suo viaggio terrestre e da presenza oltre la morte Karoline ci dona il suo elenco di illusioni e allusioni perché noi si possa, io e Fabio Nardi, comporre l’atto consustanziale alla sua biografia con testi creativi che siano anche recita, preghiera, religione, alchimia. L’angolatura prospettica della storia di Karoline Knabberchen morta, taglia la parola personale perché accolga nella ferita un sistema di immaginario in dialogo con la prosodia, la cadenza, il respiro adatto ai nomi del reale e di quanto lo valica.



La presenza della "ranocchietta" saltellante Knabberchen, noi due, Claudio Di Scalzo e Fabio Nardi, la conduciamo nelle pieghe del mondo per danzare ogni rapporto di creazione linguistica come fuoco in-fatuato tra pagina stampata ed elettronica, sperando somigli a fuoco divoratore dei tempi a noi consentiti non spegnendosi. Scriviamo perché la voce di Karoline Knabberchen vinca ogni consumazione. E resti racconto per chi la vorrà incontrare.

L’arditezza si confà a questa scommessa, nostra, con la delicatezza di una giovane donna svizzera, che sostò a Pisa, nei primi anni Ottanta, e nel paese di Vecchiano, e che molto viaggiò nella sua breve esistenza (Guarda.Engadina 17 IV 1959 - Lofoten.Norvegia 20 VIII 1984), a volerne raccontare, nei generi più diversi, ogni reale extratestuale per proliferazione di eventi e apparizioni.



Dai rami del bosco a Guarda, dove Karoline nacque, arriva il muschio del tronco che s’affida a un nord perenne, e la fragranza scaldata dal sole autunnale dei rami a Sud. Se immaginate chi scrive che questo tronco abbracciano avrete il rigore circolare costruttivo che ci anima.


Però il poema necessità che il bosco e il tronco e i rami da noi scelti guardino il mare, e noi con loro, l’oceano e il cielo stellato che di esso fa calco nel visibilio di certe notti, perché noi cerchiamo una semantica della forma che sia pura, e il Sacro s’accosta soltanto all’immensità. In questo processo, e ci sentiamo molto antichi, le nostre identità si mischiano negli spazi vissuti a quelli da vivere, all'intreccio del già scritto a quanto verrà versato nell’abisso concavo dell’immaginario. E le nostre psiche avranno la loro morfologia - spacchiamo il presente nel passato e futuro, invertiamo i tempi - nello sguardo della donna svizzera che ci guida.



Ogni procedimento artistico diventa, se sposato, un anello da portare al dito indice con cui si scrive; io e Fabio Nardi nel Canzoniere di Karoline Knabberchen ne accettiamo che esso distringa la mano e le ossa e la pelle nella crescita del procedimento artistico perché ogni lacerazione reale abbia legittimazione nella trama iridescente della fascinazione di quanto verrà letto e guardato nell’opera avendo al suo stesso interno la finzione della poesia: perché ogni anello ti consegna a una fede e insieme ti lacera le falangi se mai volessimo staccarlo dall’impegno preso. L’amore per Karoline Knabberchen è per sempre!

La tensione nell’immaginario per Karoline è unificante. Come la paglia tagliata conserva l’oro e la recisione della falce.

Ogni rappresentazione porta con sé l’eterogeneità e sta alla tensione unficante – useremo la dialettica? – estrarre dal caos del “racconto” quanto ha forza detto mito del sacro nella vita nella biografia poi morte e quanto vale meno di un’ombra di scodella rimossa vuota dal tavolo.


Karoline Knabberchen raggiunse con Fabio Nardi, la tomba di Giovanni Boine a Imperia/Porto Maurizio. (Da questo viaggio la raccolta: Clikka: Karoline Knabberchen: La Resurrezione di Giovanni Boine) Una tomba può rivelare che quanto sembrava noto nasconde l’gnoto in cerca d’altro nome. L’esperienza stratificata nell’oblio del poeta ligure rivela che il nostro immaginario è sempre affamato di alterità, verso quanto si rivela dedizione, custodia, cura, e anche un gorgo nell’oceano può somigliare ad un fiore che ancora fiorisce nel circolo dell’eternità da depositare dove la pietra parla.






PERSONAGGI PRINCIPALI
DEL "CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN"
KAROLINE KNABBERCHEN

Poetessa svizzera che studia letteratura e filosofia all’università di Pisa
e che si suicida venticinquenne alle Lofoten, Austvågøy, il 20 agosto 1984

FABIO NARDI
Fidanzato vecchianese di KK e artista fotografo dalla vena eclettica

LIBERTARIO NARDI
Babbo sempre evocato senza tomba fissa

ELVIRA SPINELLI
Madre di Fabio, sarta in ogni luogo apprensiva

ETEOCLE SPINELLI
Nonna di Fabio

ANDRI KNABBERCHEN
Padre dei pomeriggi in barca

GERDA ZWEIFEL
Madre severa, signora degli incubi

RUT ZWEIFEL
Nonna dei garofani rosa

UGO SENTITO
Filosofo misteriosofico



PIANO DELL'OPERA

KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN VITA


Libro-Introduzione
"Le età dell'angelo svizzero Karoline Knabberchen - Diario Bagnato"

La freccia di sabbia. Libro Primo. Due tomi.
Due piante nel nocciolo. Libro Secondo.
Bave. Viaggiatori da Biblioteca.
Ornitologia vecchianese ed engadinese per KK.  Libro Terzo. Due tomi
Quaderno illustrato vecchianese. Libro Quarto.
Viaggio intorno a un volto. Libro Quinto. Due tomi.
Spuma sulla carrucola in risalita. Libro Sesto.
Anello Rovente. Libro settimo.

KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN MORTE

Il verso annuale della ranocchia. Fiabe del camino.

Telegrammi sott’acqua. Candele spente.
Come apparve la morte a Karoline Knabberchen. Libro ottavo

Karoline disegna. Libro Nono.
Filosofia da baita. Proiezioni musicali. Libro Decimo.
Tavolozza per Gaudio e Requiem. Cardiodramma. Libro Undicesimo
Fabio Nardi - Karoline Knabberchen. Epistolario. Lettere. Biglietti postali. Cartoline. Libro Dodicesimo
La Resurrezione di Giovanni Boine. Libro Tredicesimo



Del “Canzoniere di Karoline Knabberchen” in trentasette anni sono stati pubblicati pochi estratti da “La freccia di sabbia”,


“Quaderno illustrato vecchianese”, “Viaggio intorno a un volto”,

“Cardiodramma”, soprattutto sulla rivista poi annuario Tellus, e sporadicamente in mostre collettive di poesia visuale negli anni Ottanta.


CDS cura il racconto illustrato in versi e prosa e fotografia: "Karoline e il fotografo"



SULL’OLANDESE VOLANTE - Barra Rossa - ALCUNI CAPITOLI



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