Claudio Di Scalzo
LE FIGLIE DEL CORSARO
NERO:
CORSARA AZZURRA, CORSARA ROSSA, CORSARA VERDE.
(Azzura De Paola, Chiara
Daino, Ilaria Seclì)
Prima che lo faccia il Social
Facebook, coi suoi calendari: “ricordi”, lo faccio io da solo! Di ricordare tre
figure importanti nel mio 2017. Perché sopra di me non voglio nessuno neppure
un algoritmo di multinazionale dove so, sono, assieme a miliardi, corpo e
parole per profitti miliardari di pubblicità. Lo faccio io da me!, un bouquet
di fiori per chi ha aiutato nel pericolo il mio sé. (oh le rime). Lo faccio da solo come Corsaro Nero: e sulla bandiera, nessuno si sorprenda ci sia l’ateo
Stirner e il cristiano Kierkegaard e lo gnostico Achab: perché tutti e tre dissero “Nessuno, sopra di me, sulla
terra”. Se non Dio.
E tre sono anche le figure di
questo raccontino illustrato transmoderno, che galantemente, omaggiando Salgari, titolo:
LE FIGLIE DEL CORSARO
NERO:
CORSARA AZZURRA, CORSARA ROSSA,CORSARA VERDE
Queste tre belle donne, che
potrebbero essere mie figlie, sono un Corsaro Nero nei suoi 65 anni,… mi hanno
donato, ognuna, parole determinanti: un po’ come il fuoco in un
racconto di Jack London nel gelido Klondike o un po’ di acqua dolce se sei alla
deriva sopra una barca di fortuna dopo l’inabissamento del brigantino da parte
degli spagnoli.
Azzurra de Paola
La Corsara Azzura, nomade e dagli
occhi carbone rilucenti, col volto da eroina mediterranea, postura indomita,
mi ha chiamato: Partisan. Con una sola parola, testimone che non ne servono
milioni in similoro celebrate officiate; ma una sola!, quella che
serve, come un’isola alla Tortuga sconosciuta dove nascondersi e riprendere
forze. Soltanto leggendo qualche rigo on line, la Corsara Azzurra ha capito che
sono un Partigiano. Partisan. Quindi sto da una parte. Combatto. Uso la
guerriglia dei segni da sempre. Seguo la lotta del padre Libertario. Partisan lo porto on line sul social Facebook.
Per questo, l’ho disegnata dentro la cascata dei suoi lunghi capelli scuri col
volto ch’è già di per sé un racconto.
La Corsara Rossa, Bucaniera
Bucaneve, anche se abbiamo veleggiato su rotte diverse, senza più incontrarci
per sei anni, saputa la vicenda del mio brigantino corsaro affondato dai devoti
a Maracaibo, mi ha raggiunto ed ha esclamato: “ti sono accanto Corsaro Nero,
borchie sciabole lame per sempre”.
La Corsara Rossa è imprendibile, vive in tutti i segni possibili di suono scrittura immaginario e porta nella sua bellezza delicata e struggente la forza del mare in burrasca. Imprevedibile e teneramente crudele i nemici li segna con parole in punta di coltello sulla fronte tanto da poterli riconoscere anche se la blandiscono. Di chi si fida li tiene sulle lunga sopracciglia per far loro vedere orizzonti che altrimenti non vedrebbero. E allora l’ho disegnata nel suo impeto e nella sua monella azione poetica.
La Corsara Rossa è imprendibile, vive in tutti i segni possibili di suono scrittura immaginario e porta nella sua bellezza delicata e struggente la forza del mare in burrasca. Imprevedibile e teneramente crudele i nemici li segna con parole in punta di coltello sulla fronte tanto da poterli riconoscere anche se la blandiscono. Di chi si fida li tiene sulle lunga sopracciglia per far loro vedere orizzonti che altrimenti non vedrebbero. E allora l’ho disegnata nel suo impeto e nella sua monella azione poetica.
Con la Corsara Verde, Ilaria Seclì, ci siamo
ritrovati in questo novembre. Dal 2011. Come le altre tre corsare non l’ho mai
incontrata di persona. Ho il rimpianto quando salpava L’Olandese Volante di non averle chiesto se voleva stare al mio
fianco nell’avventura transmoderna. La Corsara Verde è figlia della Magna
Grecia è fatta d’aria e di pietra con cento linfe cento lingue cento profumi
che diventano la sua poesia, generosamente donata, a chi capita dove scioglie i capelli ricci.
Dopo brevi scambi, leggendomi
nelle ultime sfortunate avventure corsare, mi ha scritto: “Ma da che pianeta
vieni Accio?” Con una sola frase ha rivelato, e preso a tenerezza, la mia
natura un po’ candida un po’ stralunata che rotea l’immaginario in un planetario tutto suo che
solo raramente incontra quelli soliti delle attività culturali e colte.
Ha carezzato così la mia poesia. E allora l’ho disegnata come IL’ARIA.
Ha carezzato così la mia poesia. E allora l’ho disegnata come IL’ARIA.
La stessa Sara Cardellino mi ha
detto che queste “Tre Corsare” hanno verso di me del Bene. Figure positive.
Donne che hanno del talento invidiabile e originale. Questo mi ha detto chi sa
capire le partiture musicali della vita e della creatività nella grammatica
dell’etica. Del coraggio femminile.
Allora, per un attimo, anche se
ormai non ho più voglia né di scrivere né di occuparmi di estetica, per
vivere il mio privato, tornato semplice militante dell’anarchia, ho IMMAGINATO
un sito, una nuova NAVE CORSARA, “FOLGORE ROCCABRUNA”, nell’universo acquoreo telematico, dove LE
FIGLIE DEL CORSARO NERO: CORSARA AZZURRA, CORSARA ROSSA,CORSARA VERDE potessero
veleggiare in fantasia e libertaria invenzione con sempre nuove rotte. Con me che
le aspetto in un’isola nascosta e qualche volta con loro m’imbarco perché il
braccio è ancora forte e così l’ardimento.
Perché se vige l’estetizzazione
del quotidiano, si necessita che i corsari (e coloro che non sono rassegnati
allo schizo-capitalismo e aborriscono le residue carriere, anche un po’
ridicole, letterarie ereditate dal novecento) inventino un uso performativo dei
media dei codici di ogni universo simbolico che ci trastulla e ci opprime.
Contro la cultura merce di tutti estetizzata proporre una distorsione pratica,
per tutti, da subito, di ibridazione comunitaria, Nuova Tortuga, territori
liberati, dove il Compositore – scrittori
artisti genti popolo – libera gli universi simbolici dominanti
organizzando da bricoleur ogni marchio cliché ma in funzione libertaria,
politica, per liberare non solo i letterati ma tutti.
Il processo creativo è orfano da tempo. Secondo me solo le donne, e le corsare, possono tentare l’impossibile. Quanto a me non ci sono riuscito visto com’è finita l’avventura del leggendario e rivoluzionario Olandese Volante.
Il processo creativo è orfano da tempo. Secondo me solo le donne, e le corsare, possono tentare l’impossibile. Quanto a me non ci sono riuscito visto com’è finita l’avventura del leggendario e rivoluzionario Olandese Volante.
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