Cds: "Il nascondiglio dell'Uccelletto mentre piove".
Tempera e collage su carta
LALO RONDINI CARDELLINO KAROLINE
(con "Preghiera per stagione senza volo dell'Uccelletto Kierkegaardiano)
-Accio… ma tu stai singhiozzando! Cos’è accaduto?!?... parlami!!…
-Moccio e lacrime, Cardellino, la poesia migliore. Mi sono seduto in questa sera sulla seggiola di Lalo che ho portato giù dalla soffitta. E mi son messo a guardare le rondini che avrebbero lasciato il posto ai pipistrelli. A questo punto son scese le lacrime. Perché ò ancor sentìo le parole der mi-babbo parlammi. Ero tornato il giorno prima dall’Engadina. Era un giorno del giugno 1983.
Ci sono amori grandi e piccini. Come distinguerli se lo vivi?
Guarda queste e quelle rondini. Stai attento! Quando si stacca una dal volo e va verso il nido sulla Torre, l’altra lo segue. La raggiunge. Non tutti gli uccelletti fan così!
Lo vedi, Accio. Ci sono amori che scadono come il latte e altri che non si consumano come acqua sempre fresca dalla sorgente.
Ecco, Sara, chi mi aveva dato l’immagine che spesso ho ripetuto in questi anni, sull’amore latte poi rancido. Me l’aveva suggerita Lalo. E pensavo d’averla inventata io. Che struggimento m’ha preso a scoprirmi debitore dello snodo fondamentale del mio vissuto.
Il nostro amore non è scaduto come il latte! Ma Lalo allora pensava alla poetessa d’Engadina che raggiungevo se soltanto temevo stesse male o dolorante. E lei faceva lo stesso con me, per proteggermi, curarmi dalle mie tante follie. Perché mi prendeva intero! La rondine, tra le tante, segue l’altra al nido, sul filo per dondolarsi assieme. Non s’accosta a delle ali a un becco canterino a delle piume, ma all’intero.
Si chiama fedeltà, disse Lalo. Bene. Patto. Amore assoluto, aggiunsi io! Preferisco Amore vero. Che non scade. Mi corresse Lalo. Io con tu-mà… ci ho litigato tanto… ma senza di lei sarei come senza un braccio.
Guarda queste e quelle rondini. Stai attento! Quando si stacca una dal volo e va verso il nido sulla Torre, l’altra lo segue. La raggiunge. Non tutti gli uccelletti fan così!
Lo vedi, Accio. Ci sono amori che scadono come il latte e altri che non si consumano come acqua sempre fresca dalla sorgente.
Ecco, Sara, chi mi aveva dato l’immagine che spesso ho ripetuto in questi anni, sull’amore latte poi rancido. Me l’aveva suggerita Lalo. E pensavo d’averla inventata io. Che struggimento m’ha preso a scoprirmi debitore dello snodo fondamentale del mio vissuto.
Il nostro amore non è scaduto come il latte! Ma Lalo allora pensava alla poetessa d’Engadina che raggiungevo se soltanto temevo stesse male o dolorante. E lei faceva lo stesso con me, per proteggermi, curarmi dalle mie tante follie. Perché mi prendeva intero! La rondine, tra le tante, segue l’altra al nido, sul filo per dondolarsi assieme. Non s’accosta a delle ali a un becco canterino a delle piume, ma all’intero.
Si chiama fedeltà, disse Lalo. Bene. Patto. Amore assoluto, aggiunsi io! Preferisco Amore vero. Che non scade. Mi corresse Lalo. Io con tu-mà… ci ho litigato tanto… ma senza di lei sarei come senza un braccio.
Le Lofoten, il 20 agosto 1984, mi portarono via tutte e due le braccia. Tanto che per portarmi ancora cibo alla bocca e resistere allo strazio ho dovuto darne il peso a Fabio Nardi.
Cosa fai, adesso, piangi tu!? Grulla. Basta uno dei due, l’altro consola e sta lucido. E’ la regola. Mia Rondinella Cardellina!
Chi ha vissuto amori piccini, o è per natura portato a sciupare quelli grandi, non può che scrivere banalità sull’amore. Banalità travestite da cultura. Più che altro inutili.
Io, figliolo, leggo i libri che hai in casa di Dante e Shakespeare e Ariosto e Tasso dove ci sono personaggi amanti. Più oltre vado di rado. A un camionista non si può chiedere di più!
Io, figliolo, leggo i libri che hai in casa di Dante e Shakespeare e Ariosto e Tasso dove ci sono personaggi amanti. Più oltre vado di rado. A un camionista non si può chiedere di più!
Mio padre se n’è andato. Chissà in quale tomba ha dimora. Ho continuato a guardare le rondini e poi m'è venuto in mente un disegno, che stava in una mensola dell’armadio giallo. Dedicato a Karoline ed evocante me uccelletto, oh no!, non Falco ferito in questo caso, ma uccelletto senza nome proprio in cerca del buio.
Gli uccellini son stati così presenti, Sara, nella mia vita di monello e più avanti... che ho scritto un trattato intero di ornitologia per amore.
Gli uccellini son stati così presenti, Sara, nella mia vita di monello e più avanti... che ho scritto un trattato intero di ornitologia per amore.
Ma davvero pensi che questa commozione sarà nutrimento del viaggio a Madrid? Perché ci son le rondini in Plaza Mayor? Oh scusami… ho detto un'assurdità. Lo vedi come sono scemo?... come dici?... che quando faccio così sono in tutto e per tutto Fabio Nardi. O Fantasio o Illusio.
Ne avrai cura, vero Sara?! Di loro, di me!
Ecco questo mi dispenserà dallo scrivere ancora. La tua cura così come lo sguardo di Lalo alle rondini mi basta. È quanto cercavo. Ora vado a mangiare un sorbetto. Però prima riporto la sedia in soffitta. Sulla spalliera ci sono incise due piccole K. Venne portata fin qui a Vecchiano, dall’Engadina, costruita da un falegname di Guarda. Dono per un uomo che fu poeta senza scrivere mai un rigo. Poeta più di me! a pari di Karoline Knabberchen e di te Sara Cardellino.
Ne avrai cura, vero Sara?! Di loro, di me!
Ecco questo mi dispenserà dallo scrivere ancora. La tua cura così come lo sguardo di Lalo alle rondini mi basta. È quanto cercavo. Ora vado a mangiare un sorbetto. Però prima riporto la sedia in soffitta. Sulla spalliera ci sono incise due piccole K. Venne portata fin qui a Vecchiano, dall’Engadina, costruita da un falegname di Guarda. Dono per un uomo che fu poeta senza scrivere mai un rigo. Poeta più di me! a pari di Karoline Knabberchen e di te Sara Cardellino.
-Cos’ha scatenato il moccio e le
lacrime i sussulti, Accio? Ancora uno sforzo amore mio! Poi da vicino ti
stringerò a me come la Rondinella nel nido il suo Rondone! Se questa è la tua
poesia più nobile, di moccio e pianto, che scorra goccia: ultima. Stasera!
CDS: "Sara Cardellino" - Domenica delle Palme 2017 - Vecchiano
-A scatenare il petto tamburo,
Sara, è stata la semplicità delle parole di Lalo, ricordate: volo nido scelta
da imitare nelle rondini di stare accosto nel bisogno nella cura a chi si ama.
Prendendolo “intero”, anche con il male con i suoi difetti. “Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te”.
Ti scrissi, l’anno scorso. E tu sei venuta. Questo è l’amore per me per Lalo
per la Nada per Karoline per il Pazzo. Non ho avuto mai bisogno di
giustificazioni intellettuali o di teorie per capire che non può che essere
così. Loro i maestri le maestre per me!
Nell’amore, se è assoluto, se è
vero, se è grande e non piccino, contano le azioni! Non le
apparenze. L’apparenza più pericolosa è la poesia, l’estetica, a priori e
spesso a posteriori, che chi scrive cerca di ricavare dall’amore.
Giustificando, nobilitando con le parole, le proprie azioni. A volte anaffettive,
stupide, superficiali.
Ciò riguarda - seppure abbia
compiuto ogni sforzo per vivere Rondine Piccione Uccelletto anonimo, Falco - anche me?
Sta qui l’accensione del singhiozzo? Ha fatto tutto il possibile Fabio Nardi
per salvare Karoline Knabberchen dal suicidio il 20 agosto 1984 alle Lofoten,
isola di Austvågøy? Il Canzoniere di KK, i suoi libri sterminati, celano,
anche dietro pagine che possono essere letteratura, un atto mancato? Un errore?
Una colpa?
Non è forse stata una colpa aver
vissuto, come autore, la mia vita dopo consegnandola all’estetica? A cosa è
servito?
Tu raccogliendo la mia
disperazione a Vecchiano, in un cellulare, adesso, promettendo l’abbraccio da
vicino, quando verrai a Pisa, il 18 giugno, e prima di partire
per Madrid, nobiliti questo stramaledetto mezzo tecnico da tenere all’orecchio,
e mi farai dormire sereno, nella stanza che guarda, come da Bambino Accio, la
Torre campanaria della Chiesa di Sant’Alessandro, dove figlio di un anarchico,
facevo il chierichetto per Don Gino. E, Lalo, amava questa mia dedizione,
perché anche l’amore per Cristo, è amore assoluto. Che non scade!
PREGHIERA
PER STAGIONE SENZA VOLO
DELL'UCCELLETTO DI KIEKEGAARDIANO
L'Uccelletto figlio d’alata
ignota colpa pennuta si chiede stando sul ramo come faccia il bosco
ad avere sempre voglia di brillare dopo la pioggia. Canto mio e foglia altrui
madre e ramo di tanti in me padre… chi è il Signore del mio dolore che qui mi
pose che di me si fa gioco nella sua pura immaginazione?
Viene la primavera e verrà
l’estate e poi l’autunno e desiderio ho di fuggire dalle stagioni a me ostili
perché d’ignota nascita il mio volo. Si commuova chi presiede al vanto del
verde che più non mi riguarda, mi conceda la cecità su quanto il nascondiglio
rivela, stolto o pazzo mi renda, perché son stanco di custodire nel mio occhio
- lacrima non lo vedete? - la stella che porta il nome impossibile da scordare.
Che la morte ghermì.
Settembre 1984
dal "Canzoniere di Karoline Knabberchen"
dal "Canzoniere di Karoline Knabberchen"
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