CDS: Rina Rètis militante rivoluzionaria
a cura di Claudio Di Scalzo
IL MIO NOME È RINA RÈTIS
Il nome è Rina Rètis. Sono una
comunista eterodossa. Trotskijsta. In passato ho scritto, senza mai pubblicare un rigo,
sulla vicenda del mio legame con Fosco Neri. Il mio amato compagno. Anche
pittore. Morto in un oscuro incidente stradale, e penso me l’abbiano ammazzato
per certe sue inchieste politiche, nel febbraio del 2017. Ebbe, Fosco, una vita politica turbolenta negli anni settanta.
Un rivoluzionario coerente come pochi.
Mi sono interessata, episodicamente, a un
poeta ligure che tribolò in vita con l’immobile tomba del nome, ma da alcuni anni sono
soprattutto una donna malata. Una rara e poco conosciuta malattia alle ossa ed
ai muscoli mi danno spossatezza, dolori costanti, rinuncia a stare sveglia.
Fosco ha scritto sul mio dolore con una tenerezza che a rileggerne gli episodi
e soltanto a pensarci mi viene da piangere. Perché non è più con me. Malattia organica che mi azzanna la psiche. La morte di Fosco però
mi ha data un’energia che prima non conoscevo. Devo proseguire il romanzo comunista,
il feuilleton tragico, che tanto lo coinvolgeva con ricerche sul movimento operaio
e rivoluzionario, in un’epoca che questi accadimenti rivoluzionari hanno occultato sotto
menzogne, tradimenti, vendette. I più collaborativi, a questo scempio, son
stati artisti-artiste letterati-letterate intellettuali. Per questo quasi tutti
li disprezzo. Per questo voglio ancora
scrivere da comunista qualche frammento. Per questo Rina la rossa appare su
certe pagine elettroniche. E Fosco è con me anche se gli altri non lo vedono.
PRIMO BRANO DA ANTOLOGIA COMUNISTA
“Un filosofo produce idee, un poeta poesie, un prete
prediche, un professore manuali. Un delinquente produce delitti. Se si esamina
più da vicino la connessione che esiste tra quest’ultima branca di produzione e
l’insieme di questa società, ci si ravvede di tanti pregiudizi. Il delinquente
non produce soltanto delitti, ma anche il diritto criminale e con ciò produce
anche il professore che tiene lezioni sul diritto criminale e inoltre
l’inevitabile manuale in cui questo stesso professore getta i suoi discorsi in
quanto «merce» sul mercato generale. Con ciò si verifica un aumento della
ricchezza nazionale […] Il delinquente produce inoltre tutta la polizia e la
giustizia criminale, gli sbirri, i giudici, i boia, i giurati ecc. e tutte
queste differenti branche di attività che formano altrettante categorie della
divisione sociale del lavoro, sviluppano differenti facoltà dello spirito
umano, creano bisogni nuovi e nuovi modi di soddisfarli. La sola tortura ha
dato occasione alle più ingegnose invenzioni meccaniche, e ha impiegato, nella produzione
dei suoi strumenti, una massa di onesti artefici. Il delinquente produce
un’impressione, sia morale, sia tragica, a seconda dei casi e rende così un
«servizio» al moto dei sentimenti morali ed estetici del pubblico. Egli non
produce soltanto manuali di diritto criminale, ma anche arte, bella
letteratura, romanzi e persino tragedie […] Egli sprona così le forze
produttive”.
”E abbandoniamo la sfera del delitto privato: senza delitti
nazionali sarebbe mai sorto il mercato mondiale?” (…) “Più un paese
capitalistico è sviluppato, più la criminalità aumenta e le galere si
riempiono. Infatti, negli Stati Uniti, la «criminalità» almeno a giudicare da
quanto sono piene le prigioni, è la più alta del mondo. Perché la
«criminalità», quella per cui si finisce in galera, è il frutto della miseria,
dello sfruttamento, dell’oppressione e cioè del capitalismo”
(da “Teorie del Plusvalore” di Karl Marx)
NOTA A.C.C.I.O.
Rina Rètis è un personaggio che fa parte di un feuilleton marxista in progress - Ogni copyright è di Claudio Di Scalzo.
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