mercoledì 18 dicembre 2019

Risata di Buck Eden/Jesse Accio James col cane Stirner dedicata a Robert Ford a Baffetti di Rame a Pinkerton ricordando il 9 gennaio 2017 (Romanzo Western del Nulla)



Cane Stirner con Buck Eden nel Klondike






RISATA DI BUCK EDEN/JESSE ACCIO JAMES COL CANE  STIRNER 

DEDICATA A ROBERT FORD 

A BAFFETTI DI RAME

A PINKERTON

RICORDANDO IL 9 GENNAIO 2017

(ROMANZO WESTERN DEL NULLA)




BUCK EDEN E STIRNER NEL KLONDIKE. COME VIVE IL TRAPPER IL CANE. FINE ANNO CON FESTE 2019 INIZIO ANNO NUOVO 2020

Stirner è un Labrador. Ha un anno di età. Ho vissuto nella mia vita da Trapper, chiamandomi Buck Eden, con molti cani. Quando sono morti li ho seppelliti nelle radure che conosco al bosco alpino o sull’argine del Serchio e lì quando passo mi fermo a parlare con le loro ombre. In confidenza. Stirner sa che fondiamo la nostra avventura sul Nulla. Porta il nome di un filosofo da tutti scansato. E come lui ir mi’ ‘ane ne sa più di me e ha più natura adatta a vive il Klondike. Io lo imito. Ci imparo.


Mi garbano i cani da caccia labrador perché possiedono zampe palmate da gran nuotatori gran fiutatori di piste intrepidi nel riporto dell’animale. Allegri. Con essi vivo nel mio Klondike. In completa selvaggeria.

Dal 2005 non vado più a caccia con la mia doppietta "Oxford" calibro 20 perché Il Pazzo (Paolo Fatticcioni) mio amico barbiere e trapper è morto in quell’anno. Cacciavamo di frodo cinghiali volatili volpi. Nella macchia di Migliarino sul lago di Massaciuccoli Puccini sui monti vecchianesi. Il nostro Klondike.

Lo stesso vado in questi luoghi col mio cane però. Senza fucile. Stirner trova le piste annusa l’animale lo punta. Ma non avendo doppietta non catturo niente. Sono come il poeta l’artista lo scrittore che ha l’opera da cacciare in testa ma non la realizza. La fiuto l’annuso la lascio andar via.

Io e il mio cane siamo complici. Ci intendiamo a meraviglia. Parliamo nel nostro alfabeto. Lui darebbe la vita per me e io per lui. Siamo una cosa sola nel bosco alpino nella macchia sulla riva del fiume tra i canneti del lago sulla spiaggia del mare.

Lui ha i suoi denti io la baionetta di mio nonno Pardini Vittorio, interventista, ardito sul Piave, decorato. Non abbiamo paura di niente. Se incontriamo qualcuno o qualcuna intenta al fitness alla ginnastica per bicipiti e fianchi salutista che ci dice di stare attenti passando da certi luoghi, essendoci violenti ladri spacciatori piccola malavita, rispondo che son loro casomai a doversi preoccupare se ci infastidiscono. Di me a mani nude della baionetta se la tiro fòri dei denti der mi’ ‘ane Stirner.

Ir cane mi garba anco perché non si scorda le ferite e le bastonate ricevute. Guarisce, le smaltisce nella cuccia, guaisce, le sopporta ma non le scorda! E io sono uguale. Non scordo le ferite che m’ànno dato sur groppone ingiustamente. Come ir mi’ ‘ane se ne annuso in giro ancora la presenza o le riordo… ringhio azzanno mordo sbrano.

Questo è il mio Klondike col cane Stirner. Con quelli che l’hanno preceduto. Me l’ha consegnato lo scrittore Jack London. E seguo la “Saggezza della pista” del meticcio Sitka Charlie raccontato da Jack London.

Quando sarà il momento e non riuscirò più ad “accendere un fuoco” per scaldarmi accetterò la Morte. Tranquillo. Il mio cane mi veglierà per qualche giorno. Poi andrà verso qualche altra avventura in cerca di un medesimo trapper se lo trova. E sennò starà solo. Perché la legge del Klondike dice che noi non accettiamo addomesticamenti ma si vive a pari fino al punto in cui uomo e animale non si distinguono e sono una cosa sola. Esserlo nell’epoca telematica nel 2019 a fine anno è un bel risultato.
°°°
Quando così mi rivelo a Sara, come Buck Eden, lei quasi si spaventa. Non mi capisce. Però accetta sia così quando sto nel mio Klondike col mio cane. Basta non venga con me. Lei è civilizzata io no. E deve prendimi anco ‘osì. Oppure quarche vota diventà l'indiana Cardellino Trillo di Luna.




Buck Eden e Cardellino Trillo di Luna





La politica istituzionale o come storia di vocazioni intellettuali di singoli e relative teorie liberali socialdemocratiche comuniste in apparati militanti tradotte in precetti chiesa dedizione non mi ha mai coinvolto. Tra Sartre e Camus scelsi quest'ultimo. La politica, vista come passione anche selvatica, dunque con respiro animale, tipica dell’anarchismo e del marxismo eroico dei comunardi e bolscevichi e spartachisti e miliziani spagnoli, mi ha appassionato e tuttora mi prende.

Il cane nella sua istintualità vive indipendente e sceglie la compagnia amicizia dell’uomo o donna; così penso la rivoluzione del singolo negando qualsiasi Autorità, politica o culturale, sopra di me. Se non a Dio. Ovvio sia capitato in Jack London, in Melville con Achab e in Stirner e nel marxismo eterodosso. Ma ad ogni teorico, financo allo stesso Marx ed Engels, per me, prima di loro, viene l’operaio che legge il Manifesto nel 1848 o nel 187I alla Comune di Parigi e finisce fucilato al Père Lachaise. Prima di Lenin e Trotskij il militante anonimo del Soviet. Tutto ciò gli stessi fondatori lo sapevano lo accettavano lo caldeggiavano anche nelle arti: alla pari. Basta leggere Majakovskij. Le sue poesie d’amore dove vuole un cuore da orso che balla. E Futurismo per tutti. Altro che i segaioli con i tacchi del 12 decadenti! di ieri di oggi, in circolazione. Fino all'estremo nell'amore nella rivoluzione è roba per chi ha il cuore che latra che s'accoppia nella boscaglia come il cane Stirner!

Queste mie posizioni mi hanno reso “straniero” anche in Lotta Continua. E in tutte le filiazioni estetiche culturali intellettuali dagli anni Settanta in avanti. Che non frequento. Tantomeno on line. Anche perché di pubblicare esporre figurare in faccende estetiche non me ne frega niente. Seguo la mia pista la sua “saggezza” come il cane Stirner. Essa mi basta e avanza. Uomini e donne che cercavano in me l’intellettuale o l’esteta hanno prima o poi trovato l’odore selvatio simile a quello del mi’ ‘ane. E se ne sono iti altrove.




Buck Eden e Cardellino Trillo di Luna abbracciati nel Klondike





La musicista veneziana mi prende per ‘ome sono. Mi vede adatto alla “Sagra della primavera” di Igor Stravinskij con suo lato selvatico danzante e dondolato da qualche dionisismo già in culla. Non ho poi molto da offrirle, essendo povero, e sono anche negli anni dei ‘apelli e baffi grigi: ma come Trapper col suo cane Stirner sono affidabile fedele e non c’è trappola che possa darmi scacco o animale uomo-donna nella foresta dei segni che possa uccidermi. E sul mare anco agitato e nel bosco anche nel libeccio nella tramontana so come tornare a casa: alle nostre mura. Sembro quasi un personaggio da romanzo senza avere un libro dove stare. Curioso vero?










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