giovedì 14 dicembre 2017

Claudio Di Scalzo: Le Figlie del Corsaro Nero: Corsara Azzurra, Corsara Rossa, Corsara Verde. Ad Azzurra de Paola, Chiara Daino, Ilaria Seclì.



CDS: Corsara Azzurra - autunno 2017







Claudio Di Scalzo

LE FIGLIE DEL CORSARO NERO:

 CORSARA AZZURRA, CORSARA ROSSACORSARA VERDE.

(Azzura De Paola, Chiara Daino, Ilaria Seclì)

Prima che lo faccia il Social Facebook, coi suoi calendari: “ricordi”, lo faccio io da solo! Di ricordare tre figure importanti nel mio 2017. Perché sopra di me non voglio nessuno neppure un algoritmo di multinazionale dove so, sono, assieme a miliardi, corpo e parole per profitti miliardari di pubblicità. Lo faccio io da me!, un bouquet di fiori per chi ha aiutato nel pericolo il mio sé. (oh le rime). Lo faccio da solo come Corsaro Nero: e sulla bandiera, nessuno si sorprenda ci sia l’ateo Stirner e il cristiano Kierkegaard e lo gnostico  Achab: perché tutti  e tre dissero “Nessuno, sopra di me, sulla terra”. Se non Dio.

E tre sono anche le figure di questo raccontino illustrato transmoderno, che  galantemente, omaggiando  Salgari, titolo:


 LE FIGLIE DEL CORSARO NERO

CORSARA AZZURRA, CORSARA ROSSA,CORSARA VERDE


Queste tre belle donne, che potrebbero essere mie figlie, sono un Corsaro Nero nei suoi 65 anni,… mi hanno donato, ognuna,  parole  determinanti: un po’ come il fuoco in un racconto di Jack London nel gelido Klondike o un po’ di acqua dolce se sei alla deriva sopra una barca di fortuna dopo l’inabissamento del brigantino da parte degli spagnoli.




Azzurra de Paola




La Corsara Azzura, nomade e dagli occhi carbone rilucenti, col volto da eroina mediterranea, postura indomita, mi ha chiamato: Partisan. Con una sola parola, testimone che non ne servono milioni in similoro celebrate officiate; ma una sola!, quella che serve, come un’isola alla Tortuga sconosciuta dove nascondersi e riprendere forze. Soltanto leggendo qualche rigo on line, la Corsara Azzurra ha capito che sono un Partigiano. Partisan. Quindi sto da una parte. Combatto. Uso la guerriglia dei segni da sempre. Seguo la lotta del padre Libertario. Partisan lo porto on line sul social Facebook. Per questo, l’ho disegnata dentro la cascata dei suoi lunghi capelli scuri col volto ch’è già di per sé un racconto.









La Corsara Rossa, Bucaniera Bucaneve, anche se abbiamo veleggiato su rotte diverse, senza più incontrarci per sei anni, saputa la vicenda del mio brigantino corsaro affondato dai devoti a Maracaibo, mi ha raggiunto ed ha esclamato: “ti sono accanto Corsaro Nero, borchie sciabole lame per sempre”. 









La Corsara Rossa è imprendibile, vive in tutti i segni possibili di suono scrittura immaginario e porta nella sua bellezza delicata e struggente la forza del mare in burrasca. Imprevedibile e teneramente crudele i nemici li segna con parole in punta di coltello sulla fronte tanto da poterli riconoscere anche se la blandiscono. Di chi si fida li tiene sulle lunga sopracciglia per far loro vedere orizzonti che altrimenti non vedrebbero. E allora l’ho disegnata nel suo impeto e nella sua monella azione poetica.











Con la Corsara Verde, Ilaria Seclì, ci siamo ritrovati in questo novembre. Dal 2011. Come le altre tre corsare non l’ho mai incontrata di persona. Ho il rimpianto quando salpava L’Olandese Volante di non averle chiesto se voleva stare al mio fianco nell’avventura transmoderna. La Corsara Verde è figlia della Magna Grecia è fatta d’aria e di pietra con cento linfe cento lingue cento profumi che diventano la sua poesia, generosamente donata, a chi capita dove scioglie i capelli ricci.

Dopo brevi scambi, leggendomi nelle ultime sfortunate avventure corsare, mi ha scritto: “Ma da che pianeta vieni Accio?” Con una sola frase ha rivelato, e preso a tenerezza, la mia natura un po’ candida un po’ stralunata che rotea l’immaginario in un planetario tutto suo che solo raramente incontra quelli soliti delle attività culturali e colte.  

Ha carezzato così la mia poesia. E allora l’ho disegnata come IL’ARIA.






Sara Cardellino Fauve Oriental - 14 dicembre 2017




La stessa Sara Cardellino mi ha detto che queste “Tre Corsare” hanno verso di me del Bene. Figure positive. Donne che hanno del talento invidiabile e originale. Questo mi ha detto chi sa capire le partiture musicali della vita e della creatività nella grammatica dell’etica. Del coraggio femminile.

Allora, per un attimo, anche se ormai non ho più voglia né di scrivere né di occuparmi di estetica, per vivere il mio privato, tornato semplice militante dell’anarchia, ho IMMAGINATO un sito, una nuova NAVE CORSARA, “FOLGORE ROCCABRUNA”, nell’universo acquoreo telematico, dove LE FIGLIE DEL CORSARO NERO: CORSARA AZZURRA, CORSARA ROSSA,CORSARA VERDE potessero veleggiare in fantasia e libertaria invenzione con sempre nuove rotte. Con me che le aspetto in un’isola nascosta e qualche volta con loro m’imbarco perché il braccio è ancora forte  e così l’ardimento.

Perché se vige l’estetizzazione del quotidiano, si necessita che i corsari (e coloro che non sono rassegnati allo schizo-capitalismo e aborriscono le residue carriere, anche un po’ ridicole, letterarie ereditate dal novecento) inventino un uso performativo dei media dei codici di ogni universo simbolico che ci trastulla e ci opprime. Contro la cultura merce di tutti estetizzata proporre una distorsione pratica, per tutti, da subito, di ibridazione comunitaria, Nuova Tortuga, territori liberati, dove il Compositore – scrittori  artisti genti popolo – libera gli universi simbolici dominanti organizzando da bricoleur ogni marchio cliché ma in funzione libertaria, politica, per liberare non solo i letterati ma tutti.

Il processo creativo è orfano da tempo. Secondo me solo le donne, e le corsare, possono tentare l’impossibile. Quanto a me non ci sono riuscito visto com’è finita l’avventura del leggendario e rivoluzionario Olandese Volante.













Nessun commento: