domenica 6 marzo 2011

Margherita Stein: Infernalia rivoluzionaria di Rimbaud dopo la prima Comunione

   

                                       Raffaele Monti. Vestale, Chatsworth House, Derbyshire



INFERNALIA RIVOLUZIONARIA DOPO LA PRIMA COMUNIONE

Per una sorta di castrazione anche patetica in tanti nella sinistra intellettuale, nei palchi bassi, del teatro universitario-giornalistico-editoriale, hanno indossato la cappa dei fedeli al Dio Vaticano in terra, macchiandola di rosso, il loro ultimo rosso, dopo l’evirazione del fallo rivoluzionario, o ritenuto tale. Infatti la “mosceria” intellettuale italiana ha episodi ingloriosi. Sorvoliamo. Mi si permetta, in forma esplicativa, questa traduzione da “Una stagione all’inferno” di Rimbaud. Uno che dopo la Comunione ha radicalizzato l’esistenza-testualità in totale distacco dal Cattolicesimo. Da meditare la crepa rimbaudiana. Fatale nel pensiero sul sacro occidentale. Ho tradotto, in azzardo, “je ne puis comprendre la révolte” con incomprensione verso la rivoluzione. "Sforzo e piego" Arthur Rimbaud ad anticipare la corrrente anarchica stirneriana che vaticinò la ribellione, anche animalesca del proprio Io, contro ogni architettura ideologica a guida marxista e poi leninista. Strappo alla correttezza della brava traduttrice per compiacere Claudio Di Scalzo e le sue fumisterie anarchiche, passate fra le Alpi. Al sicuro mi sembra. (Margherita Stein)



MAUVAIS SANG
  
(…) Si j'avais des antécédents à un point quelconque de l'histoire de France!
Mais non, rien.
II m'est bien évident que j'ai toujours été race inférieure. Je ne puis comprendre la révolte. Ma race ne se souleva jamais que pour piller; tels les loups à la bête qu'ils n'ont pas tuée.
Je me rappelle l'histoire de la France fìlle aînée de l'Eglise. J'aurais fait, manant, le voyage de terre sainte; j’ai dans la tête des routes dans les plaines souabes, des vues de Byzance, des remparts de Solyme; le culte de Marie, l'attendrissement sur le crucifié s'éveillent en moi parmi mille féeries profanes. - Je suis assis, lépreux, sur les pots cassés et les orties, au pied d'un mur rongé par le soleil - Plus tard, reître, j'aurais bivaqué sous les nuits d'Allemagne.
Ah! encore: je danse le sabbat dans une rouge clairière, avec des vieilles et des enfants.
Je ne me souviens pas plus loin que cette terre-ci et le christianisme. Je n'en finirais pas de me revoir dans ce passé. Mais toujours seul; sans famille; même, quelle langue parlais-je? Je ne me vois jamais dans les conseils du Christ; ni dans les conseils des Seigneurs, - représentants du Christ.
Qu’étais-je au siècle dernier: je ne me retrouve qu’aujourd'hui. Plus de vagabonds, plus de guerres vagues. La race inférieure a tout couvert - le peuple, comme on dit, la raison; la nation et la science.
Oh! la science! On a tout repris. Pour le corps et pour l’âme, - le viatique, - on a la médecine et la philosophie, - les remèdes de bonnes femmes et les chansons populaires arrangées. Et les divertissements des princes et les jeux qu’ils interdisaient! Géographie, cosmographie, mécanique, chimie!...
La science, la nouvelle noblesse! Le progrès. Le monde marche! Pourquoi ne tournerait-il pas?
C'est la vision des nombres. Nous allons à l’Esprit. C'est très-certain, c’est oracle, ce que je dis. Je comprends, er ne sachant m’expliquer sans paroles païennes, je voudrais me taire. (…)


Se avessi almeno degli antecedenti nella storia patria, in un punto, qualsiasi!
Ma no, vuoto.
Lampante, schiarente, in tutto, che appartengo alla razza inferiore. Non posso comprendere la rivoluzione. La mia stirpe contempla la ribellione soltanto per predare: come fanno i lupi con la bestia non uccisa da loro.
Ripenso la storia della Francia, figlia primogenita della Chiesa. Avrei compiuto da contadinotto il viaggio in Terra Santa; ho in testa certe strade sulle pianure di Svevia, certi panorami di Bisanzio, torrioni di Solima; il culto della Vergine, l’intenerimento sul Crocifisso si ridestano in me tra fantasmagorie profane in numero di mille. – Sto accovacciato, lebbroso, sui piatti rotti e le ortiche, canto un muro calcinato dal sole. Più tardi, soldataccio, avrei nelle tedesche notti bivaccato.
Ah! Di più: in una radura rossastra il sabba roteo con vecchie e pargoli.
Non riesco a ripensare oltre questa mia terra e del cristianesimo. Senza fine rivedermi in questo passato. Però sempre in solitario; senza famiglia; anzi quale lingua parlavo? Nei precetti del Cristo non riesco mai a riconoscermi: neppure nei disegni dei Signori, - rappresentanti del Crocifisso.
Nel secolo scorso che cos’ero? Mi ritrovo solamente oggidì. Non più vagabondi, finite le guerre vaghe. Il popolo, la ragione e la scienza, compresa la nazione, sono stati ricoperti – come suol dirsi - dalla razza inferiore.
Oh oh la scienza! Tutto è stato ripreso. Adatti al corpo, adatti all’anima – viatico! – ci sono la medicina e la filosofia – rimedi da comari come le canzonette riadattate. Compresi i divertimenti dei principi e i giochi da loro proibiti! Geografia, cosmografia, meccanica, chimica!...
Scienza, innovativa nobilta! Il progresso. Cammina il mondo! Perché mai non dovrebbe girare?
E’ la visione dei numeri. Procediamo verso lo Spirito. E’ fatto certo, oracolare, quanto pronuncio. Intendo, e non riuscendo nella spiegazione senza motti pagani, vorrei tacere.

Margherita Stein

Da Une saison en enfer, Una stagione all’inferno.



                                                                      Margheita Stein




 Margherita Stein ha scritto con me testi per l'Annuario TELLUS 30 - "Nomi per 4 stagioni", 2009.



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POLICE

Every Breath You Take






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