Rina Rètis
Ti porgo un suono tronco
Da completarti in bocca
Un profilo HB di matita
Se ci aliti colore in tetrabocca
Lana da annodare
In viso di medusa
Litico t’aspetto alle mie ciglia
IL MIO NOME È
RINA RÈTIS
Il nome è
Rina Rètis. Sono comunista eterodossa. In passato ho scritto, senza mai
stampare un rigo, sulla vicenda del mio legame con Fosco Neri. Il mio amato
compagno. Anche pittore. Morto in oscuro incidente stradale, e penso me
l’abbiano ammazzato per certe sue inchieste politiche, nel febbraio del 2017.
Ebbe, Fosco, vita politica turbolenta negli anni settanta. Un
rivoluzionario coerente come pochi.
Mi sono
interessata, episodicamente, a un poeta ligure che tribolò in vita con
l’immobile tomba del nome, ma da alcuni anni sono soprattutto donna malata.
Una rara e poco conosciuta malattia alle ossa ai muscoli mi danno spossatezza, dolori costanti, rinuncia a stare sveglia. Fosco ha scritto sul mio dolore con una tenerezza che a rileggerne gli episodi, o soltanto a pensarci, mi viene da piangere. Perché non è più con me.
Malattia organica che m'azzanna la psiche.
La morte di Fosco però m'ha dato un’energia che prima non conoscevo. Devo proseguire il romanzo comunista, il feuilleton tragico, che tanto lo coinvolgeva con ricerche sul movimento operaio e rivoluzionario, nell'epoca in cui questi accadimenti rivoluzionari hanno occultato sotto menzogne, tradimenti, vendette. I più collaborativi, a questo scempio, son stati artisti-artiste letterati-letterate intellettuali.
Per questo quasi tutti li disprezzo.
Per questo voglio ancora scrivere da comunista qualche frammento.
Per questo Rina la rossa appare su certe pagine elettroniche. E Fosco è con me anche se gli altri non lo vedono.
Una rara e poco conosciuta malattia alle ossa ai muscoli mi danno spossatezza, dolori costanti, rinuncia a stare sveglia. Fosco ha scritto sul mio dolore con una tenerezza che a rileggerne gli episodi, o soltanto a pensarci, mi viene da piangere. Perché non è più con me.
Malattia organica che m'azzanna la psiche.
La morte di Fosco però m'ha dato un’energia che prima non conoscevo. Devo proseguire il romanzo comunista, il feuilleton tragico, che tanto lo coinvolgeva con ricerche sul movimento operaio e rivoluzionario, nell'epoca in cui questi accadimenti rivoluzionari hanno occultato sotto menzogne, tradimenti, vendette. I più collaborativi, a questo scempio, son stati artisti-artiste letterati-letterate intellettuali.
Per questo quasi tutti li disprezzo.
Per questo voglio ancora scrivere da comunista qualche frammento.
Per questo Rina la rossa appare su certe pagine elettroniche. E Fosco è con me anche se gli altri non lo vedono.
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