martedì 28 aprile 2020

Claudio Di Scalzo detto Accio: Wild Accio Hickok nella neve e corsaro per Sara Cardellino


Jesse Accio James - Ottobre 2014




Claudio Di Scalzo detto Accio 

WILD ACCIO HICKOK NELLA NEVE E CORSARO PER SARA CARDELLINO



A volte, come in questo ritratto fotografico dell’autunno 2014, mi raggiungevi per e.mail.

Non rispondevo.

Non potevo rispondere.

Rimanevo turbata. Turbatissima.

Prima di addormentarmi mi dedicavo a decifrare cosa volevi rivelarmi.

Alle spalle di Jesse Accio James appare parte di un dipinto che è il Campo della Barra a Vecchiano. Equivalente di quello abitato dal pistolero Jesse James, nella Contea di Clay Missouri, tentato di cessare la sua folle lotta banditesca, nella pellicola “L’assassino di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”, del 2007. Film diretto da Andrew Dominik, tratto dal romanzo omonimo di Ron Hansen. 

Cappello e fazzoletto al collo come da recita western. Il messaggio segreto, per me, da decifrare, stava nelle due spille sulla giacca.

Una riprende “Cacciatori nella neve” di Bruegel. Datato 1565. Conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. Dipinto della serie “I Mesi”.

Mi dici che stai vivendo l’inverno. Mese perenne senza me. Che sei cacciato. Dalla muta dei cani rimorsi dai cacciatori che hanno come rimedio verso la tua presenza, nel bosco, di ucciderti ma non di te cibarsi. Come gli uccelli che portano seco. Perché sei un predatore. Non commestibile. Lupo o falco non addomesticabile. Tu, però Accio, che nella foresta stai, hai nostalgia della vita di paese, di te bambino, nei giochi invernali, sul ghiaccio con lo slittino. Ghiaccio complice nella gioia non nel gelo che vivi nel bosco fitto o in qualche cielo corrusco di nuvolaglia nevischio.

Ma ciò che mi riveli non può attenere soltanto al tragico o al sublime, vuoi essere eroicomico; come nel fumetto, e, dunque, dal mondo alpino, dove vivi insegnando al professionale, ti sposti sulla costa sul mare.

Scegli la serie fumetto manga di One Piece. E non puoi che essere Monkey Rufy nel fumetto nel cartone animato. Cappello, di paglia, corsaro; camicia rossa; monello adolescente pirata. Ingenuo, spensierato, temerario. Come il Bambino Accio sull’argine del Serchio. Però con qualche potere speciale. Che gli eviti la sconfitta esiziale e di salvarsi in condizioni pure disperate. A patto di stare, per te, metà nell’età reale metà in quella di bambino-adolescente.

Cosa non puoi prevedere, però, me lo riveli col richiamo a Jesse Accio James, come del resto farai come Wild Accio Hickok come Billy Accio the Kid: che un Robert Ford un McCall un Garret, quando accadrà che ti sparino a tradimento nella testa nel petto.
Nel 2014, intuivi, immaginavi, il destino tuo il 9 gennaio 2017 con L’Olandese Volante. Sarebbe accaduto. Ti sarei venuta a salvare ferito mortalmente.


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Ma non non sai, neppure, che allora, nel sonno, accanto a Linton, mio marito, io più Sara Earnshaw in quel momento che Zerelda Zee Cardellino, profferii nel sogno incubo le parole: “Accio non farti uccidere. Ti scongiuro! Non voglio!”.

Avevo rifiutato ancora una volta di fare l’amore con lui pure bruscamente (clikka: Il segreto di Fiesole). Irritato non si era addormentato. Sentendo le mie parole andò in biblioteca. Aprì il cassetto vide la tua foto. Richiuse. La sera dopo, sintonizzandosi in tv sopra un film western, degli anni Cinquanta, se ne uscì dicendo faceto: “Prediligo, Sara, i film western dove i ruoli sono ben definiti tra buoni onesti e cattivi disonesti. Oggi nella vita reale, nei sentimenti, nei film, i cattivi sono presentati come eroi, e poi accade che nella vita reale nella finzione storica rovesciata a questi pessimi soggetti qualcuno creda e persino che vi si innamori. Però è una malattia! Non credi sia così!?”.
Tacqui. Capii che aveva scoperto la tua foto.

Provai un brivido tremendo.

Pensai avesse ragione. Sperai non mi raggiungessi più con alcuna foto. Nascosi però la tua faccia da bandito che oggi ti mostro e non l’ho più riguardata fino al 2017. Quando seppi che il 9 gennaio 2017 la rivoltellata l’avevi presa per davvero, scoprii quanto t'avevo sempre amato da grande da piccolo. Perché a volte i banditi sono meglio degli uomini della legge poetica e dell’etica nominata giusta e perfetta. Però non dovrebbero, come tu mi imponevi nel 2011, di seguirli a forza nella foresta a vivere senza regole la vita sbilanciata nella finzione estetica. Che porta dolore smarrimento pericolo all’amore al bene con qualche piombo metaforico da ricevere o da dare.

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