sabato 25 aprile 2020

Claudio Di Scalzo: L'ontologia rivoluzionaria di Libertario detto Lalo mio padre e di Accio suo figlio il 25 aprile 2018. Melodramma Fumetto Body Art


Accio e Lalo al Campo della Barra a Vecchiano - 25 aprile 2017




Claudio Di Scalzo

L’ONTOLOGIA RIVOLUZIONARIA 
DI LIBERTARIO DETTO LALO MIO PADRE
E DI ACCIO SUO FIGLIO
IL 25 APRILE 2018

(Melodramma Fumetto Body Art)


Accio, figliolo, mi garba dare titolo e nome al ciclostilato di LOTTA POETICA, “Il Foglio di Lalo”. Che tu e Karoline Knabberchen avete inventato a Pisa e Vecchiano. Lotta sempre per una cultura anarchica e libertaria. Che sia per tutti e in primo luogo per i proletari per gli ultimi per gli sfruttati. Non importa che genere userete e che maniera; quanto conta è che ognuno desiderandolo, si avvicini alla poesia alle arti. In maniera orizzontale, popolare, da soviet, da comunità senza capi. E che ogni verso bello o brutto che sia, come lo decideva una volta la borghese e fascista critica e il potere editoriale, non sia mai nel tuo e vostro orizzonte comunista, giudicandoli, escludendoli, rifiutandoli.
  
POESIA È UGUAGLIANZA

Un giorno tutti, nell’ANARCHIA, saranno poeti e scrittori  e pittori e musicisti se lo vorranno. E questa materiale produzione deve stare, anche nella lotta per raggiungere il comunismo, alla pari di ogni altro oggetto o cosa creata dal lavoro umano, dalla fantasia. Mai pensare o chiedere valga di più.  Lo farai compagno Accio, lo ricorderai giovane compagna svizzera?

Sia io, Claudio Di Scalzo detto Accio, che Karoline Knabberchen (1959-1984) siamo rimasti fedeli alla promessa fatta a Libertario detto Lalo, mio padre. Con il nostro sì! E Sara Cardellino, oggi, mi ama per questa mia coerenza durata cinquanta anni. Iniziò nel 1968. Avevo sedici anni. Adriano Sofri mi chiamò: “Piccola Guardia Rossa”.

Nel 2017, L’Olandese Volante, con me Olandese, che questa promessa aveva materializzato on line ha subito "tradimento" e affondamento (2011-2017). Ma sul fondo dell’acquoreo-web ancora l’avventura che riassumeva decenni di comunismo poetico rimarrà. Perché nessuna sfortunata vicenda, in realtà l'urto dell'Antico Regime Maracaibo (A.R.M.) sul suo scafo, potrà mai cancellarne la bellezza comunista scritta e disegnata nelle vele nello scafo nelle corde che ne reggono postura nella sconfitta.


Lalo, senza saperlo (o forse lo sapeva perché non mi parlava mai dei libri che leggeva o prendeva dalla biblioteca comunista di casa) nella promessa-giuramento che chiese a me, a Karoline Knabberchen, nel 1979, mentre in cabina sul camion OM 42 andavamo a caricare sementi in san Rossore a Pisa, richiamò L’ONTOLOGIA DI CLASSE del filosofo che aveva scritto “STORIA E COSCIENZA DI CLASSE”: György Lukács. A questa ontologia comunista mi sono sempre attenuto. E so che da qualche parte, altri continuano questa lotta. Dopo che ho smesso ogni estetica per dedicarmi soltanto alla pesca di orate a Marina di Vecchiano, al bosco in Valchiavenna. A chi amo.








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Questo ricordo lo rendo pubblico per il 25 aprile 2018. Lo considero anche il mio omaggio al 1968. Oltre che alla Resistenza rivoluzionaria antifascista e anticapitalistica. Ai compagni morti ammazzati dalla polizia dai fascisti dal lavoro capitalistico. Al mio compagno poeta e maestro padre che mi insegnò la lotta di classe e la rivoluzione nelle arti, fino all’estremo: d’un ruolo di autore comunista che ho sopra riassunto. E che nell'ultima avventura de L'Olandese Volante (2017) ho difeso con tutto me stesso. Anche se non sono riuscito a salvare il veliero libertario dalla rovina. 





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