sabato 6 dicembre 2025

Margherita Stein: ESTATE CON POESIA NON TRADOTTA DA VERSI NON SCRITTI. 1978/2010



CDS: "Scacchiera biancata e nerata e velata" - 1980 collage fotografico
sulla scultura di Antonio Corradini "La personificazione del lutto"
in Tellus 30 "Nomi per 4 stagioni", pag. 167, 2010.
La scacchiera fu esposta a Firenze, Galleria Zona. 
Omaggio a Margherita nel 1978





Margherita Stein nella sua casa di Monaco
Foto CDS - 2012




Robinson Jeffers: Rock and Hawk. Con lettera e poesia di Claudio Di Scalzo per Margherita Stein. 2012

  





ROBINSON JEFFERS

ROCCIA E FALCO

In questo simbolo tanti
tragici intensi pensieri
s’occhieggiano tra loro.
 
La roccia ferrigna incombe
sul promontorio dove il vento
alberi non ospita nella crescita,

provata dai terremoti, incisa
da tempeste secolari: sulla cima
s’è posato un falco.

Questo è il tuo emblema,
sospeso nel cielo in futuro;
non la croce, non l’alveare,

ma questo: chiara potenza
oscura pace, acuminata coscienza
e disinteresse estremo;

vita, e morte calma; del falco
gli occhi e l’azione sicura
unite all’immane

misticismo della pietra,
che fallimento non abbatte
e successo non dilata.

Traduzione MS


ROBINSON JEFFERS

ROCK AND HAWK

Here is a symbol in which
Many high tragic thoughts
Watch their own eyes.

This gray rock, standing tall
On the headland, where the seawind
Lets no tree grow,

Earthquake-proved, and signatured
By ages of storms: on its peak
A falcon has perched.

I think, here is your emblem
To hang in the future sky;
Not the cross, not the hive,

But this; bright power, dark peace;
Fierce consciousness joined with final
Disinterestedness;

Life with calm death; the falcon’s
Realist eyes and act
Married to the massive

Mysticism of stone,
Which failure cannot cast down
Nor success make proud.



Margherita Stein mi falca - Foto cds 





LETTERA A MARGHERITA STEIN SULLA METAMORFOSI E IL FALCO
   
Margherita Stein ***… e ci metto di seguito un Falco d’asterischi con nel becco l’aggettivo possessivo adatto a dirti del nostro legame dai tempi “politico-letterari”… ma ho davvero ben poco da offrirti in cambio delle due traduzioni da Robinson Jeffers con protagonisti il Falco che se tu sei d’accordo raccolgo sotto al titolo di “Traduzioni della rapace metamorfosi”. Forse ti accontenterai a sapere che la tua interpretazione-traduzione dei versi di questo poeta americano, che al solito conoscevo ma non fino alla nervatura che tratteggi, mi hanno sospinto dove il mio legame con il tema della METAMORFOSI assume altre e suggestive scaglie da porre sul rapporto scrittura-vita. 

Ne avevo bisogno senza saperlo. La riflessione sull’inunamismo ne è un esempio. Pensavo di accostarmi in questo luglio a Marinella di Sarzana al mito delle metamorfosi nei suoi classici capolavori greci e latini, e sono finito - grazie a te - nella California degli anni Trenta e Cinquanta, tra rocce e falchi e altri animali e altre pietrificazioni. 

Stamani nel fresco mattino aurorale ho scritto “ Dieci voli dieci falchi in uno” e ieri sera, un Omaggio a Jeffers che potrei titolare “Falco con luna. Paesaggio apuano-californiano”. 

Non ti irritare, casomai sorridi a questa inusitata rima rocciosa, perché ne fo uso al mare  tra tanti volti fin troppo umanizzati; costì un Falco, transitoriamente, con la sua fronte e il suo sguardo può starci. 
.

Tuo Accio, Marinella di Sarzana 18 luglio 2012.


                                                                   °°°


FALCO CON LUNA. PAESAGGIO APUANO-CALIFORNIANO


L’increspatura plumbea del mare supera il Falco e sul marmo apuano il becco affila. Nel sorteggio estivo dello sposo adatto la luna gli placa l’ala d’opaco chiarore. S’effonde, si scioglie l’inumano. CDS, 17 luglio 2012.


     

domenica 13 aprile 2025

Luigia Zamorano: In September a fancy cloud. All'Esploratore 2010

 

                                                                              CDS






In September a fancy cloud
A pale curl with golden leaves
Is performed on the burning grass - An ant
Time passes in our minds


°°°


A settembre capriccio
Della nuvola ricciolo pallido
Con dorata foglia si compie
Sull’erba pronta al fuoco - Formica
Nella mente l'età che viene


Luigia Zamorano


°°°


La raccolta completa delle poesie, in inglese, qui eccezionalmente, 
versione tradotta in lingua italiana, 
verrà pubblicata sull'Olandese Volante





DIREZIONE

DI SCALZO



 

Claudio Di Scalzo: Tellus Transmoderno e Accipper (Lucca Comics 2015)






Claudio Di Scalzo
ACCIPPER
(Monella Ragione)

Il bambino ACCIPPER (e la sua monella Ragione) è un ragazzo terribile che si inserisce, in modo atipico, molto transmoderno atipico, nel filone del fumetto sorto al suo albore inizio novecento dei "ragazzi terribili". Deve il nome al mio soprannome, ACCIO, che comparve sul Monello, nelle Avventure di Cuoricino e Accio (Accio era il bambino cattivo) anni Sessanta; poi al fumetto NIPPER (1933, di Brian White), e ad HORATIO (1969, Judd-Haswell) che piccolo pensa, mostruosamente, come i grandi, sul mondo. Quindi possiede una sua Ragione monella, un monologare mattocchio. ACCIPPER ha un padre fondatore in Pinocchio, ovviamente. Con Avventure in un mondo al rovescio.


Nipper - GB (1933) Brian White









NOTA

L'Olandese Volante custodisce l'esperienza dell'annuario TELLUS e continua la serie con le TAVOLE TELLUS TRANSMODERNO - TELLUS A COLORI - TELLUSFOGLIO ecc



giovedì 10 aprile 2025

Aglaia: Quando sono morto per amore. Un violino, un finale romanzesco. Raccontino.





Ieri sono morto. Mentre morivo ho sentito le note del Concerto per violino e orchestra di Sibelius. Ho inteso che quella musica struggente era per me che stavo morendo, o per essere più precisi per me che avevo perso l’amore assoluto e allora tanto valeva che morissi per questo dolore.
Appena si modula l’adagio molto dal violino di Oistrack sento la voce di Carmaux che dice al suo amico Wan Stiller: “Guarda!, il Corsaro Nero piange”. Mi sono chiesto cosa c’entrassero due pirati di un romanzo che leggevo da piccolo con la mia situazione di morente. Poi l’ho capito. Carmaux e il suo amico guardavano me. Un uomo audace che spezzato dall’amore diventa fragile. Ero io che avevo gli occhi umidi, le guance rigate. A quel punto credo proprio di essere morto, anche perché il dolore era insostenibile.

Al mattino la gente mi ha salutato come al solito. E io come al solito sono stato cortese e sorridente. Non era cambiato nulla. Ma quando, nella pausa dal mio lavoro al Catasto centrale, ho provato a scrivere, qualcosa in più, oltre a questo resoconto, ho provato una grande indifferenza. Una piccola nausea. Ho inteso che ero morto alla scrittura sopravvivendole. Sono un altro me stesso, e non posso dire di star male. Sul perché ho tanto sofferto fino a morirne l’ho dimenticato. Ma deve essere stato terribile, avevo la fronte liscia, ora la solca una ruga profonda, come rimarginata ferita da lama. Aglaia

                                                                             °°°

Jean Sibelius, Concerto per violino e orchestra - David Oistrakh e l'Orchestra della Radio di Mosca - Febbraio 1966

I movimento, parte 1

http://www.youtube.com/watch?v=3SvAf-QbuvQ&feature=related

I movimento, parte 2

http://www.youtube.com/watch?v=yJOCquXwh1A&NR=1

Claudio Di Scalzo: “Il peluche di Alice Pagès” (2012)

                                                     

                           

CDS: "Alice Pagès nei giorni di pioggia, I" - X 2012

Il personaggio è stato pubblicato sull'Annuario TELLUS 2009
Morbegno, Labos Editrice. 















Claudio Di Scalzo
   

IL PELUCHE DI ALICE PAGÈS

Specchio Vicino al Serchio astuto e fino
Alice Pagès - Foto Vittorio Della Croce





I
Non è facile né difficile stringere l’inadeguatezza al petto. Pupazzetto di peluche. Bagnato se fuori piove forte.

Tra un esame e l’altro galleggio. Nella pioggia. Credo o fingo di credere d’esser precisa consistenza. Galleggio nuda tra le dita di Vittorio. A volte vorrei pugnalarlo. Se mi vedesse col pugnale?


Mi scuserei. Perché l’ho provocato, mentre lui era intento a portar gloria alla missione di sé stesso e degli amici in qualche discoteca viareggina, distraendolo: allora è chiaro che poi mi ritrovo in camera col peluche bagnato. C'ho rigato gli occhi col pennarello rosso: lacrime sul suo bel pelo bianco. Camera con terrazza. Terra straniera con me intenta a frugare tra pieghe delle palpebre per scovare almeno un luogo illeso da cui ricominciare a edificarsi un 'io'.


Poi sparisce la vanagloria d'atteggiarsi a eroina ottocentesca, svanisce anche quell'unica consolazione che opacizza la realtà.



Cds: "Alice Pagès e Vittorio della Croce" 



      
II

Lacrime diecimila ignare diecimila gocce sull’infranto vetro del presente diecimila volte soffiato (pineta di Viareggio quanti aghi di pino cali?) diecimila sull’impronta degli amanti (io e Vittorio) prima di diventar tomba adatta per corpi assenti?

Oggi ogni barca al molo (che immagino dell’ottocento) si raccontano avventure di gioventù - così l’anima mia ciarlatana trova compagnia a ventitré anni - e il dialetto marinaro scopre corde per legarsi al passato stando dove l’acqua cuoce mortalità di sigarette fumate al posto del “conosci te stessa”

In Vittorio l’eterno mio parlare a vanvera per dire la cosa giusta che lui non ascolta: una all’anno una a decennio una ogni cento anni. Sabbia dannata delle parole senza seduzione.

L’università mi sembra sempre escogiti un tramonto per me. Non mi laureerò mai in lettere moderne - sono antica ogni volta che mi sguscio in un frontone greco!



Claudio Di Scalzo
  



NOTA SU ALICE PAGÈS



Alice Pagès nasce nel 1989 a Pisa. Nelle sue scritture, diaristiche e in prosa breve, racconta la sua età, le sue passioni per la musica, la sua psicologia, e, molto, il legame con Vittorio della Croce. Fidanzato poco fedele.  

Alice Pagès è un personaggio su L'Olandese volante Transmoderno. Viene pubblicata in cornici di Narrative Art e Narrative Photo. E dipinta in modo espressionista. Le tavole "Quaderno di Alice Pagès" in serie progressiva illustrano le vicende del personaggio. 

L'Olandese Volante custodisce Capitoli 























sabato 8 marzo 2025

Claudio Di Scalzo: Perduta-mente giovani. Dittico. 1975






                                                          Cds "Perdutamente giovani nel prato mimosa", 1975




                                                                  Claudio Di Scalzo

PERDUTA-MENTE GIOVANI

Come certe mattinate primaverili della nostra adolescenza in cui, piuttosto che in un’aula di scuola, salivamo in collina sporgendoci da un’apertura tra i sassi a spiare il lago immobile e musicale in basso: di Massaciuccoli ma tutti qui, sulle sue sponde, lo chiamiamo lago di Puccini. Sebbene il maestro in barca sparasse schioppettate contro le folaghe componendo musica nella sua villetta all'asciutto tolti stivali e cacciatora.
 
Sulla cima del monte Legnaio, tra i castagni, in un piccolo slargo, sostavamo, pencolando, sul ciglio di un’acqua nera ch'era il lago del nostro cuore più che una cisterna. Corso il pericolo ci si sdraiava sull’erba verde a lato, in marzo, piante di mimosa "giallavano" il verde "lucentavano" i petti ansanti vincendo le oscurità cardiache. 

Dalla terra costellata di sassi filtravano segreti. 

Membro a membro si entrava in erettile consonanza con il serpente carico di certe strane lussurie riguardanti la pelle; con il cane sperduto pericoloso e terrorizzato a un tempo che passava latrando; con i corvi i cui gridi nei cieli si lasciavano dietro echi come di terra vuota: con  muschi con liane pendenti che pescavano nell’acqua stagnante nella cisterna. 

I nervi cedevano, e credevamo, così, per effetto di un tremito condiviso, di aver toccato il fondo della potenza. Era vero il contrario: tutta quella sensibilità, tutto quel sussulto, comune alla banda, se avessimo visto giusto, ci avrebbe chiarito quel ch'eravamo per davvero: e cioè: perdutamente giovani. 




                                                  Eroe da camera (perdutamente com'era)


Le carte sono state irrimediabilmente sparse lassù
In fondo al burrone dove sosto non senza rabbrividire dalla paura
D’incontrare il mio doppio cacciato tempo addietro per discordie
Su come scostare le tende della mia camera senza ferire di luce il cuore
Sensibilissimo ai miei mali scoperti per caso = nascondevo sotto il mantello
Le ali candide come gigli = non volevo sapessero del mio volo al rientro dal foglio
La mia anima accaldata lascia un labile trepestio scambiato più volte per fatica
Letteraria
Dalle vene romance.

da LETTERA, ottobre 1980, n. 21



DIREZIONE


CLAUDIO DI SCALZO
 

Cardellino e Accio: Esiste la Poesia non i poeti. Coppia mimosa nel bacio fruttuosa. 8 marzo 2019



Accio: "Coppia Mimosa in ogni bacio fruttuosa. All'amata Sara Cardellino








CARDELLINO E ACCIO

Coppia Mimosa nel bacio fruttuosa

8 Marzo 2019

ESISTE LA POESIA NON I POETI





-Accio!, questo mio pensiero te lo voglio regalare qui, in Campo Manin, per l’8 marzo.

-Cardellino siamo coppia mimosa che dev’essere gioiosa…. Spero non sia un regalo serio…

-Ti metterà allegria perché rifletterai con serietà ai pericoli che hai scampato, che io ho scampato, per come siamo fatti, insomma il regalo vale per te e per me…

-Mistero!…. Forza Sara spacchetta il dono!

-“ESISTE LA POESIA NON ESISTONO I POETI”, che te ne sembra?

-Questo frammento paradossale, è veritiero. Sottile umorismo… ma io che c’entro?

-Ciuco!... come che c’entri?!... segui il mio ragionamento-dono!... tu Accio appartieni alla poesia… ma non sei poeta… non appartieni al mondo dei poeti che seppure dicano di esistere poi non esistono… per 40 anni hai fatto poesia in decine di generi, compresa pittura e fotografia… e se hai scansato chi della poesia faceva mestiere, carriera, è perché per te vale la mia asserzione… i siti che hai inventato come L’OLANDESE VOLANTE, erano per la poesia la letteratura non per chi voleva in essi diventare autore o autrice… l’esatto contrario di quanto c’è in giro… su altri siti e blog, su Facebook… che ne dici Accio è un bel regalo che ti faccio che mi faccio?… e perché lo sia anche per me immagino tu lo sappia?…

-Certo,… intanto hai rinunciato dopo la nostra separazione nel novembre 2011, il 20 per la precisione, a scrivere poesia, a libri che ti avrebbe pubblicato un ottimo editore, e ti sei dedicata alla musica dove vale il compositore e poi l’interprete… perché anche tu, Cardellino, sei poesia senza essere poetessa… e ora diamoci il bacio mimosa che rende la scoperta fruttuosa… Ti amo Sara! E sarà per sempre.

-Anch’io Accio… tanto!… e sarà per sempre… amore affidato alla poesia… infischiandoci di firmarla io poetessa e tu poeta!... ma se ne ricavi per questo giorno una tavola a fumetto ne sarei felice. Il bacio Mimosa…










su

L'OLANDESE VOLANTE ANTOLOGIA

BARRA ROSSA









Karoline Knabberchen: Lidija. Il giglio bianco di Stalingrado. Aviatrici I. 1982 - Prose curate da Claudio Di Scalzo









Karoline Knabberchen - Aviatrici I

LIDIJA

il giglio bianco di Stalingrado 



Pavlonka, madre cara, è più di un nome: Pavlonka è un destino che si chiude, dopo aver scalpitato a lungo e tirato calci come un cavallo contro il cielo di Russia.

A Pavlonka è morto il mio Alexei.

Sono nata il 18 agosto. Si racconta che in questo punto esatto del calendario sgorghino per me le fonti del destino: è il giorno in cui la Russia festeggia la sua aereonautica, quindi si può dire che la patria mi ha messo le ali.

Così ho volato, ho difeso e attaccato, continuando a scalciare.

A Stalingrado il mio aereo era uno Yak-1, col numero 32 dipinto sulla fusoliera; con questo trabiccolo ho abbattuto l'asso dell'aviazione tedesca Erwin Meier.  In seguito a ciò egli fu fatto prigioniero, e volle donarmi il suo orologio d’oro - dono galante -, perché mai avrebbe pensato di venire abbattuto da una donna russa.

Però, cara madre, io mai e poi mai avrei tradito il mio destino: ho rifiutato il dono. I cavalli pazzi non si lasciano sedurre dalle lusinghe del morso, e tu sai che la tua Lidiya ha sempre scalciato forte!

Che farmene della stima d'un tedesco? Noi vogliamo la pace! Vogliamo tornare a vivere liberi. Noi vogliamo ricacciare l'invasore ingordo che arriva, bombarda, violenta e poi omaggia la giovane donna russa che l'ha soggiogato, trattandola ancora come fosse sua proprietà: la donna, l’onore, la Russia intera.

Il destino per me s'è deciso prima della mia morte. Questa è stata un fatto naturale perché, a Dio piacendo, è giunta in cielo.

La mia vita, madre adorata, è finita con quella del Kapitan Alexei Florovich Solomatin, il 21 maggio del '43. Perché in mezzo a questo grande orrore di guerra, ci si ricorda d'amare solo quando l'amore lo si perde.







Mi chiamo Lidija Vladimirovna Litvjak, il Giglio bianco di Stalingrado: sono nata il 18 agosto 1921 e, per quel che mi riguarda, sono morta il 21 maggio del 1943.









NOTA FABIO NARDI /CDS

Karoline Knabberchen per l'Otto Marzo 1982 scrisse "Aviatrici", una sorta di cruscotto mimosa in guerra. Ricordando Lidiya Vladimirovna Litvjak, Jacqueline Cochran, Hanna Reitsch: una russa, un'americana, una tedesca. Nelle loro diverse ideologie, biografie, motivazioni. Un trittico esemplare e originale tra molta retorica e ricerche di visibilità agitanti la festa della donna pure in ambito più che della mimosa del simil-lauro bacato. 








SULL'OLANDESE VOLANTE BARRA ROSSA/KAROLINE K



(1959 Guarda Svizzera - 1984 Lofoten Norvegia )






giovedì 27 febbraio 2025

Claudio Di Scalzo: Bacio autunnale dell'Esploratore. Cardiogramma 2010 per Luigia Zamorano


 








BACIO AUTUNNALE

Bacio fogliato sul foglio
che protocolla il legame
notturno in passione vera
sensibile al ramo che verrà
in piena primavera

Divertimento
per Luigia Zamorano.
Foglie di magnolia
del giardino di Accio
a Vecchiano


ORE 23,00


°°°




 
DIREZIONE

Claudio Di Scalzo