sabato 8 marzo 2025

Claudio Di Scalzo: Perduta-mente giovani. Dittico. 1975






                                                          Cds "Perdutamente giovani nel prato mimosa", 1975




                                                                  Claudio Di Scalzo

PERDUTA-MENTE GIOVANI

Come certe mattinate primaverili della nostra adolescenza in cui, piuttosto che in un’aula di scuola, salivamo in collina sporgendoci da un’apertura tra i sassi a spiare il lago immobile e musicale in basso: di Massaciuccoli ma tutti qui, sulle sue sponde, lo chiamiamo lago di Puccini. Sebbene il maestro in barca sparasse schioppettate contro le folaghe componendo musica nella sua villetta all'asciutto tolti stivali e cacciatora.
 
Sulla cima del monte Legnaio, tra i castagni, in un piccolo slargo, sostavamo, pencolando, sul ciglio di un’acqua nera ch'era il lago del nostro cuore più che una cisterna. Corso il pericolo ci si sdraiava sull’erba verde a lato, in marzo, piante di mimosa "giallavano" il verde "lucentavano" i petti ansanti vincendo le oscurità cardiache. 

Dalla terra costellata di sassi filtravano segreti. 

Membro a membro si entrava in erettile consonanza con il serpente carico di certe strane lussurie riguardanti la pelle; con il cane sperduto pericoloso e terrorizzato a un tempo che passava latrando; con i corvi i cui gridi nei cieli si lasciavano dietro echi come di terra vuota: con  muschi con liane pendenti che pescavano nell’acqua stagnante nella cisterna. 

I nervi cedevano, e credevamo, così, per effetto di un tremito condiviso, di aver toccato il fondo della potenza. Era vero giusto il contrario: tutta quella sensibilità, tutto quel sussulto, comune alla banda ch'eravamo, se avessimo visto giusto, ci avrebbe chiarito quel ch'eravamo per davvero: e cioè: perdutamente giovani. 




                                                  Eroe da camera (perdutamente com'era)


Le carte sono state irrimediabilmente sparse lassù
In fondo al burrone dove sosto non senza rabbrividire dalla paura
D’incontrare il mio doppio cacciato tempo addietro per discordie
Su come scostare le tende della mia camera senza ferire di luce il cuore
Sensibilissimo ai miei mali scoperti per caso = nascondevo sotto il mantello
Le ali candide come gigli = non volevo sapessero del mio volo al rientro dal foglio
La mia anima accaldata lascia un labile trepestio scambiato più volte per fatica
Letteraria
Dalle vene romance.

da LETTERA, ottobre 1980, n. 21



DIREZIONE


CLAUDIO DI SCALZO
 

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