venerdì 28 febbraio 2020

Accio: Anonima Ateniese Veneziana per Nostro Sacro Eros ovvero uso spericolato manuale sex della mitologia greca, 3




Anonima Ateniese Veneziana - Scatti per "Nostro Sacro Eros", 3






Accio

Anonima Ateniese Veneziana per Nostro Sacro Eros 
ovvero uso spericolato manuale sex 
della mitologia greca



III
                     

Mio pisano Kouros,
mi sono scordata sul tuo polpaccio l’ultimo bacio, prima che ti facessero partire
per un’altra battaglia, abbandonando l’ombra calda della tua assenza
dentro la forma del mio corpo.


Mi sono imbattuta nella saggezza dell’enigmatico irrisolto.


Il mio dio non me lo perdonerà: ti guarderà con invidia, perché la sua sacerdotessa si concede con voglia al membro eretto del Gaudente. Non gli spiegherò l’esistenza della mantica del corpo che ti attraversa per liberare: per lui, l’invasata non si concede al piacere, e il suo godimento è prigionia nel razionale disvelamento della violenza del maschile.


Hanno conosciuto altre donne la danza del tuo pene dentro di loro?


E quale sapienza ne hanno tratto?








Il miele che mi doni, te lo spiegherò – come i tuoi auguri leggevano il volo dei volatili, così io interpreto il movimento del tuo sperma nel mio ventre.


La poesia ha toccato bocche impreparate o insulse. Altre si sono ritratte, ustionandosi.


E tu in loro ti sei prosciugato in irriverenti sconcerti, specchio del piacere dato.


Ma bisogna essere perfetti anche nell’incastro. Bisogna che le lingue battano dove la parola geme senza paura di richiudersi in morte.


Bisogna, la morte, averla attraversata, mio Kouros. E tu non temi di vedere il bianco dei miei occhi, mentre la vita s’accosta ai confini estremi del corpo.


Crescano lontano i loro figli! Abbattano le loro case, e fuggano lontano da noi!

Non tollereremo l’insipienza che culla le loro menti.


Lo sapevi prima di conoscermi, che la vita ti doveva parlare attraverso l’amore immortale. Va’ dunque alla guerra, e torna rinnovato dalla tua verità.


KOURUS