martedì 23 giugno 2020

Rina Rètis: Arca e teschio di Mallarmé. Dai "Pensieri del moschetto rosso" 3













Rina Rètis

PENSIERI DEL MOSCHETTO ROSSO



Gerda Taro con miliziana
(Mie sorelle - RR)





ARCA E TESCHIO DI MALLARMÈ


Ho vissuto un incubo. Orribile.
Circondata da varie bestie poetiche guidate dal sommo poeta Nun-avete-che-mé vengo sospinta verso una sgangherato arca con l’insegna luminosa che lumeggiava: “Poesia Mondiale quanto non affoga vale / e siccome noi galleggeremo i nostri capolavori stamperemo”. Queste bestie sono completamente fesse, penso. E cercando di sganciarmi  mi viene di cantare una favoletta:

Se siete la peluria di Mallarmé
Perché fuggite il linguaggio della tribù
Tanto banale in immagine e parola
Preferisco stare umana da me
Non sognarvi tanto coglioni mai più
E col teschio del poeta ci fo barcarola.

Miracolosamente mi sveglio e rido.









NOTA CDS 1

RINA RÈTIS è un personaggio da me ideato a fine 2011 - Rina Rètis ha vissuto  con il compagno Fosco Neri fino alla morte di quest'ultimo, per incidente stradale misterioso, il 10 febbraio 2017.

Tutti i personaggi da me ideati per il diritto borghese sono copyright di Claudio Di Scalzo però alcune volte ho concesso ad altre firme, come accade nel fumetto e nel cinema, di usarne nome e cognome e vicende. Se usano a sproposito, dandomi danno o male, miei personaggi generi temi erbari ornitologia semplicemente ancora ne scrivo rivelando dove sta l'originale dove il calco.

Rina Rètis è pure un poema grafico, illustrato con poesia visuale (come nel collage in esergo) e dipinti. Alcuni esiti sono in custodia presso la Galleria Peccolo di Livorno.









NOTA CDS 2

IL MIO NOME È RINA RÈTIS

Il nome è Rina Rètis. Sono una comunista eterodossa. Con simpatie per Trotskij. In passato ho scritto, senza mai pubblicare un rigo, sulla vicenda del mio legame con Fosco Neri. Il mio amato compagno. Anche pittore. Morto in un oscuro incidente stradale, e penso me l’abbiano ammazzato per certe sue inchieste politiche, nel febbraio del 2017. Ebbe, Fosco,  una vita politica turbolenta negli anni settanta. Un rivoluzionario coerente come pochi.

Mi sono interessata, episodicamente, a un poeta ligure che tribolò in vita con l’immobile tomba del nome, ma da alcuni sono soprattutto una donna malata. Una rara e poco conosciuta malattia alle ossa ed ai muscoli mi danno spossatezza, dolori costanti, rinuncia a stare sveglia. Fosco ha scritto sul mio dolore con una tenerezza che a rileggerne gli episodi e soltanto a pensarci mi viene da piangere. Perché non è più con me.  Malattia organica  che mi azzanna la psiche. La morte di Fosco però mi ha dato un’energia che prima non conoscevo. Devo proseguire il romanzo comunista, il feuilleton tragico, che tanto lo coinvolgeva con ricerche sul movimento operaio e rivoluzionario, in un’epoca che questi accadimenti rivoluzionari hanno occultato sotto menzogne, tradimenti, vendette. I più collaborativi, a questo scempio, son stati artisti-artiste letterati-letterate intellettuali. Per questo quasi tutti li disprezzo. Per questo voglio ancora scrivere da comunista qualche frammento. Per questo Rina la rossa appare su certe pagine elettroniche. E Fosco è con me anche se gli altri non lo vedono.







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