Karoline Knabberchen
PENULTIMO GRADINO
(a cura di Claudio Di Scalzo)
II
Dietro oltre le dune, dietro i denti di qualche vetta, il
fiume scava un letto alle nostre notti di veglia. Come resistere al richiamo
del sonno, con il corpo che diventa tutto curve ed anse, e crepita di nuova
vita nell'abbraccio del delta? Dimenticare da dove veniamo è l'unico sacrilegio
che nasce e muore con noi, il marchio che ci rende schiavi: fino a che un uomo,
un poeta, non pronuncerà il Nome della casa che credevamo perduta per sempre.
Allora la storia srotolerà in terra il tappeto color porpora degli imperatori,
e il Figlio varcherà la soglia con tutti gli onori; come quel condottiero che
con una manciata di uomini tenne a bada un'intera nazione. Tutto questo al
penultimo gradino.
All'ultimo, il battesimo del sale mi ha inviato dodici ricci
di mare, ognuno col suo compito preciso, perché il Vangelo sia nuovamente
compreso tra gli uomini. In loro parlava la mia voce, ma più chiara e senza
inclinazioni: drittissima, percorreva la liturgia degli abissi. Il mio pascolo
sarà questa distesa d'alghe, nessun essere soffrirà più. Il Figlio, immobile un
attimo sotto l'arco di pietra della porta, fingerà che il buio improvviso gli
ferisca lo sguardo, così abituato alla fatica della battaglia sotto il carro
del sole. Faticherà a riconoscere il luogo dei suoi natali; ma poi, come
emergessero dagli abissi infiniti poche linee, il volume di oggetti familiari
lo accarezzerà. Affiorano i ricordi, la stanchezza ricacciata lo abbandonerà.
All'ultimo gradino il Figlio ritrova la casa della sua anima.
CDS/FABIO NARDI
IL DONO DI KAROLINE
Il poema, la narrazione poematica, con connubi teatrali e
intensamente da romanzo in versi ebbe episodica firma in Karoline
Knabberchen. "Penultimo gradino" ne è esempio. Anche il
sacro entra a determinare l'avanti e indietro delle voci narranti e
poeticamente amanti dei vari generi che già nell'antica Grecia ebbero eco e
ascolto nei templi. Per la sua biografia tragica, e l'altezza del suo dettato,
Karoline Knabberchen è sempre il mio mattino. E così pubblico la sua
forza che nel vetro e nel miele della voce è forgiata.
SULL'OLANDESE VOLANTE BARRA ROSSA/KAROLINE K
vicende di Karoline Knabberchen
(Guarda-Engadina 1959 - Lofoten-Norvegia 1984)
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