mercoledì 26 dicembre 2018

Rina Rètis: Il Pernacchio a chi cita Heidegger insegnando poesia sublime. Dai "Pensieri del moschetto rosso", 1.



CDS: Rina Rètis comunista







Rina Rètis

 PENSIERI DEL MOSCHETTO ROSSO




Gerda Taro con miliziana
(mie sorelle - RR)






1


IL PERNACCHIO PER CHI CITA HEIDEGGER INSEGNANDO POESIA SUBLIME

 "Quando sento la parola cultura, metto mano alla pistola", motto brutale attribuito a Hermann Goering. Ebbene, mi si conceda questo détournement, dirottamento, deviazione, alla maniera comunista situazionista, per affermare che: “Ogni volta che leggo una citazione da Heidegger di qualche trombone che, con 50 anni di ritardo,  la usa per teorizzare la poesia a suo avviso metafisica, metto mano al “Pernacchio” di Eduardo De Filippo. Dal film de “L’oro di Napoli”.














IL MIO NOME È RINA RÈTIS

Il nome è Rina Rètis. Sono una comunista eterodossa. In passato ho scritto, senza mai stampare un rigo, sulla vicenda del mio legame con Fosco Neri. Il mio amato compagno. Anche pittore. Morto in un oscuro incidente stradale, e penso me l’abbiano ammazzato per certe sue inchieste politiche, nel febbraio del 2017. Ebbe, Fosco,  una vita politica turbolenta negli anni settanta. Un rivoluzionario coerente come pochi.







Mi sono interessata, episodicamente, a un poeta ligure che tribolò in vita con l’immobile tomba del nome, ma da alcuni anni sono soprattutto una donna malata. Una rara e poco conosciuta malattia alle ossa ed ai muscoli mi danno spossatezza, dolori costanti, rinuncia a stare sveglia. Fosco ha scritto sul mio dolore con una tenerezza che a rileggerne gli episodi e soltanto a pensarci mi viene da piangere. Perché non è più con me.  Malattia organica  che mi azzanna la psiche. La morte di Fosco però mi ha data un’energia che prima non conoscevo. Devo proseguire il romanzo comunista, il feuilleton tragico, che tanto lo coinvolgeva con ricerche sul movimento operaio e rivoluzionario, in un’epoca che questi accadimenti rivoluzionari hanno occultato sotto menzogne, tradimenti, vendette. I più collaborativi, a questo scempio, son stati artisti-artiste letterati-letterate intellettuali. Per questo quasi tutti li disprezzo. Per questo voglio ancora scrivere da comunista qualche frammento. Per questo Rina la rossa appare su certe pagine elettroniche. E Fosco è con me anche se gli altri non lo vedono.





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