a cura di Claudio Di Scalzo
MAX STIRNER E L’AMORE
La Casa Editrice Sociale di Giuseppe Monanni e di Leda
Rafanelli, situata ed attiva a Milano, nel 1923 pubblicò, a cura di John Henry
Mackay e per la traduzione di Angelo Treves, la prima edizione italiana dei
cosiddetti “Scritti Minori” di Max Stirner. Molti interessanti spunti se ne
potrebbero trarre, ma la nostra attenzione è stata attratta da un breve saggio
che Stirner riuscì a vedere divulgato nella Rivista mensile berlinese animata
dal suo caro amico Ludwig Buhl, periodico travagliatissimo che questi aveva
ideato nel Luglio 1843 in Berlino, ma che naufragò in Prussia sotto i
nefasti colpi della censura. Buhl dovette emigrare a Mannheim, dove nel 1845
diede alle stampe il primo ed unico fascicolo della sfortunata Rivista.
L'articolo di Max Stirner in questione si intitolava: “Alcune
considerazioni provvisorie sullo Stato fondato sull'amore”. In esso l'autore
svolge principalmente un tema di carattere polemico-politico: viene posto in
discussione il cosiddetto liberalismo tedesco del barone von Stein del 1808,
che voleva essere un controcanto, dal sapore melensamente cristiano e
caritatevole, rispetto agli ideali della Rivoluzione Francese diffusi per tutta
l'Europa sulle canne delle baionette durante le guerre napoleoniche. La libertà
sostenuta dal barone von Stein non si fondava sulla Dichiarazione dei Diritti
dell'Uomo e del Cittadino, bensì sul Dovere. (...)
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