ARCHEOLOGIA EDITORIALE TRANSMODERNA
(A.E.T) ovvero CIVILTÀ INABISSATA
"DINO E ALTRI RACCONTI"
DI ROMANO BILENCHI
cura di Claudio Di Scalzo
Della borghesia in provincia che
si duella gli emisferi cerebrali e i sensi selvaticamente, dice a se stesso Romano
Bilenchi, scriverò in modo anticonformista. E invece poi narra dei lavoratori
dei loro vissuti mesti ori. Pubblica
“Dino e altri racconti”. Gesti sullo sterno pesti. Umori crucis ardori. Intima
realtà con fantasia stilistica scheggia di classicità. La conquista stilistica
del Conservatorio di Santa Teresa lo
conferma. Capolavoro. Timbro col suo tenebroso nella sostanza esistenziale
proletaria col sole scotennate le spighe del grano. L’impegno comunista
ha il suo capolavoro che nessuno ricorda. Anzi l’inabissa col nome dell’autore.
CDS: "Bilenchi ti sbilenco" - Maggio 2015
Lo scrittore era preda del demone
della correzione senza fine della sua scrittura. Con me ha parlato due ore
sopra una variante ai racconti pubblicati nel 1944 da Vallecchi. Qui in seconda
edizione. Mentre sulla linea gotica piovevano bombe. Firenze si liberò da sola,
caro pisano tra i monti alti. E Romano era un partigiano intrepido col nome
battezzato alla nascita nella pila retorica del regime.
Romano Bilenchi diresse la
“Nazione del popolo”, organo del CLN, Comitato di Liberazione nazionale, fino
al 1945.
Romano Bilenchi fa parte di una
civiltà inabissata. Quella del Movimento operaio. A cui Bilenchi appartiene. E
io ne ritrovo le vestigia con l’Archeologia Editoriale Transmoderna.
sull'Olandese Volante
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