Torquato Cecchi
(1870 - 1940)
(1870 - 1940)
A BORDO - VALLECCHI 1920
Archeologia Editoriale
a cura di Claudio Di Scalzo
IMMENSITÀ
Grandioso, immenso è il mare
che nello spazio immenso
immensamente appare
pure anche a me che penso
che l'uomo ancora non sa
nulla d'immensità
Torquato Cecchi riceve ancora oggi
un isolato culto a Poggio a Caiano (Prato) perché accostato al suo compaesano Ardengo
Soffici fascista di prima mano. A differenza del suo maestro - che lo ritrasse con la pipa in bocca, e lo fece
esordire da Vallecchi nel 1920 illustrando persino la copertina con empito di
solidarietà paesana che, come si sa, negò a Dino Campana -Torquato Cecchi rimase un
fascista di “sinistra”. Cioè rivoltoso e meno accomodante verso il regime del
suo mentore Soffici, passato dall’avanguardia, con i “Chimismi lirici”, all’avanguardismo
di "libro e moschetto fascista perfetto". Torquato Cecchi respirò la stessa aria comune a tanti altri “strapaesani” come Mino Maccari. Sempre vaticinanti una sorta di purezza iniziale della "rivoluzione fascist"a anti-capitalistica come se l’erano immaginata o avevano
pensato di scoprire negli scritti del primo Mussolini. Destino comune anche a Romano
Bilenchi ed Elio Vittorini e Lorenzo Viani. Peraltro. Ma anche al fascista
Pardini Vittorio, mio nonno, interventista nella prima guerra mondiale,
decorato come ardito, partecipante alla Marcia su Roma, e fascista, appunto di “sinistra”. Negli anni ottanta
il “fascismo di sinistra” è stato parzialmente studiato. Poi più nulla. Con la
ratificata morte delle ideologie. Il buon Torquato Cecchi morì pure
cristianamente. Nel 2003 il Comune di Poggio a Caiano ha ristampato “A Bordo –
Rime”. Sia questa nota una scheggia di archeologia editoriale. Colleziono libri
obliati, leggo autori obliati.
In ogni caso nel confronto con i poeti
e scrittori di oggi, questi autori, valgono cento volte di più. Hanno perlomeno
una biografia. Una dimensione ideologica. Una interpretazione del mondo.
Insomma una poetica. Per chi oggi scrive e si dimena anche su Facebook a vender
lor prole scritta (bel libro!, stupendissimo!, lo compro!, sei grande! come te
non c’è nesuno!) vale il motto del nostro Torquato: “Sei vuoi far pronta e
insulsa carriera/tua coscienza non sia netta bensì nera”. Detto da una fascista
per di più! Dunque gli scrittori e poeti in circolazione son messi peggio di una
fascista strapaesano!
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