lunedì 20 agosto 2018

Sara Cardellino e Accio: Mozart e Brahms e Kierkegaard il 20 agosto 2018 per Karoline Knabberchen



Karoline Knabberchen alle Lofoten - cds

(dal'annuario TELLUS, 2003,  "Scritture celesti. Poesie in cerca di Dio" 








SARA CARDELLINO E ACCIO


MOZART E BRAHMS E KIERKEGAARD
IL 20 AGOSTO 2018
PER KAROLINE KNABBERCHEN



1

Nel 20 agosto 2018, Claudio, per la nostra Karoline Knabberchen (Guarda/Engadina 17 aprile 1959 - 20 agosto 1984 Lofoten/Norvegia), m’è venuta fantasia elegiaca di proporti l’ascolto del Quintetto per clarinetto K 581 di Mozart, e in intuito rapporto dialettico quello di Brahms op. 115. 

Venga a noi la verità portata dalla Croce. Nel rivelato suo sprofondamento, più alto in questa data, gorgo dolente che porti sullo sterno assieme a Fabio Nardi. “Esercizio estremo del cristianesimo”, scrive Kierkegaard! Mai per te, per voi due, è stato un "Esercizio letterario"! Le parole e le immagini per l’Angelo d’Engadina che erano necessarie, in religione in socialismo, le hai scritte e dipinte e fotografate nei decenni passati… adesso, serve la musica adatta. La riflessione sul dolore e la salvezza. A me starti accanto, nel silenzio, nel suono.

Il clarinetto e gli archi allontaneranno, sapendo che sono tuo ulteriore tremendo dolore dal 2017, le parole rivelatisi sacrileghe, vero e proprio aceto, che le labbra dell’angelo d’Engadina han ricevuto da chi usa parole per carriera letteraria. Sei stato incauto a portare sotto la vostra Croce chi “utilizza” il Tragico per scriverne con empia teoria virente nella demoniaca colta vanità,… ma adesso basta soffrirne! Come potevi immaginare si rivelasse un trucco culturale (uno tra i tanti possibili) la manifestata dedizione, impegno di cura, alla tragedia che tu e Fabio avete vissuto accanto all’Angelo suicida di Guarda? 

Ascolta i due quintetti, mio capitano, ricevine benedizione e comprensione, da me che oggi son Senta assieme a Karoline Knabberchen.




Sara Cardellino il 20 agosto 2018





W. A. MOZART

Quintetto per clarinetto K. 581


J. BRAHMS

Quintetto per clarinetto op 115






Sara Cardellino il 20 agosto 2018
legge un manoscritto di Karoline Knabberchen






2

Ascolto come pregassi. Oggi 20 agosto 2018. La tua delicatezza verso l’Angelo d’Engadina Karoline mi commuove Sara. È simbolico per me scrivere come ultimo mio timone sull’Olandese Volante di questa giovane donna. Morta drammaticamente a 25 anni all’isola Austvågøy delle Lofoten. Il tuo dono musicale, che qui interpreto, grazie a Kierkegaard, sana, salva, mette al sicuro i due protagonisti: Knabberchen e Nardi e quanto per loro venne scritto e affidato alle immagini. Proteggerò con tutte le mie forze quello che per me è come il tabernacolo in chiesa cristiana come lo straccetto rosso della rivoluzione a cui appartengo per stirpe e scelta. Con tutto me stesso fino all’estremo.

Kierkegaard ritiene la presenza del divino, nella propria vita, una priorità, un rapporto esclusivo. Questa “esclusività” o “esclusiva” provoca, afferma, collisioni con altri rapporti. Non accade questo con l’amore che KK vive verso Fabio Nardi? Quanto il suo affidarsi al sacro la porterà a collidere con l’uomo che ama? Possono i due Quintetti di Mozart e Brahms (Quintetto per clarinetto K 581, quintetto per clarinetto op. 115)  che mi suggerisci all’ascolto oggi, 20 agosto, aiutarmi nella risposta? Penso di sì Sara mia.
E dopo questa risposta che assieme a te troverò, è giusto, mi riguardi ogni “taciturnità”, silenzio, scomparsa, da ogni attività estetica e letteraria. Che la navigazione on line sia soltanto un ricordo inabissato veliero detto L’Olandese Volante.

Per la verità si può morire?, si chiede Kiekegaard? Rispondendosi Sì! Anche Karoline Knabberchen si rispose sì! La scuola della sofferenza che Kierkegaard rileva che KK prosegue nella sua breve esistenza terrena mi dicono, che questo affinamento, avendo qualcosa in comune con il suono di Mozart e Brahms, vale come  apertura verso l’eternità. Il rifiuto di ogni mondana carriera nelle verità episodiche delle  arti conduce alla salvezza. Bisogna attraversare la flagellazione e la croce. Ma l’affinamento, nell’esclusività, che può portarmi la musica oggi qual è per me? Cosa rivela di necessario, di fondamentale, sapere finalmente? E che soltanto con questi due quintetti posso scoprire!?

Penso debba insistere, scoprendo tradotto il tutto della mia esistenza e di quella di KK e FN, nel rapporto strumento, qui clarinetto ed archi, compositore e virtuoso che la musica esegue. E in aggiunta la dialettica contrappuntistica che il legato ben eseguito tempera e porta a esiti di assoluta purezza creando atmosfera di dolcezza, cristiana, e di sognante elegia. Perché la dialettica è anche pericolosa e può condurre a risultati di fredda mancata concertazione.

Entrambe le composizioni, di Mozart e Brahms, sono dedicate a due intimi amici, nonché grandi clarinettisti, dei rispettivi compositori: Anton Stadler e Mozart si incontrarono nel 1784 quando il grande virtuoso partecipò a un’esecuzione della Gran Partita K. 361. Da sempre affascinato dal clarinetto, Mozart, ne approfondì con l’amico le possibilità espressive, evidenziandole proprio con questo quintetto del 1789 che aprì la strada a un affinamento tecnico foriero della versione moderna dello strumento.

E quasi un secolo dopo, nel 1881, fu proprio l’ascolto del K. 581 a far incontrare Brahms con Richard Mühlfeld, con cui approfondì a tal punto le caratteristiche dello strumento che passato un anno scrisse il Trio con violoncello e pianoforte op 115 e il Quintetto op. 115,  e cioè le sue ultime creazioni, a parte sette Fantasie e tre Intermezzi per pianoforte dello stesso periodo.

Nel quintetto di Brahms, contrariamente a quello di Mozart, dove la fusione con gli archi è totale, qui il clarinetto ha un ruolo decisamente concertante: e proprio questo aspetto è fondamentale nel 20 agosto 1984/2018 per evocare l’amore di Karoline Knabberchen e Fabio Nardi e di Cardellino e Accio, perché proprio instaurando un dialogo serrato, ora drammatico ora luminoso, specialmente nell’Adagio, il suono rivela il pathos di straordinaria suggestione che la vicenda della morte di KK e della sua custodia da parte dei personaggi Cardellino e Accio necessita! E a lato dell’autore, che qui, un’ultima volta di loro scrive.  Annotando l’ultima rivelazione scoperta seguendo l’idea di fede di Kierkegaard e lo sviluppo del clarinetto in quintetto da Mozart a Brahms.

Pressappoco la mia scoperta è questa. 
Fabio Nardi ed io siamo stati due virtuosi che hanno necessitato nel suonare lo strumento fantasia, e perfezionarlo, della musica spirituale, del corpo respiro parola, espresso dalle donne amate: Knabberchen e Cardellino. Senza di loro, come senza Mozart e Brahms, non ci sarebbe stata esecuzione virtuosa di Shifrin e Mühlfeld.


Adesso è tempo che gli strumenti vengano riposti assieme alle partiture create. Ritirate da ogni esecuzione pubblica e concerto. Quanto doveva essere perfezionato trovato nell’amore nel bene nella fede c’è. Esiste. Suono grazia bellezza dolore cura… riguarda chi questa vicenda visse. Il suono tornerà a elevarsi per me per te Sara, per Karoline Fabio, soltanto in un cascinale vecchianese e in una casa coi gerani alle finestre in laguna, o al Campo alla Barra così come in una chiesetta d’Engadina. 

FINE