domenica 11 novembre 2012

Claudio Di Scalzo: A Lucca Comics and Games 2012 con Vincenzo Sparagna di Frigidaire. Ricordi e foto e disegno




"Vincenzo Sparagna e Claudio Di scalzo a Lucca Comics and Games 2012"
 2 novembre 2012

 A LUCCA COMICS CON VINCENZO SPARAGNA
(Ricordi foto e disegno)

A Lucca Comics and games 2012 ho salutato un amico che conosco da tanti anni. Dai tempi in cui Frigidaire comparve. era il 1980, nel panorama del fumetto e della cultura italiana e prima c’era stato Cannibale. Con una nidiata di disegnatori geniali: Liberatore, Pazienza, Scozzari, Tamburini. Di cui conservo disegni. Ma ho anche un disegno di Vincenzo: uno dei pochi che credo abbia fatto. Dell'88, anno in cui morì Andrea Pazienza. Il "Leonardo da Vinci" del fumetto, come lo definì Sparagna, aveva dato in quell'anno il suo assenso a collaborare con la Rivista ZETA della Campanotto editore, di cui ero Redattore con Carlo Marcello Conti, per degli agili volumetti di riflessione sul fumetto ed il suo destino. 
Ci tenevo a salutare Vincenzo quest’anno, a trovarlo allo stand, per la presenza in edicola, trentaduesimo anno, di Frigidaire: mensile popolare d’élite di arte fumetti e racconti. Mi piace questo sottotitolo è quanto ho cercato in un decennio di combinare sul web e su Tellus-Tellusfolio e Tellusfoglio del resto. Ci tenevo a sorridergli, a Vincenzo, per l’intenso editoriale che ha scritto per Frigidaire, per il numero 244. Ci sono pochi uomini coerenti e indomiti e generosi come Sparagna. Non scrivo altro qui. Basta navigare sul web e sfogliare la riviste e informarsi sulle sue invenzioni editoriali e battaglie. E’ stato bello per me farmi fotografare con lui da un compagno dello stand ed avere in dono la dedica sul numero che festeggia il compleanno di Frigidaire, ricevendo l’invito a spedirgli qualche “trovata di Accio” per Frigidaire.


               
All’anno prossimo antico pirata
Claudio Di Scalzo detto Accio
In edicola




          

martedì 6 novembre 2012

Claudio Di Scalzo: Sopra la foto con i miei studenti di Ponsacco scattata a Buti nel ristorante L’Alloro



           
3 novembre 2012 - Buti - Ristorante L'Alloro
 
 
 
 
 
 
 
SOPRA LA FOTO CON I MIEI STUDENTI DI PONSACCO
SCATTATA A BUTI NEL RISTORANTE L'ALLORO
 
(Pontedera senza foto: Corso davanti al Comune e aperitivo): Qui saluto (e non potranno venire alla cena in quel di Buti, paese tra Bientina e Lucca, di collinare e antica tradizione) Chiara Macchi, la prima studentessa che incontrai nel 1992 arrivando all’ITC di Ponsacco, guidava una piccola bicicletta, mi sembrò una ragazzina delle medie; e poi Enrica Maggiorana dallo sguardo mite e dolce e poi Stefania Masi che andava ad una festa “gotica” e Ilenia che allora era la più “alternativa” e che nel suo rifiuto oggi di ogni legame via web scopro coerente e controcorrente ancora.
 
(Foto: Da sinistra per chi guarda) – Massimo Moretti che la palestra ha reso una specie di Hulk etrusco e che i suoi terranova – da premio – sicuramente temono anche nei morsi che potrebbe dar loro. A fine serata ha raccontato episodi uomo-donna che Cecco Angiolieri non avrebbe fatto meglio! E quando l’ironia è anche verso se stessi ciò merita un 10. Veronica Cacelli, occhiali e timidezza, era una molla anni fa lo è rimasta e intuisco coraggio e determinazione sul lavoro, nella vita di ogni giorno. Enrico Citi, dal fine umorismo che applica al culto degli Zeppelin ed al suo lavoro di grafico anche sul Web. DJ e bassista andrò ad ascoltarlo a Lucca a dicembre. Francesca Gradassi dai lunghi capelli neri e dagli occhi che scintillano allegria e bellezza; accanto Annalisa Cellamaro, elegante e solare e che essendo d’altezza lillipuziana permette ad Alessandro Macelloni, simpaticamente mio segretario in classe, di sfoggiare il suo miglior sorriso, quello che incanta i clienti e le clienti, nell’albergo dove lavora con responsabilità e competenza; Poi Lorenzo Rossi, misurato, dal portamento english collinare, formidabile commercialista, che avrei giurato avrebbe svolto il lavoro per cui studiava perché la partita doppia o ti prende da studente o mai più, a lui auguri per il matrimonio; accanto, alto, sguardo mistico, che sembra intagliato nel noce, uomo responsabile e dedito al nido pascoliano degli affetti come altri pochi, Rizzato Matteo; accosto Paolo Gasperini, che sa tutto, vendendole, di auto, cofani, cromature e anche, sembra, di ribaltabili. La sua casa andando verso Casciana Terme, sotto un sole furibondo, era l’unica con i gerani scintillanti. Un giorno mi fermai a chiedere a sua madre come riuscisse a tenerli in vita senza che seccassero: “semplice prof… son di plastica!”; dietro il Gasp appare Leonardo Rossi, fratello minore, ma tra loro ci corre un anno e qualcosa, di Lorenzo: due fratelli, due caratteri completamente diversi: scomodo la letteratura con Maupassant e Stevenson, anche se loro si vogliono un gran bene, ma Leonardo è estroverso, espressivo, e a volte scarta di lato: nei sentimenti d’amore come nel lavoro: niente scrivania, bensì trattore ed ettari di terreno da coltivare a vino e olio. Scelta di successo. “A volte in tutta la giornata non vedo che qualche allodola in volo, e rospi sui fossi, e guaiti d'animali lontani ascolto”. Ecco, questa descrizione, è tutta tosca e altamente evocativa, e per questo gli metto un voto alto: 10, come al Moretti. Voti che non hanno mai preso da studenti. La tradizione vive in loro. Il Moretti vende apparecchi per i duri d’orecchio. Da Leonardo già a dicembre vado a prender fiasco di vino e d’olio, dal Moretti, tra dieci anni, l’apparecchio per sentire cosa mi diranno attorno. In basso, piegati come calciatori e modelle, da sinistra: Francesca Ferretti, madre stupenda e fantasiosa, che ho ritrovato dietro lenti binocolo dai grandi occhi intelligenti come quando mi guardava dal banco  senza perdere una parola; Andrea Bianco, che allora straziava cuor di giovinette, col suo profilo da predatore, e che ora “legato corto” impazza su Facebook con qualche rimando malandrino. Restaura ogni edificio, e se avete una casupola, lui la trasforma in reggia. Al centro, Michela Bottai, dai capelli corti, cortissimi (che come a Francesca donano moltissimo) che esaltano l’ovale squisito del viso e lo sguardo da monella. L’unica che abbia letto l’Ulisse di Joyce dei miei studenti; una delle poche, pur nella timidezza dei diciotto anni, in cui intuivo determinazione, coraggio delle scelte, indipendenza. (So che si scambia con Chiara Catapano, e mi fa molto piacere, anche alla poetessa e scrittrice, stessa età di Michela, i capelli corti donano fascino, e di coraggio al femminile se ne intende). Accanto c’è Francesca Fornai. Certe madonne nei quadri del trecento fiorentino hanno il suo collo e la sua finezza. Ogni sfumatura del lessico che fu del Boccaccio e Petrarca le appartengono come se ne respirasse gli echi. Andrò ad ascoltare il suo corno  suonato nella Filarmonica di Peccioli, se sopravvivo al concerto del Citi a Lucca. Chiude la fila Matteo Arcenni. Ieri giovine misurato ed educato. Signorile sempre. Si è mantenuto in questa dimensione accrescendo doti ed eleganza.
Con tutti questi miei ex studenti ci ritroveremo. Ancora. Lo so. Perché anche questo è un racconto. Ed è corale.
 
Claudio Di Scalzo
 
Ps. Cari studenti girate foto e racconto descrittivo al proprietario dell’Alloro… varrà ampio sconto alla prossima cena… e, confido, almeno una foglia per la mia fronte: di scrittore tosco che da Buti  in foto con voi manda saluti. Anche aglia ssenti ed al tempo che verrà. Per tutti noi. CDS