giovedì 8 dicembre 2011

Claudio Di Scalzo: Alla Nada al seno che m’allattò e all’altro, la nostra nave - 11

   

CDS: "La nave della Nada e di Accio" - 8.XII.2011
(Alla sarta Nada Pardini mia madre, ore 15,30)


I SENI CHE ALLATTARONO IL FIGLIOLO DELLA NADA

La  “Nave della Nada e di Accio” partì dal porto in un freddo inverno quando nacque il bambino a cui venne dato il nome Claudio. Che in latino vuol dire claudicante. Ma Lalo e Nada non lo sapevano che aggiungevano un peggiorativo  a chi di cognome era già scalzo. Più tardi sarebbe arrivato il il soprannome Accio  a complicare le cose. Intanto il bambino nato di sette mesi è talmente piccolo che sta in una scatola di scarpe, dice il padre, che somiglia a un personaggio dei romanzi di Jack London ed è esplicito. Rude. Sembra un coniglio spellato, aggiunge. E la Nada non avrà certamente gradito. Perché allora di sette mesi si moriva. Però il su figliolo  ce la fece. Anche se puppava da un capezzolo solo perché l’altro non funzionava alla madre. E anche qui c’è un sigillo. Secondo la spiccia filosofia psicoanalitica  del Pazzo son sempre stato poco fedele in coppia perché cercavo l’altro seno.  
Mi sei costato tanto crescerti, diceva la Nada, ecco perché sto sempre in pensiero per te, che  ti ficchi sempre nei guai, mi preoccupo che tu non sfaccia quanto ho fatto. Aveva una sua logica. Le monellerie da bambino, le ribellioni con Lotta Continua, i viaggi fitti come grandine, gli incidenti d'auto,  le fidanzate, poi il lavoro tra i monti, e via via sempre complicazioni. Per una madre un figlio lontano, vedova, del Grande Lalo, non sarà stato facile. E allora, quando tornavo, la sarta Nada, in delle buste, con la sua grafia un po’ stentata, da quinta elementare, mi lasciava i suoi consigli e pensieri sul comodino. Comprese quelle dove mi racconta del suo cuore malato. Di questo ultimo anno. Ho conservato tutte le buste e i biglietti. Oggi da alcune buste ho ricavato le vele di una nave. E le ho fatto una dedica.  Gli è costato tanto allattarmi!, crescermi, e amo pensare che il seno a cui non puppai, me lo sono inventato da solo, e questa è un'impresa da Accio, un seno bello tornito e caldo  e florido come il suo,... ed era, è, quello della Poesia.

"Tu voi esse hamato pe i tui lati peggio da Accio ma questo lo fa solo chi intende le matite  e  penna che tieni fra le mani fin da bambino...e lo so che non l'ai mai trovata"

"Quando torni portami i dischi di quella cantante che si chiama come me... di Livorno... che mi garba ascoltarla tanto"

Claudio Di Scalzo
8.XII.1952


Il figliolo della Nada, Accio




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MANUTENZIONE DELLA DATA DI COMPLEANNO

NADA

Ti troverò

http://www.youtube.com/watch?v=CQC__BLht0g&feature=related

8.XII.1952 - Buon Compleanno Claudio Di Scalzo detto Accio... da Paolo Fatticcioni detto il Pazzo. 9




CDS: "Accio e il Pazzo sulle Mura di Lucca... la rivelazione della malattia"




E' FINITA LA COLLA

-La ricordi Accio… la storia della Colla che è finita?
-Sì! la ricordo… e intuisco cosa mi vuoi dire.
-Sono un manifesto che non sta più su alcun muro… Ma non ho paura Accio, che sia finita la colla...
-Lo so.
-Verrà anche per me il momento che la colla finirà…
-Spero non con le sofferenze che provo. Fai sapere a chi sappiamo che sono stato un uomo forte. E che l’ho ricordata fino alla fine.
-Lo farò.
-…e un giorno racconta di noi due. Compreso di quella che non scelse.
-Te lo prometto. Prima che la colla finisca anche per me... lo farò.
-Ora vai. La prossima volta potrei non avere parola. E senza parola non voglio mi vedi. Abbracciami.
-E’stata una bella avventura la nostra amicizia…
-La migliore che potevamo vivere.
-Addio Accio,… compagno matto.
-Addio Pazzo,… compagno matto.

Si può morire anche così. Questa storia di un uomo, di un barbiere di gran talento, vale mille volte le morte illustri in un letto letterario o suicidi per nevrosi. Aspiro ad una vita non-illustre così, ad una morte non-illustre con questo coraggio quando finirà per me la colla... Che Il Pazzo sia al mio compleanno non deve sorprendere nessuno. I vivi spesso non bastano e solo i Morti sono amici su cui puoi contare.

          
             
CDS: "Accio e Il Pazzo sulle Mura di Lucca..."


Paolo Fatticcioni (1948-2005) è stato il più grande amico della mia vita. Più grande di me di quattro anni. Ci siamo ritrovati, dopo esserci conosciuti ragazzi in Bonifica (e ciò lo racconterò altrove), quando apparve in Lotta Continua di Vecchiano. Ad inizio anni Settanta. Con lui inaugurai una sorta di militanza rivoluzionaria debitrice più che di Marx e Mao del Burlator di Siviglia e di Casanova. Di giorno in sede tra falci e martello. E la sera e notte nelle sale da ballo di Viareggio. Bussola compresa. Una sorta di doppia vita. Se fosse venuto il Comunismo saremmo finiti in un Gulag! immediatamente. Come decadenti ed individualisti. Eravamo molto ludici. Non ci facevamo mancare niente. Viaggi. Caccia di frodo. Ristoranti. Soldi spesi a casaccio. Incidenti d’auto. Essendo due figli unici cercavamo nell’amicizia quel tocco di fraternità che rende anche complici. Avevamo due madri leggermente possessive fra l’altro. Per i loro “bimbi”. Sempre giustificati anche per azioni non proprio da ricordare. Spesso verso le donne. Abbiamo avuto anche, come nel film sul Mucchio Selvaggio, interpretato da Paul Newman e Robert Redford, che narra la storia di Butch Cassidy e Sundance Kid, ed Etta Place... la stessa donna: Daniela Cantelli. Non abbiamo mai saputo chi amasse di più. Tra noi due. Volemmo pensare che per disperazione scegliesse un terzo uomo. Ma forse non era così. Semplicemente era meglio di noi due. Più serio. Più affidabile. Ci voleva poco ad esserlo. Ci consolavamo dei nostri disastri sentimentali dicendoci che allegre e in divertimento come con noi due, anche se sposavano altri, non sarebbe più capitato loro. Chissà se era vero. Di certo questo nostro“vivere” ci teneva lontani dai militanti seri, dai borghesi tranquilli, e anche dagli artisti con l’etica della “correttezza nei rapporti d’amore”. Questo groviglio dovrò scriverlo prima o poi.
   
Ho sempre pensato, ma forse è un’autoassoluzione, da tanti fallimenti, che se ci fossero stati più comunisti come Accio e Il Pazzo forse sarebbe stato possibile mettere su un qualche comunismo decente. Per certo, due come noi, non hanno avuto il problema di pentirsi del loro “comunismo”. Il Pazzo è morto comunista alla sua maniera e anch’io, quando sarà finita la colla, avrò lo straccetto rosso nel taschino. Ce l’ho anche per il mio compleanno, domani, otto dicembre 2011.

"E’ finita la colla” , come metafora di un presente di vacanza o di disimpegno da un lavoro più serio nacque dall’arguzia di un falegname di Nodica, paese accosto a Vecchiano, di cui non ricordo il nome, a cui mancavano alcune dita perse sul lavoro. Forse faceva di cognome Baglini. Era comunista militante dell’allora PCI. Questo compagno ci vedeva spesso, anche a sera tardi, attaccare manifesti e striscioni, e la colla era la fenomenale A-Z 15 usata per carta da parati. Che si scioglieva in acqua a meraviglia. Una sera, Baglini, ci scoprì al Circolo Arci. C’era quasi tutta Lotta Continua della sezione “Vecchiano e paesi” e in quattro giocavamo a carte, un poker, tesi come funi verso il piatto. Il compagno passò e sorridendo ironicamente sibilò: "è finita la colla!?" Come a dire… vi vedo impegnati in qualcosa di non proprio rivoluzionario... forse è finita la colla. E i manifesti o son stati appiccicati o lo saranno! Io e il Pazzo restituimmo il sorriso. Capendo che il militante del PCI ora aveva una forte arma polemica verso gli estremisti. L’ironia di averci scoperti parecchio "borghesi". Il bis avvenne alcuni giorni dopo, in un ristorante scic, di Viareggio, dove il Baglini portava alcuni prodotti della sua campagna, ci vide, me e il Pazzo mentre eravamo serviti e riveriti con pietanze a base di pesce,... ci guardò ancor più sarcastico… "E’ finita la colla compagni?"

La sua battuta fece il giro di quelli che si occupavano di politica. E alcuni ci guardavano con simpatia ma altri no. E fu usata una settimana dopo… e stavolta non proprio amichevolmente… uscendo dal Principino di Piemonte con due amiche, non proprio proletarie,… un vecchianese, ahimè solitario nella sua domenica… ci disse aspro dietro le spalle: “Compagni di Lotta Continua… è finita la colla?”. - Cosa vuol dire Colla? Chiesero le ragazze. - Poi ve lo spieghiamo… abbiamo due identità. E anche con loro cominciò la nostra stravagante storia. 


E’ finita la colla… tornerà in uno dei nostri ultimi incontri. Tanti anni dopo. E’ il 2005 e il Pazzo è malato grave di cancro. Alla gola. La sua malattia me l’ha rivelata qualche mese prima sulle Mura di Lucca. Siamo in casa sua. Sta sdraiato sul divano.
- Come stai Paolo?
- E’ finita la colla Accio: Sono un manifesto che non può più essere attaccato. Andava meglio quando giocavamo a poker od uscendo dal Principe di Piemonte? Ricordi?
E intanto fumava, “...io alla malattia non la do vinta".


   
MANUTENZIONE DI UNA DATA DI COMPLEANNO

Il cantante preferito di Accio e del Pazzo preferito era Willy De Ville.... 

HEAVEN STOOD STILL


http://www.youtube.com/watch?v=ioxeqbQCvMo


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Sul weblog TELLUSFOGLIO a questo link: "Anonima: Piccolo Requiem per Paolo Fatticcioni" anche l'elenco delle altre pubblicazioni:

http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2011/06/anonima-piccolo-requiem-celeste-per.html

Che qui viene riproposto:
(Scelta di narrazioni dedicate a Paolo Fatticcioni detto Il Pazzo)



L'ULTIMA VOLTA...

http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/04/claudio-di-scalzo-lultima-volta-con.html



LA RIBELLIONE LIBERTINA


http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/02/la-ribellione-libertina-del-barbiere-di.html



UNA SERA SUL LAGO...

http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/05/accio-e-il-pazzo-un-sera-sul-lago-di.html


LA RADIO LIBERA CON IL PAZZO E WILLY DEWILLE

http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/06/willy-deville-i-call-your-name-per.html


TORNANDO DA VIAREGGIO

http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/04/tornando-da-viareggio-con-immigrant-son.html


IL PAZZO E ACCIO E SILVIA COMOGLIO A CACCIA DELCINGHIALE

http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2011/03/claudio-di-scalzo-il-pazzo-e-accio-e.html